1. Il colloquio
    Vi viene proposto un impiego nella città di Gulgalta, il luogo in cui non riposano i morti

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    By Xander Ares il 10 July 2020
     
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    Al giungere della metà della mia vita mi ritrovai nella città dei morti dove ogni speranza era perduta e l'oblio era l'unico conforto.
    Fu strano come ci arrivai in fondo non era avvenuto chissà quale evento incredibile o straordinario, ero solo un precario che aveva trovato un'offerta di lavoro a tempo determinato in un sito web di annunci gratuiti.
    Dovevo recarmi in una cittadina con uscita al terzo km della superstrada, una città così piccola da non essere riportata neanche sulle carte stradali, o almeno era questo che credevo.
    Il cartello di benvenuto nella città riportava: "Siete entrati nel centro abitato di Gulgalta Il luogo in cui non riposano i morti". Da prima pensai a un'errore o una battuta di humour macabro da parte dei responsabili del comune, ma presto notai le differenze rispetto a ogni altra città avessi mai visto; ogni singolo albero della città era marcio, le case piene di crepe sembravo essere pronte a crollare da un momento all'altro e gli abitanti avevano tutti un incarnato pallido con occhi spenti e incavati.
    Decisamente un luogo che mi stava mettendo la pelle d'oca addosso. Arrivai davanti all'indirizzo inviatomi per il colloquio, via dei crisantemi n.13, era un palazzo barocco ricoperto da una patina nera dai fumi di scarico delle auto che passavano lungo la strada, evidentemente non era stato pulito il suo prospetto da diversi decenni.
    Mi fecero accomodare in una stanzetta angusta su di un divanetto malridotto ad attendere di essere chiamato, dopo quasi mezzora fui accompagnato in un ufficio dove fui presentato al selezionatore, era un ometto strano di corporatura mingherlina con la pelle ricoperta da macchie rossastre.
    - Signor Rossi, purtroppo non ho molto tempo da dedicarle perciò cercherò di venire subito al punto, lei ha le qualifiche necessarie per questo lavoro, ma vede ci sono altri fattori da considerare. Vede è necessario che il selezionato si trasferisca in questa città per tutta la durata del contratto di lavoro, ovvero sei mesi. -
    - Si, certo me ne rendo conto. - Risposi con calma - Infatti sono disposto a trasferirmi. -
    - Lei però si è accorto che questa non è una città come tutte le altre? -
    Un attimo di silenzio e imbarazzo attraverso la stanza quando l'ometto mi diede un'occhiata ammiccante e riprese a parlare: - Capisco che qualche sospetto lo aveva, probabilmente aveva imputato lo strano colorito degli abitanti a qualche forma d'inquinamento. La realtà dei fatti purtroppo è meno semplice e molto meno credibile. Mi dica lei crede nell'aldilà? -
    - Credo di si, la mia formazione è stata di stampo cattolico. -
    - E crede anche nell'inferno? -
    Per un attimo fui come congelato dalla sua domanda, non capendo se stesse scherzando o meno. - Scusi vorrà mica darmi a intendere che questa città è l'Inferno? -
    L'ometto spense la sua sigaretta con una calma snervante. - Certo che no. Questa città non è esattamente l'Inferno, più una sua succursale. -
    - Mi sta prendendo in giro? Cosa è questo una sorta di test psicologico? O forse avete già scelto a chi dare il posto e vi siete inventati questa storia per far desistere i nuovi candidati. -
    L'ometto si alzò placidamente dalla sedia per affacciarsi all'unica finestra dandomi le spalle. - Lei ha un'idea di quante siano le persone morte nell'arco della storia umana? -
    - Non saprei, stiamo parlando di migliaia di anni è difficile anche solo immaginarlo. -
    - Alle dieci di stamane erano sette miliardi trecento venti sette milioni cinquecento sessanta nove mila duecento diciassette. -
    Per un attimo rimasi allibito, non so nemmeno se dal fatto che sapesse fornirmi un numero così facile o dalla sua precisione.
    - Sa dirmi quale è l'attuale popolazione mondiale? -
    - Non saprei, credo sei miliardi di persone. -
    - Sette miliardi cento e cinque milioni novecento ventimila e tredici persone, sempre alle dieci di stamane. Ha un'idea di quale sarà la loro aspettativa di vita? -
    - In Italia dovrebbe essere ottanta anni. -
    - Si all'incirca, ma per il mondo l'aspettativa media è di sessantasei anni, eccoci dunque all'origine del nostro problema e del perché lei è qui. Nei prossimi sessantanni o poco più la popolazione dei defunti raddoppierà il suo numero, ora il Paradiso ha spazio infinito quindi non ha problemi, il Purgatorio è solo un luogo di transito perciò quando si creano problemi di spazio si fa una bella indulgenza e si manda qualche migliaio di anime in paradiso. Il vero problema è per l'Inferno. Lì ogni singolo metro quadro di spazio viene ricavato scavando nella roccia, ora la forza lavoro certo non manca, ma si tratta sempre di un lavoro lungo, perciò negli anni sessanta qualcuno se ne venne con questa idea, creare delle città in cui far stare le anime dei dannati finché non fosse pronta un'adeguata sistemazione all'Inferno. -
    - Mi sta dicendo che questa città è una sorta di periferia dormitorio dell'Inferno? -
    - Beh, sì. In fondo non la deve stupire più di tanto, i quartieri di periferia delle città che si iniziarono a costruire negli anni sessanta erano solo dei mostri grigi di cemento in cui la gente era pigiata insieme e costretta a ripetere all'infinito azioni monotone e senza senso, quale migliore definizione di un inferno moderno, inoltre si calcolò che costruire tali città nelle zone di confine tra il mondo dei vivi e quello dei morti avrebbe richiesto solo una piccola frazione del tempo necessario a ingrandire l'Inferno. -
    - Ammettendo che io le creda, allora perché mettere un'inserzione per la richiesta di personale, voglio dire perché non affidare il lavoro a un defunt... oddio sono morto vero? Sono morto e sono finito nella periferia dell'Inferno? -
    - Finalmente c'è arrivato, vede di solito la gente non si accorge di essere morta perciò per farla arrivare qui e farle capire la sua posizione abbiamo allestito questa piccola messa in scena. Comunque veda il lato positivo delle cose ha ottenuto il posto, per i prossimi sei mesi lei vivrà e lavorerà qui, poi se ci sarà posto all'Inferno la trasferiremo se no vedremo di rinnovarle il contratto. -
    Mi sentì le forze mancare, anche se ormai tutto aveva un senso; ero finito all'Inferno dove avrei dovuto fare il precario per il resto dell'eternità.
    di Xander Ares

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    Edited by Xander Ares - 6/11/2021, 19:54
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