1. La scelta del caso
    La scelta dal caso, Un computer dovrà scegliere a caso l'uomo più importante di una nazione

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    Fantascienza
    By Xander Ares il 9 June 2020
     
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    Nella sala stampa Andrej insieme a tutti i giornalisti guardava trepidante il maxischermo dove si vedevano scorrere in rapida successione i numeri generati dal computer. Sapeva che quell'alternarsi rapido di numeri era solo uno show per intrattenere la stampa, poco più di una barra di progressione per ingannare l'attesa del lungo processo di selezione. Il computer avrebbe cercato tra tutte le certificazioni fiscali presentate quell'anno con un valore inferiore ai 5000 med, perché qualcuno aveva fatto presente che se andava scelto qualcuno in quel modo tanto valeva che fosse qualcuno che ne avesse davvero bisogno.
    Uno strano rumore ronzò dal computer, come di un qualcosa che stridesse all'interno del hard-disk, gli altri sembrarono non accorgersene, ma Andrej che era seduto a pochi metri dall'elaboratore elettronico riuscì a distinguerlo perfettamente nel silenzio della sala. Per un lungo attimo credette che il rumore indicasse che la prima fase della selezione era terminata, ma, i secondi si alternarono lenti e spossanti ancora una volta senza che succedesse niente.
    Quanto tempo trascorse fu per il giornalista difficile da valutare dovevano essere almeno dodici minuti, ma gli sembravano molti di più, possibile che ci volesse tanto, è vero che questo sistema veniva usato per la prima volta e molti ipotizzavano che ci sarebbero potute volere ore forse giorni per arrivare a una scelta definitiva, ma nessuno della stampa ci credeva, in fondo doveva solo scegliere un nome a caso tra tutti i cittadini brutiumiani tra i trenta e i settanta anni di età.
    I numeri sullo schermo si arrestarono all'improvviso e comparve la scritta "Bruzzia", la regione era stata scelta, Andrej per un istante si bloccò rendendosi conto della sua stupidità nel pensare che la regione era stata scelta, sapeva bene che l'unica scelta sarebbe stata quella del cittadino, ma era stato tratto in inganno dal sistema che avrebbe dichiarato regione, città e nome a intervalli regolari per dare alla popolazione l'illusione di una scelta più accurata.
    Dopo circa un minuto sullo schermo apparve la scritta "San Settimino", la città di residenza del prescelto non diceva nulla ad Andrej tutti avevano ipotizzato come possibile residenza una delle grandi città poiché avendo un maggior numero di abitanti avevano maggiori probabilità di uscire, ma ora era uscito quello che probabilmente era un paesino di qualche migliaio di abitanti se non meno. Questa scelta sarebbe piaciuta a molti della stampa, il signor nessuno da mai sentito nominare era indubbiamente qualcosa di molto evocativo e ci si potevano fare diversi servizi. Andrej prese il suo smartphone per cercare informazioni in rete su San Settimino nella speranza di trovare qualche cenno storico o geografico da poter citare nel suo servizio.
    Lo schermo mutò un'ultima volta e apparve il nome: D'Alej Mayo. Un solo cenno al suo cameraman ed entrambi svicolarono nel corridoio dove si rivolse alla telecamera e disse: - Studio mi sentite? -
    - Si ti sentiamo Andrej. - Replicò una voce gracchiante proveniente dal suo auricolare.
    - Allora posso confermarvi che è stato annunciato il nome del selezionato, si tratta di D'Alej Mayo residente a San Settimino in Bruzzia, una città che tutti sicuramente conosceranno per essere la città dello schinus molle, per i vivai di questo albero. -
    - Andrej ci puoi riconfermare il nome? -
    - Si, certo! D'Alej Mayo è stato scelto per essere il nuovo capo di stato della Brutiuma, e il suo primo incarico sarà di creare il nuovo governo tecnico provvisorio. -

    Andrej era titubante su cosa chiedere, era riuscito a ottenere di essere il primo a intervistare D'Alej grazie a un puro colpo di fortuna, ma non sapeva praticamente nulla dell'uomo che si sarebbe trovato d'avanti. L'unico indizio che aveva era il fatto che l'uomo che aveva organizzato il loro incontro aveva descritto D'Alej come un eccentrico. La cosa in effetti sembrava alquanto vera, chiunque fosse D'Alej doveva essere una sorta di eremita, non l'aveva profili su nessuno dei principali social network, non era sull'elenco telefonico e neanche i suoi vicini di casa sapevano questo granché su di lui.
    La porta della stanzetta si aprì e la figura di D'Alej apparve, era un uomo dall'aspetto insolito, non era altissimo con il suo metro e ottanta dignitosamente di poco superiore alla media nazionale, né era uno di quegli uomini grassissimi con i suoi 93 chili risultava solo robusto, eppure nel vederlo nel suo insieme dava l'impressione di occupare lui da solo tutta una parete della stanza. Gli occhi azzurri di D'Alej sembrarono indicare una sedia rivestita di tessuto scarlatto come se invitassero Andrej a sedersi.
    Il giornalista sedette in silenzio quasi reverenziale, quasi il suo ospite fosse un chissà quale essere sovrumano verso cui bisogna mantenere la più cieca obbedienza, quando però D'Alej si sedette davanti lui l'atmosfera sembrò farsi meno grave e Andrej vide che davanti a lui c'era un comune uomo sulla trentina e non un semidio o un mostro mitologico.
    - Allora presidente D'Alej se è pronto possiamo iniziare con la nostra intervista. - Disse il giornalista accendendo la piccola telecamera digitale che aveva portato con se.
    - La prego mi semplicemente Mayo o se preferisce qualcosa di più formale solo D'Alej, come si fa tra compagni di scuola alle superiori. -
    - D'accordo, come preferisce D'Alej. Allora lei è stato selezionato casualmente per essere il nuovo presidente del parlamento brutiumiano cosa ne pensa di questa situazione? -
    L'uomo davanti al giornalista mosse le spalle come a indicare che era una domanda spiacevole e la sua voce si fece melanconica, ma ferma. - Cosa vuole le dica io sono solo precario a cui non è mai piaciuto frequentare gli ambienti politici e ora, in un momento in cui lo stato è nella sua situazione di maggior crisi, mi viene chiesto di prenderne le redini e salvare capra e cavoli in meno di un anno, quando fior fiori di economisti, statisti e quant'altro con tutti i loro agganci e il loro potere non sono riusciti a fare nulla in un decennio. -
    - Quindi vuole rifiutare l'incarico? -
    - Non posso! -
    - Come sarebbe che non può? Era una delle caratteristiche del sistema di scelta, chi viene selezionato ha la facoltà di declinare il compito. -
    - E cosa succederebbe se io declinassi? -
    - Verrebbe selezionato a caso un altro cittadino. -
    - E se il prossimo cittadino non fosse un uomo comune, se appartenesse a un clan mafioso o se fosse un pazzo di cui nessuno si è mai accorto della sua follia, un nuovo Hitler. -
    - Io... non ciò mai pensato in effetti, ma si con il sistema di estrazione casuale non c'è nulla che impedisca a tipi del genere di salire al potere. -
    - Io invece non dormo la notte a un tale pensiero. La prima volta è andata bene perché sono stato selezionato io, mister nessuno, ma se rifiutassi non sarei altro che il tizio che preme due volte di fila il grilletto della pistola alla roulette russa. Non posso farlo, non ho il coraggio di far correre un simile rischio a tutti noi. Anche se inadeguato rimango sempre il male minore rispetto a corrotti, assassini e psicopatici. -
    - Dunque lei ritiene di essere solo un... -
    - Agnello sacrificale? - Disse D'Alej con un tono quasi di sfida al mondo: - Certamente chi ha inventato questo metodo di selezione pensava a questo, avere un agnello sacrificale da poter usare come capro espiatorio per tutti i problemi della società tra un anno quando chiederanno alla gente di rieleggerli. -
    - Quindi accetterà meramente il suo compito e si limiterà a mettere la testa sul patibolo aspettando che gliela taglino? -
    Il giornalista vide un sorriso dipingersi sul volto di D'Alej e rabbrividì. - Una volta lessi un libro su una tribù di nativi del nord America che quando diventavano troppo vecchi si facevano legare a un palo armati di tutto punto per affrontare una mandria di bufali e ucciderne quanti più possibile prima di venire travolti e uccisi da quelle splendide bestie. Non mi piace l'idea di aspettare senza far niente il momento in cui verrò crocifisso all'altare della politica, se devo essere un sacrificio preferisco essere un ariete a un agnello e lottare e incornare tutto ciò che mi troverò d'avanti come ostacolo. -
    - Non credo di seguirla, cosa ha in mente di fare? - Chiese Andrej totalmente confuso dalle parole dell'uomo.
    - Quello che mi è stato chiesto di fare; risolvere quanti più problemi possibile abbia il nostro stato, e comincerò proprio impedendo che nessun altro in futuro possa essere messo nella mia stessa posizione. -
    Il giornalista rincuorato tirò un sospiro di sollievo, per un attimo aveva pensato che D'Alej fosse il pazzo egli stesso temeva salisse al potere, ma aveva solo frainteso le sue parole. - Quindi vuole bandire il sistema di selezione casuale? -
    - Certamente, ma non solo, fare ciò non avrebbe senso se no distruggessi anche il sistema ha portato alla necessità di un simile mezzo, perché creerebbe un altro mezzo altrettanto folle per sostituirlo. -
    - Sta parlando di una riforma della politica nazionale? -
    - No, sto parlando di una totale disinfestazione della politica da corruzione e incompetenza. -
    - Si certo! - Disse D'Andrej senza nascondere un sorriso beffardo e sarcastico. - Mi creda l'ho sentito dire a ogni nuovo insediamento di governo anche se con parole sempre diverse. -
    - Si ma vede io sono diverso da tutti gli altri che l'hanno detto prima. -
    - Diverso in cosa? -
    - Io non ho legami con il mondo della politica o con quello della finanza. So già che mia mandato durerà solo un anno e che qualsiasi cosa faccia verrò criticato sia durante che dopo e che perciò tra un anno da oggi io ritornerò a essere il signor nessuno. Perciò io mi ritrovo a non dover preoccuparmi in alcun modo di piacere a nessuno e questo mi libera le mani dai ceppi che i politici si sono auto imposti. -
    - Ma è folle con presupposto del genere sperare di... -
    - Non era folle da parte dei kamikaze sperare che lanciandosi con i loro aerei contro le navi americane di affondarle? Eppure ci riuscivano! Quando un uomo è disperato solo le idee disperate possono funzionare, probabilmente diventerò "Un nemico del popolo" come nell'opera di Ibsen, ma al punto in cui mi trovo e meglio tentare il tutto per tutto e fare ciò che nessun altro vuole fare per paura delle conseguenze. -
    - E crede che i vecchi politici e le lobby glielo lasceranno fare? -
    - Se non lo fanno non potranno più usarmi come capro espiatorio, ma dovrò comunque agire velocemente, per non dargli il tempo di capire esattamente come intendo fare, ciò che voglio fare. -
    - Ma loro sapranno ciò che lei vuole fare! Voglio dire lo sta dicendo a me, un giornalista, in un'intervista filmata. -
    - Perché solo se sapranno ciò che voglio fare loro perderanno tempo a cercare di capire come lo voglio fare, e a inseguire gli specchietti per allodole che lascerò mentre io sarò libero di agire. -
    Andrej spense la telecamera e sorrise a D'Alej dicendo: - La sua idea è affascinante me lo lasci dire, anche troppo. Se qualcuno dovesse scegliere di aiutarla non farebbe altro che mettere la sua testa sul patibolo. -
    - E quindi ? -
    - Crede che le possa tornare utile l'aiuto di un giornalista televisivo? -
    D'Alej sorrise allegramente dicendo: - Dicono che la strada per il patibolo è più piacevole quando si è in compagnia. -
    di Xander Ares

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    Edited by Xander Ares - 6/11/2021, 18:57
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