1. Il diavoletto
    June non si aspettava che avere un figlio fosse così difficile, non aveva mai un attimo di riposo...

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    June non si aspettava che avere un figlio fosse così difficile, non aveva mai un attimo di riposo, doveva portare sempre con se il figlioletto di appena tre anni, anche al supermercato, lì il bambino si agitava in continuazione, bloccato nel carrello della spesa.
    Era la vigilia di Halloween e andando di fretta per preparare tutto, la giovane madre lasciò il piccolo per alcuni secondi per prendere alcune cose dagli scaffali. Quando tornò, suo figlio aveva in mano un pupazzetto alto tre dita che raffigurava un diavoletto.
    June storse il naso vedendo suo figlio divertirsi con una simile figurina, era cresciuta in una famiglia molto religiosa, suo padre era predicatore e le aveva inculcato una mentalità molto rigida a riguardo, perciò prese immediatamente la bambola e la mise suo scaffale, pensando che il bimbo l'avesse presa da qualche parte.
    Il bimbo vedendosi togliere il giocattolo si mise subito a piangere, ma la madre naturalmente non cedette.
    Nel corso del loro giro nel supermercato ogni volta che June si girava o si allontanava di pochi passi da suo figlio, ritrovava il bambino con in mano il pupazzetto. Dopo quattro o cinque volta la giovane madre fu colta da un'idea agghiacciante; il diavoletto seguiva sia lei che il suo bambino, una forza demoniaca nel giocattolo stava cercando di possedere suo figlio.
    La madre afferrò il bambino, lasciò il carrello praticamente scappando dal negozio sotto gli occhi stupidi delle cassiere.
    Durante la loro pausa i dipendenti del supermercato parlano della strana donna, la ricordava anche uno dei addetti che rifornivano gli scaffali, non aveva l'aveva uscire, ma rammentava June per il bambino che continuava agitarsi nel carrello, si dimenava così tanto che più di una volta gli aveva dato un pupazzetto per calmarlo.
    di Xander Ares

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    Edited by Xander Ares - 1/11/2021, 16:54
    Last Post by Xander Ares il 16 Oct. 2021
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  2. Non vi preoccupate, l'ho presa io!
    Un tempo una famiglia di contadini di un paese del Capo, erano spazientiti dal Munaceddhu che gliene combinava di tutti i colori...

    Un tempo una famiglia di contadini di un paese del Capo, erano spazientiti dal Munaceddhu che gliene combinava di tutti i colori, rompendo piatti e bottiglie o svegliandogli nel cuore.
    Avevano tentato di tutto pur di togliersi lo spiritello fuori dai piedi, benedizione della casa, quadri di santi, ma niente alla fine avevano deciso di cambiar casa, ma temendo che li potesse seguire comprarono una scopa nuova di saggina, perché si diceva che messa al contrario davanti all'uscio impediva al Munaceddhu di avvicinarsi e entrare nella casa.
    Il giorno del trasloco caricarono su un carretto tutte le loro cose, il marito tirava il traino e la moglie i figli spingevano da dietro avviandosi di buon passo verso la casa nuova.
    A metà strada la donna esclamò d'un tratto: - Nah, la scopa di saggina ho scordato! -
    - Non vi preoccupate, l'ho presa io! – Urlò una voce infantile da dietro di loro.
    Tutta la mia famiglia si volto e videro la scopa saltellare da sola verso il carretto, non c'erano dubbi era il Munaceddhu che gli stava seguendo con la scopa in mano.

    Edited by Xander Ares - 15/10/2021, 17:18
    Last Post by Xander Ares il 3 Sep. 2021
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  3. Che schifo!
    Un tempo un uomo era vittima degli scherzi del Munaceddhu, gli appariva come una lucetta bianca, ma nessun altro...

    Un tempo un uomo era vittima degli scherzi del Munaceddhu, gli appariva come una lucetta bianca, ma nessun altro, nemmeno la moglie vedeva nulla.
    E così durante la notte lo spiritello lo pizzicava sotto i piedi, gli toglieva il berretto da notte per fargli prendere, gli attacca le mani con la cera.
    Disperato l'uomo tentò di tutto per farlo andare via: fece benedire la camera da letto, mise davanti all'uscio una scopa di saggina al contrario, appese ai muri quadri di San Cristoforo, però a nulla valsero i suoi sforzi il m continuava a venirlo a trovare.
    Una sera l'uomo a letto imbarazzato di stomaco e così dopo poche ore si dovette alzare per usare il vaso da notte. Era una terribile diarrea di quelle in cui si hanno delle scariche tipo esplosioni, il poveraccio tuonava espellendo dalle viscere gas puzzolenti nella stanza, mentre teneva ben su la camicia da notte per non sporcarla. Era quindi rannicchiato sul vaso che teneva con le mani la sottana tirata su fino al petto, mentre mitragliava scorregge e altro inondando la stanza di odori disgustosi. Fu proprio che mentre così che entro il Munaceddhu. Alla vista di tale scena lo spiritello urlò: - Che schifo! -
    Prese la porta e se ne andò via per non tornare più.

    Edited by Xander Ares - 15/10/2021, 17:17
    Last Post by Xander Ares il 1 Sep. 2021
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  4. I fichi del Duca
    Un giorno il Duca, signore del feudo, passeggiava a cavallo per le sue terre, quando un contadino curare un albero di fichi...

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    Un giorno il Duca, signore del feudo, passeggiava a cavallo per le sue terre, quando un contadino curare un albero di fichi. Il nobiluomo si avvicinò all'uomo indaffarato chiedendo: - Cosa stai facendo? -
    - Sto potando questo albero di fichi, così daranno più frutti. - rispose il contadino.
    - Bene, bene, - replicò il signore soddisfatto della risposta, - quando saranno maturi portameli che li voglio assaggiare. -
    - Certamente, mio signore! – rispose il buon contadino.
    Quando l'albero produsse le prime primizie, il contadino, memore della promessa, raccolse i fichi fioroni più belli e maturi e li portò al palazzo del Duca.
    Vedendo che il contadino aveva mantenuto la parola data, portandogli la prelibatezza, il nobiluomo fu molto contento e regalò all'agricoltore un sacchetto di monete d'argento.
    Il buon contadino fu molto sorpreso del dono e ringraziò più e più volte il Duca, e con quel denaro comprò per sé e per i suoi familiari dei bellissimi vestiti per i giorni di festa.
    Quando venne la domenica, il suo vicino, vedendolo con quel bellissimo vestito addosso, gli chiese: - Dove hai trovato i soldi per comprarti questo bel vestito? -
    - Me gli a dati il Duca. -
    - Il Duca? - ripeté incredulo il vicino.
    - Gli portato un panaro e lui mi ha regalato un sacchetto pieno di monete d'argento. - gli spiegò il buon contadino.
    Il vicino sentendo così cominciò a pensare: - Al Duca devono proprio piacere tanto i fichi, se per un panaro ha pagato così tanto chissà quanto mi pagherà se gliene porto una carrettata? -
    Così l'uomo iniziò a raccogliere tutti i fichi dei suoi alberi senza toccarli, ma non bastavano è aspettò che dessero il secondo frutto. Quando anche quelli giunsero ad essere maturi i primi erano ormai tutti squagliati, ma al contadino vicino non importava, pensava sempre: - Se gli porto un carretta piena piena, per la felicità il Duca mi darà delle monete d'oro, no forse un rubino o smeraldo. -
    Così continuava a stipare fichi uno sull'altro dentro al carretto finché non ne rimase più neanche sugli alberi.
    Quando portò il carretto al palazzo Ducale ora c'erano così tanti fichi in giro, il signore del feudo ne era stufo, e quando si vide davanti tutti quei fichi schiacciati l'uno sull'altro, con le mosche che ci ronzavano sopra, quasi gli venne da vomitare.
    - Per chi mi ha preso costui? Per un maiale? - pensò il Duca, ma dovette ammettere con se stesso che neanche un porco avrebbe mangiato quello schifo.
    L'avido contadino con gran faccia tosta alla disse: - Visto che ben di Dio vi ho portato mio signore? Non merito una bella ricompensa? -
    Il Duca sentendolo dire così decise di dargli ragione e gli donò un bel calcio nel sedere. Così l'uomo imparò a non farsi trascinare da sogni di ricchezza.
    Last Post by Xander Ares il 29 Aug. 2021
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  5. I chiodi
    C'era contadino che adorava riempirsi di vino e una mattina camminava per una strada soprannominata Via del Cristo...

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    C'era contadino che adorava riempirsi di vino e una mattina camminava per una strada soprannominata Via del Cristo, perché proprio al suo inizio c'è una parete con dipinto un grande Crocifisso in mezzo ai Santi Paolo e Vito, la sua particolarità che il pittore lo dipinse con quattro chiodi invece di tre come tutte le altre immagine del Crocifisso nel mondo.
    Volle il caso che il contadino si fermò proprio davanti a questo dipinto, si fece il segno della croce e stava per rimettersi in cammino quando si accorse che c'erano quattro chiodi e credette di vedere male e si incamminò per andare a lavorare. Quella sera quando rientro in paese si fermò di nuovo davanti all'immagine e di nuovo vide quattro chiodi, la cosa lo preoccupò perché credeva di aver visto male di nuovo, di essere malato e perciò andò dal suo dottore. Il medico conoscendolo bene gli disse: - Se uno la sera si ubriaca è logico l'indomani non vede bene, smetti di bere e ne vedrai tre. -
    L'uomo però non credeva troppo alla teoria del dottore, ma quella sera non toccò un goccio di vino, e il giorno tornò in Via del Cristo per contare di nuovo i chiodi, vedendo che erano sempre quattro torno arrabbiato dal medico, che per tenerlo contento lo mando dall'oculista.
    Quando lo specialista degli occhi sentì la storia dei quattro chiodi invece di visitarlo gli disse: - Non è che hai fatto confusione, quelli erano sicuramente tre e tu te ne ricordi quattro, se vai a controllare di nuovo vedrai che troverai tre di chiodi. -
    Di nuovo armandosi di santa pazienza il contadino torno a vedere il Crocifisso, arrivando a contare con le dita i chiodi uno a uno per essere sicuro, ma sempre quattro rimanevano. Con il fumo che gli usciva dalle orecchie ritorno di nuovo dal suo medico e gli chiese: - Senti dottore, il Cristo quanti mani e quanti piedi ha? -
    - Due e due. - rispose.
    - E se li sommi quanto fanno? -
    - Quattro! -
    - E se sono quattro non servono quattro chiodi? -
    Il medico fu preso in contropiede dal ragionamento disse: - Si, hai ragione. -
    - Lo vedi? Dottore tu mi puoi prendere in giro con la vista, ma non con i conti. - E tutto felice il contadino se ne andò.

    Edited by Xander Ares - 15/8/2021, 11:17
    Last Post by Xander Ares il 15 Aug. 2021
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  6. Il vaso da notte
    Una volta il Munaceddhu iniziò a tormentare una povera donna facendole ogni sorta di dispetti...

    Una volta il Munaceddhu iniziò a tormentare una povera donna facendole ogni sorta di dispetti, per esempio si divertiva a intrecciare le fettuccine di stoffa che servivano legare i grembiuli da cucina, oppure scambiava il vino con l’aceto o prendeva i maccheroni freschi fatti in casa e gli impastava di nuovo rendendoli una massa informe.
    La povera donna disperata implorava il marito di cambiare casa, ma l'uomo era scettico su questi eventi paranormali, una notte però anche dovette ammettere che il Munaceddhu esisteva. Mentre la moglie dormiva pesantemente lui andò in cucina a prendersi un poco d'acqua e tutte le pentole che erano appese iniziarono a sbattere senza motivo, naturalmente tacque alla moglie sull'accaduto e acconsentì a cambiare casa.
    I compari sentendo che voleva traslocare a casa dello spiritello lo sconsigliarono, perché il Munaceddhu sicuramente avrebbe seguito la coppia nella nuova dimora. Per liberarsi del seccatore, secondo loro, doveva fare leva sul suo odio per le cose disgustose, mettendo al centro della camera da letto un bel vaso da notte ricolmò di cacca puzzolente, lo avrebbe costretto ad andar via sfruttando quell'odore terribile.
    La coppia, nonostante lo schifo da far vomitare, seguì il consiglio e andò a dormire sperando che il vaso da notte avrebbe fatto allontanare lo spiritello e i suoi dispetti. Tanta era l'agitazione che non chiusero occhio, tanto da essere ben svegli a mezzanotte, quando sentirono i tegami della cucina cominciare a sbatterle; il Munaceddhu era tornato puntualmente per tormentarli. Tutta era come al solito finché lo spiritello entrò nella camera da letto e vide il vaso dal contenuto asfissiante, subito stava per fiondarsi via come la coppia sperava, ma prima di sparire si avvicinò al letto e sputò in faccia a moglie e marito.

    Edited by Xander Ares - 15/10/2021, 17:14
    Last Post by Xander Ares il 9 Aug. 2021
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  7. Il campanaro
    Un barbiere aveva un apprendista che faceva il sacrestano e quando arrivava l'ora che doveva andare in chiesa a suonare le campane...

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    Un barbiere aveva un'apprendista che faceva il sacrestano e quando arrivava l'ora che doveva andare in chiesa a suonare le campane mollava tutto in asso e scappava via.
    Il maestro non poteva farci molto a riguardo, perché se gli avesse detto di non andare a suonare le campane avrebbe dovuto litigare con il prete e tutte le eminenze della chiesa su, su fino al papa. Per questo il barbiere lo insultava sempre e l'apprendista si arrabbiava. Un giorno, dentro al salone, un po' prima che il sacrestano scappasse in chiese, il maestro chiamò i suoi nipoti e gli disse: - Venite che vi racconto una storia! -
    E iniziò a raccontare.
    C'era una volta un ragazzino che tornò a casa piangendo, chissà perché; andò dal padre e gli disse: - Papà mio, sai come hanno chiamato? -
    I padre disse: - Dimmi figlio mio, come ti hanno chiamato? - Ma la parola usata era brutta che il piccolo si vergognava anche di dirla. Il padre allora intuendo l'imbarazzo del fanciullo cercò di indovinare: - Per caso ti hanno chiamato ladro? -
    E il figlio rispose: - Magari mi avessero chiamato ladro! -
    Il padre allora riprovò ancora: - Per caso ti hanno chiamato farabutto? -
    E lui rispose ancora: - Magari mi avessero chiamato farabutto! -
    Il padre tento ancora: - Per caso ti hanno chiamato morto di fame? -
    E il figlio, sempre piangendo, rispose: - Magari mi avessero chiamato morto di fame! -
    Così il padre gli menzionò tutti i peggiori insulti che si potessero sentire a questo mondo e il ragazzo rispondeva sempre: - Magari mi avessero chiamato così! -
    All'ultimo il padre disse seccato: - Ma insomma, si può sapere come ti hanno chiamato? -
    Il figlio, singhiozzando dal gran pianto, rispose: - Papà mio, che vergogna! Mi hanno chiamato suonacampane! -
    Il discepolo sentendo così si irrigidì cercando di non far vedere che gli stavano venendo i vermi dalla rabbia; ma i bambini invece capirono tutto si misero a ridere. Quando venne l'ora e corse a suonare la campane, tanta era la rabbia che... poco ci mancò che le rompesse!
    Last Post by Xander Ares il 7 Aug. 2021
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  8. La predica della trippa
    C’era una volta un prete che era stato chiamato per officiare la serie di prediche che si tengono durante la quaresima...

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    C’era una volta un prete che era stato chiamato per officiare la serie di prediche che si tengono durante la quaresima. Una sera cominciò una predica che parlava del lavoro.
    - Lavorate solo per mangiare! – Diceva. – Fate di tutto per la vostra ingordigia, pensate solo alla vostra pancia, schiavi della vostra trippa. Voi lavorate solo per la vostra trippa... -
    Mentre il prete si sgolava, un poveraccio tornato esausto dal lavoro, era passato dalla piazza e vide nella bottega del macellaio tanta trippa rimasta invenduta e ne approfittò comprandone un bel po a buon prezzo. Per evitare che i cani in piazza l'addocchiassero la mise sotto il cappotto.
    Passando davanti alla Chiesa sentì la predica e incuriosito entrò. Appena entrato,
    sentì: - Lavorate per la trippa! – E di nuovo. – Lavorate per la trippa! -
    Il predicatore lo disse quattro, cinque volte che si lavora per la trippa, che si fa tutto per la trippa, il poveraccio sentendo così cominciò a seccarsi credendo che il prete stesse riprendendo solo lui, allora afferrò la trippa che aveva nascosto sotto il cappotto e gliela lanciò urlando: - Eccola, vatti a fottere! Non comprato mai più trippa in vita mia! -
    E se ne uscì infuriato, mentre tutti gli altri guardavano stupiti la trippa per terra di fronte all'altare.
    Last Post by Xander Ares il 4 Aug. 2021
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  9. La gallina sparita
    Tanti anni fa un compare aveva perso una gallina, e in mezzo alla strada si mise a discutere con una comare che viveva davanti a casa sua...

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    Tanti anni fa un compare aveva perso una gallina, e in mezzo alla strada si mise a discutere con una comare che viveva davanti a casa sua. La donna aveva una gallina che il giorno prima non aveva, il vicino sospettò che la comare avesse preso lei la sua chioccia e decise di affrontarla.
    La donna accusata di essere una ladra subito ribatté che in casa non c'era una gallina che non era sua, e il compare di suo ribatteva... insomma stavano quasi per litigare, nel frattempo tutto il vicinato si era riunito tutto per assistere alla discussione fissandogli con tanto di occhi neanche fossero a teatro.
    Alla la comare disse: - La gallina è mia, vuoi che non riconosca una gallina spennata e vecchia da una gallina giovane. -
    Quando il compare sentì così guardò bene la gallina e si rese conto che era un animale ancora giovane, mentre la sua era prossima ad essere buona solo per il brodo. Guardandosi attorno vide tutti lo guardava e divenne rosso poiché doveva ammettere di essersi sbagliato, quindi si rivolse verso di loro e disse: - Signori e signore, scusate... non era la mia gallina! -
    Last Post by Xander Ares il 28 July 2021
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  10. La scorreggia della morte
    Un contadino andò, a cavallo del suo asinello, in campagna a potare gli alberi di olive...

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    Un contadino andò, a cavallo del suo asinello, in campagna a potare gli alberi di olive. Mentre stava in cima a un albero un altro contadino di passaggio si accorse che stava tagliando proprio il ramo su cui era e gli urlò: - Compare fermati o cadrai giù. -
    Neanche a farlo appena lo disse il ramo si spezzò cadendo con tutto il contadino, per fortuna nonostante la caduta quello non si fece niente, ma incuriosito dall'accaduto disse: - Compare come facevi a sapere che sarei caduto, sai leggere il futuro? -
    L'altro capendo che il compare non era molto intelligente rispose: - Si come no, leggo il futuro. -
    - Allora sai dirmi quando morirò? Dai dimmelo, dimmelo! -
    L'altro tutto divertito disse: - Sì, tu morirai quando sentirai il tuo asino scorreggerà tre volte. -
    Il contadino udendo ciò decise di correre subito a casa per evitare di sentire l'animale scorreggiare. Saltò in groppa al povero asinello, ma la povera bestia era pur sempre parente del mulo e non voleva saperne di muoversi. L'uomo prese allora a spronarla dandogli calci nello stomaco, così stimolato al povero animale scappò una bello peto fragoroso, di quelli che neanche se avesse mangiato fagioli per settimane.
    Il contadino sentendo il boato pensò: - Mamma mia, il primo è già andato! Però ne ho ancora due posso ancora arrivare a casa salvandomi. -
    Lungo la strada però un'altra volta strombazzando l'asinello si liberò di tutta l'aria che aveva in stomaco. L'uomo sempre più preoccupato diceva fra sé e sé: - Oh Dio! Ancora uno è sarò morto, se mi sbrigo forse riuscirò a salvarmi. -
    Così prese di nuovo a spronare come poteva la sua cavalcatura, ma tutta quella agitazione smosse ancora di lo stomaco dell'animale, e in breve tuonò una terza scorreggia.
    Il contadino sentendola pensò che era ormai morto e scese dall'asinello per sdraiarsi a terra, attendendo che qualche anima buona lo seppellisse.
    Presto fu l'ora in cui i contadini terminano il loro lavoro nei campi e si misero sulla via che portava in paese, quando si videro davanti un uomo sdraiato per terrà ad occhi chiusi con l'asino accanto pensarono che fosse morto, quindi lo caricarono a pancia sotto sull'animale, legandolo bene perché non cadesse.
    Arrivati in paese con la "salma", sorgeva il problema di a chi consegnarla, nessuno di loro conosceva il contadino e non sapevano chi erano i suoi parenti, fu allora che uno propose di portarlo nella piazza principale del paese, lì prima o poi sarebbe passato qualcuno che lo conosceva.
    Quando arrivarono a un bivio il "morto" si accorse che lo stavano portando per la via più lunga, e si voltò verso gli altri indicando un'altra strada mentre diceva: - Ehhh! Quando ero vivo io, prendevo sempre da quella parte per fare più in fretta. -
    E tutti capirono che era vivo e stolto.
    Last Post by Xander Ares il 26 July 2021
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