1. La città
    Un vecchio ricorda il passato glorioso della sua città.

     
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    Il vecchio Aziz uscì dalla sua baracca di lamiera con una vecchia sedia malridotta per sedersi in strada a fumare la sua vecchia pipa al chiaro della luna piena estiva, due biondi bambini festanti corsero verso di lui.
    - Aziz, AleK non ci crede che questa prima era città. - Disse con il fiato corto per il gran correre il giovane Eddy.
    Il vecchio pulì per bene la prima d'iniziare a riempirla con il tabacco mentre i fanciulli aspettavano con trepidazione che lui parlasse.
    - Una città! Si un tempo, quando io ero giovane, qui sorgeva una grandissima città. Io venivo da una terra lontana in cerca di lavoro e mi dissero che volevo trovarlo sarebbe stato più facile qui, poiché c'erano industrie e fabbriche che assumevano gli operai stranieri. -
    Si fermò per fare una piccola pausa per accendere la pipa e i due bambini guardarono ammirati l'abilità di Aziz nel creare grandi sbuffi di fumo con solo un dito di tabacco.
    - Era una città ricca che si estendeva a perdita d'occhio, milioni di persone ci vivevano e altri milioni arrivavano ogni giorno dalla provincia per lavorare come pendolari. Tutte le grandi linee commerciali della nazione passavano da qui, perciò la città era conosciuta in tutto il mondo. -
    Alek era a bocca aperta a sentire il favoleggiare dell'antica metropoli e pieno di sorpresa e stupore chiese: - E che fine fece la città? -
    Aziz divenne triste, di quella tristezza che hanno solo i vecchi quando si accorgono che neanche il trascorrere degli anni può addolcire alcuni ricordi.
    - Ci fu un terremoto, un terribile e spaventoso terremoto. I grattacieli furono tra i primi a crollare, le case che per decenni erano state costruite, ampliate e ristrutturate senza pensare alla loro sicurezza divennero ruderi e ammassi di macerie in pochi istanti, gli argini del fiume furono distrutti e quando le piogge lo ingrossarono straripò sommergendo nel fango quel poco che era rimasto. Eh, non fu un bello spettacolo da vedere dove prima c'era una città gloriosa e potente sorse una regione povera e distrutta. -
    - Perché non la ricostruirono? -
    Aziz si voltò verso i bambini, non era stato in grado di capire chi dei due pose la domanda, ma riprese comunque a parlare dopo una lunga tirata di pipa.
    - Ricostruire! Si, inizialmente vollero ricostruire, ma d'un tratto ci si accorse della tragicità della situazione, il terremoto aveva distrutto case, fabbriche, ferrovie, e i milioni di sopravvissuti ora si trovavano senza un luogo dove abitare, senza un lavoro e con problemi a ricevere il cibo necessario a sopravvivere. Il governo dovette affrontare la realtà che solo per sostentare quella massa sarebbero state necessarie più risorse di quante disponeva, cerco dei prestiti dalle banche, ma si era già da tempo in recessione e l'economia della nazione era in pessimo stato, una buona parte degli introiti delle tasse venivano dalle fabbriche della città, tutte le grandi linee di collegamento passavano per la città e il terremoto le aveva rese inagibili, così esportare e importare qualcosa nella nazione divenne più difficile, nessuna banca volle perciò dare prestiti allo stato. In breve la situazione economica peggiorò, i vecchi creditori richiesero al governo di essere pagati subito e la nazione fece bancarotta gettandoci tutti nella povertà. -
    Aziz vide che i due piccoli non stavano capendo di cosa parlava. - Dovete immaginare uno stato come se fosse un uomo, e le grandi città come se fossero i suoi organi vitali. Cosa succede se un uomo si ammala gravemente al cuore? Egli può morire, questa città era il cuore dell'economia del paese e quando è stata distrutta anche l'economia della nazione morì. -
    - Ma se qui non c'era più lavoro Aziz perché sei rimasto qui? -
    - Per andare dove Alek? L'economia del mondo era come casa tua, quando tua sorella si prese l'influenza nel giro di una settimana tu e tutti i tuoi fratelli eravate a letto ammalati. Così, quando la nostra economia crollo contagiò gli stati vicini con cui avevamo sempre scambi d'affari, che contagiarono a loro volta stati lontani finché alla fine tutto il mondo divenne povero e non c'era più lavoro per nessuno. Ora le cose sembrano andare, ma siamo dovuti tornare indietro di centinaia di anni, coltiviamo quello che noi stessi mangiamo, ci facciamo i vestiti da soli e per spostarci andiamo a piedi, ma un giorno torneremo a ricostruire la città, a sognare la ricchezza e una vita meno dura. -
    La voce di Aziz si era fatta sempre triste e preso dalla nostalgia iniziò a cantare uno dei vecchi canti della città che aveva sentito da giovane.
    - O mia bela Madunina che te brillet de lontan...-
    di Xander Ares

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    Edited by Xander Ares - 6/11/2021, 19:51
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