1. Dodici briganti e un tesoro
    C'era una volta un uomo molto ricco, che si accorse che il lusso e gli agi non gli davano felicità...

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    Storie salentine
    By Xander Ares il 21 Aug. 2021
     
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    C'era una volta un uomo molto ricco, che si accorse che il lusso e gli agi non gli davano felicità, invece gli alberi, il canto degli uccellini e il mormorio dei ruscelli allietavano il suo cuore. Quindi regalò tutte le sue ricchezze e poveri e andò a fare l'eremita in una casetta nei boschi.
    Un giorno preso una brocca e s'era messo a cercare un po' d'acqua fresca di sorgente e risalì un ruscello finché scorse una radura. Li trovò una sorgente d'acqua limpidissima e subito immerse la brocca, mentre la riempiva, notò una pianta dei bellissimi fiori.
    Rapito dalla loro bellezza decise di prendere la pianta con tutte le radici per trapiantarla davanti alla sua casetta e godere sempre della vista dei fiori. Si mise così di buona lena a delicatamente rimuovere la pianta, mentre scavava la terra con le mani scoprì che i fiori nascondevano una piccola fossa piena di monete d'argento.
    L'eremita vedendo le monete ne fu disgustato, erano solo false ricchezze per lui, come quelle che in passato gli avevano tolto la felicità, perciò ricoprì la fossa di terra e tornò felice alla sua casetta.
    Qualche notte dopo fu svegliato dal sonno improvviso, qualcuno bussava alla sua porta, incuriosito si chiese chi potesse essere a quell'ora e aprì. Dodici briganti armati di coltellacci lo afferrarono e entrarono nella casetta.
    – Cosa volete? - chiese l'eremita - Non ho ricchezze che vi possano interessare. -
    Il capo dei briganti sentendo così disse: - Ah, si! Allora vorrà dire che ci accontenteremo di prendere la tua vita. -
    L'eremita impaurito si ricordò delle monete d'argento e disse: - Aspettate! Non ho denaro con me, ma vi porterò dove potrete trovarne. -
    Il mattino dopo li accompagnò alla sorgente, rimossa la terra mostrò il prezioso tesoro che uscivano dal suolo.
    I furfanti subito si misero a scavare per togliere le monete da lì, e così le ammucchiarono per ore finché non gli venne fame e pensarono che era ora di mangiare qualcosa.
    Il capo dei briganti allora scelse sei di loro perché andassero in paese a comprare pane, sarde, ricotta forte e del buon vino. Si sa però che tra ladri non c'è onore, e così i criminali che andarono in paese, lungo la strada iniziarono a discutere tra di loro.
    - Se fossimo solo in sei il tesoro andrebbe diviso in solo sei parti invece che dodici. -
    - E' vero, ma come possiamo fare a liberarci degli altri? -
    - Mettiamo del veleno nel cibo che gli portiamo, così moriranno tutti. -
    -Si mettiamo nella ricotta forte, così non sentiranno il sapore. -
    E così i sei comprarono anche del veleno e lo misero nella ricotta forte, intanto il capo dei banditi riunì a quelli che erano rimasti alla sorgente e disse: – Appena tornano gli altri uccidiamoli, così divideremo le monete solo tra noi. -
    - Capo, però non sarà facile ucciderli. -
    - Ti sbagli, avranno le mani impicciate col cibo, e noi gli avvicineremo facendo finta di niente, per accoltellarli all'improvviso. -
    A tutti piacque l'idea e l'approvarono, quando arrivarono i sei con il cibo, i briganti rimasti a guardia delle monete li fecero gran festa, ma appena furono vicino gli pugnalarono al cuore. I sei assassini fatta la carneficina si misero tranquillamente a mangiare, solo l'eremita non toccò boccone inorridito dal massacro.
    Neanche finirono di mangiare che tutti i briganti morirono avvelenati, dimostrando all'eremita ancora una volta che la ricchezza non porta la felicità.
    Il saggio uomo perciò le monete d'argento nella fossa insieme ai corpi dei dodici briganti.
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