1. Buon anno scrivano
    La vita di uno scrivano l'ultimo dell'anno

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    By Xander Ares il 8 July 2020
     
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    Toti lu scrivanu cercava inutilmente di scaldarsi le mani gelate tenendole nella tasca della giacca. Faceva freddo quel 31 dicembre e sarebbe stato bello restarsene a casa al caldo, ma sapeva che ogni anno quel giorno in tanti venivano a chiederli di scrivere per loro missive di auguri, più lettere di quante di solito gli veniva chiesto di scrivere in un'intera settimana e lui non si poteva permettere di perdere una giornata così remunerativa per le sue misere tasche.
    La sua piccola scrivania lì in un angolo della piazza era solo parzialmente riparata dal vento e i geloni sulle mani sembravano risentire di quel vento gelido. I guanti di lana che indossava non erano di grande aiuto, il tessuto si era imbevuto del suo sudore dando la sensazione di avere le mani avvolte in una poltiglia umidiccia e fredda.
    Sentendo le mani gonfiarsi e pizzicare le tolse dalle tasche per cercare di riscaldare infilandole sotto le ascelle, quando si avvicino a canto a lui un uomo grasso e roseo, con gli occhi vispi e il fiato corto, Toti riconobbe subito in lui Mastro Tore, l'usuraio che aveva comprato i migliori poderi del paese che voleva darsi al commercio con i nobili.
    - Salute Mastro scrivano! - Disse la tondeggiante figura.
    - Salute Mastro Tore. -
    - Dovrei scrivere qualche lettera... -
    - Ma certo, facciamo subito. -
    Mastro Tore era la chiara dimostrazione che non era necessario sapere leggere e scrivere per arricchirsi, a lui era bastato solo saper fare di conto, una buona memoria per i debiti e un po di fiuto negli affari. Toti dal canto suo invece era sempre riuscito a guadagnare quel tanto che gli bastava per sopravvivere.
    Lo scrivano sollevò il piano della scrivania per prendere dei fogli di carta giallina e il calamaio dell'inchiostro, i polpastrelli lasciati liberi dai guanti che non coprivano le punta delle dita sentivano la sensazione di liscio unica lasciata dalla carta, ma offuscata dal dolore dei geloni che rendevano difficile racchiudere tra le dita il calamaio. Toti capendo che non sarebbe riuscito a richiudere le mani sulla penna con le mani così gonfie soffiò sulla mano destra semichiusa per scaldarla dopo di che prese ad agitarla per riattivare la circolazione e ridurre il gonfiore. In pochi secondi la mano fu in grado di stringere la penna quel tanto che bastava per scrivere anche se era tutto un dolore.
    Toti era pronto a intingere il pennino nel calamaio, quando si rese conto che doveva stare attento, la temperatura non era sufficiente a ghiacciare l'inchiostro, ma lo rendeva più denso con il rischio di consumarlo tutto in lampo, perciò iniziò a strofinare con la sinistra la base del recipiente dell'inchiostro per scaldarlo e rendere il suo contenuto meno denso.
    Dopo aver ripetuto l'azione per una ventina di secondi si girò verso l'usuraio dicendo: - Sono pronto può iniziare. -
    - Bene! - Disse l'uomo con la sua faccia piena e allegra - Scriva. A sua eccellenzissima il Conte di Borgomastro. -
    - Eccellenzissima? -
    - Che c'è non va bene? -
    - Al massimo si dice eccellentissima, ma non va bene per aprire così una lettera, è meglio dire "A sua eccellenza". -
    - Va bene, mi fido di lei. Allora ricominciamo. A sua eccellenza il Conte di Borgomastro.
    Con questa mia presente le auguro un felice anno nuovo, nella speranza continuare anche nella prossima annata i nostri affari insieme. Servo vostro Mastro Salvatore Spatafore. -
    - Gliela rileggo? - Disse Toti intirizzito dal freddo.
    - Si, grazie. -
    - A sua eccellenza il Conte di Borgomastro.
    Con questa mia presente le auguro un felice anno nuovo,
    nella speranza continuare anche nella prossima annata i
    nostri affari insieme.
    Servo vostro Mastro Salvatore Spatafore. -
    - Perfetto allora di questa ne deve fare una copia per il Marchese del Miglio, una per il Marchese della Vomere, uno per il Vescovo...- Mentre mastro Tore continuava a vomitare fuori nomi Toti gli annotava minuziosamente su un foglio di carta a parte. - ... al commendatore Crescenti e al cavaliere Fulgenzi. Dopo di che gli imbusti, metta i francobolli e li spedisca entro oggi, crede di farcela? -
    - Si non si preoccupi Mastro Tore. -
    - Allora quanto le debbo dare per il tutto. -
    - Vediamo sono venti lettere, ognuno con busta e francobollo da cinque centesimi, fanno 15 lire. -
    Mastro Tore estrasse dal borsellino due banconote e le lasciò sul tavolo dello scrivano, poi guardando negli occhi Toti sospiro e con voce melanconica disse: - E voi scrivani fate una bella vita, passate tutta la giornata all'aperto a respirare l'aria buona, non sudate mai per il lavoro con la zappa e la palla e solo perchè sapete leggere e scrivere la gente vi paga. -
    Toti allargò le braccia come per scusarsi e disse: - Si sopravvive! -
    Mastro Tore sorrise e accennando leggermente di togliersi il cappello disse: - Buon Anno! -
    - Buon Anno! - Replicò lo scrivano che vedendo l'uomo allontanarsi porgendogli le spalle cominciò a copiare le lettere prima che le dita della mano si gonfiassero troppo.
    di Xander Ares

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    Edited by Xander Ares - 6/11/2021, 19:37
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