Un barbiere aveva un'apprendista che faceva il sacrestano e quando arrivava l'ora che doveva andare in chiesa a suonare le campane mollava tutto in asso e scappava via.
Il maestro non poteva farci molto a riguardo, perché se gli avesse detto di non andare a suonare le campane avrebbe dovuto litigare con il prete e tutte le eminenze della chiesa su, su fino al papa. Per questo il barbiere lo insultava sempre e l'apprendista si arrabbiava. Un giorno, dentro al salone, un po' prima che il sacrestano scappasse in chiese, il maestro chiamò i suoi nipoti e gli disse: - Venite che vi racconto una storia! -
E iniziò a raccontare.
C'era una volta un ragazzino che tornò a casa piangendo, chissà perché; andò dal padre e gli disse: - Papà mio, sai come hanno chiamato? -
I padre disse: - Dimmi figlio mio, come ti hanno chiamato? - Ma la parola usata era brutta che il piccolo si vergognava anche di dirla. Il padre allora intuendo l'imbarazzo del fanciullo cercò di indovinare: - Per caso ti hanno chiamato ladro? -
E il figlio rispose: - Magari mi avessero chiamato ladro! -
Il padre allora riprovò ancora: - Per caso ti hanno chiamato farabutto? -
E lui rispose ancora: - Magari mi avessero chiamato farabutto! -
Il padre tento ancora: - Per caso ti hanno chiamato morto di fame? -
E il figlio, sempre piangendo, rispose: - Magari mi avessero chiamato morto di fame! -
Così il padre gli menzionò tutti i peggiori insulti che si potessero sentire a questo mondo e il ragazzo rispondeva sempre: - Magari mi avessero chiamato così! -
All'ultimo il padre disse seccato: - Ma insomma, si può sapere come ti hanno chiamato? -
Il figlio, singhiozzando dal gran pianto, rispose: - Papà mio, che vergogna! Mi hanno chiamato suonacampane! -
Il discepolo sentendo così si irrigidì cercando di non far vedere che gli stavano venendo i vermi dalla rabbia; ma i bambini invece capirono tutto si misero a ridere. Quando venne l'ora e corse a suonare la campane, tanta era la rabbia che... poco ci mancò che le rompesse!
Il maestro non poteva farci molto a riguardo, perché se gli avesse detto di non andare a suonare le campane avrebbe dovuto litigare con il prete e tutte le eminenze della chiesa su, su fino al papa. Per questo il barbiere lo insultava sempre e l'apprendista si arrabbiava. Un giorno, dentro al salone, un po' prima che il sacrestano scappasse in chiese, il maestro chiamò i suoi nipoti e gli disse: - Venite che vi racconto una storia! -
E iniziò a raccontare.
C'era una volta un ragazzino che tornò a casa piangendo, chissà perché; andò dal padre e gli disse: - Papà mio, sai come hanno chiamato? -
I padre disse: - Dimmi figlio mio, come ti hanno chiamato? - Ma la parola usata era brutta che il piccolo si vergognava anche di dirla. Il padre allora intuendo l'imbarazzo del fanciullo cercò di indovinare: - Per caso ti hanno chiamato ladro? -
E il figlio rispose: - Magari mi avessero chiamato ladro! -
Il padre allora riprovò ancora: - Per caso ti hanno chiamato farabutto? -
E lui rispose ancora: - Magari mi avessero chiamato farabutto! -
Il padre tento ancora: - Per caso ti hanno chiamato morto di fame? -
E il figlio, sempre piangendo, rispose: - Magari mi avessero chiamato morto di fame! -
Così il padre gli menzionò tutti i peggiori insulti che si potessero sentire a questo mondo e il ragazzo rispondeva sempre: - Magari mi avessero chiamato così! -
All'ultimo il padre disse seccato: - Ma insomma, si può sapere come ti hanno chiamato? -
Il figlio, singhiozzando dal gran pianto, rispose: - Papà mio, che vergogna! Mi hanno chiamato suonacampane! -
Il discepolo sentendo così si irrigidì cercando di non far vedere che gli stavano venendo i vermi dalla rabbia; ma i bambini invece capirono tutto si misero a ridere. Quando venne l'ora e corse a suonare la campane, tanta era la rabbia che... poco ci mancò che le rompesse!
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