Tanto tempo fa Bellerofonte, re di Corinto, fu invitato da Giobate, re di Licia, a combattere la Chimera, un mostro dalla testa di leone, corpo di cavallo e coda di serpente che sputava fuoco dalle fauci e il cui soffio distruggeva le messi e inceneriva la vita.
Fu allora che la dea Atena apparve al valoroso guerriero per donargli delle briglie d'oro, perché potesse domare il cavallo alato Pegaso. Con esse Bellerofonte attese vicino a una fonte il destriero, quando si inginocchiò per bere l'eroe uscito dal nascondiglio lo imbrigliò e gli balzò in groppa. Pegaso cercò di disarcionarlo, senza riuscirci, perché il suo cavaliere era un abile domatore di cavalli, e con lui si gettò dai cieli sulla Chimera trafiggendola con la spada puntata dritta alla bocca del mostro, che, ferito mortalmente, si rovesciò al suolo.
L'arma di piombo si fuse a contatto con il sangue rovente della Chimera.
Dopo tale impresa Bellerofonte non riposò sugli allori e combatté e vinse per Giobate prima i Solimi e poi le Amazzoni. Il re di Licia ricompensò l'eroe dandogli in sposa sua figlia e designandolo come suo successore al trono.
Bellerofonte però non si appagava di tali fortune e tronfio di se decise di scalare l'Olimpo in sella a Pegaso per divenire pari agli dei, ma Zeus sentendolo si infuriò per la presunzione del guerriero, e fece pungere il magico destriero da un tafano.
Il cavallo alato si imbizzarrì e dopo aver scaraventato al suolo il suo cavaliere fuggì nei cieli azzurri.
Gli dei punirono Bellerofonte per la sua arroganza e da allora visse perseguitato dalla sfortuna, in miseria e solitudine per il resto della vita.