1. I fichi del Duca
    Un giorno il Duca, signore del feudo, passeggiava a cavallo per le sue terre, quando un contadino curare un albero di fichi...

     
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    Un giorno il Duca, signore del feudo, passeggiava a cavallo per le sue terre, quando un contadino curare un albero di fichi. Il nobiluomo si avvicinò all'uomo indaffarato chiedendo: - Cosa stai facendo? -
    - Sto potando questo albero di fichi, così daranno più frutti. - rispose il contadino.
    - Bene, bene, - replicò il signore soddisfatto della risposta, - quando saranno maturi portameli che li voglio assaggiare. -
    - Certamente, mio signore! – rispose il buon contadino.
    Quando l'albero produsse le prime primizie, il contadino, memore della promessa, raccolse i fichi fioroni più belli e maturi e li portò al palazzo del Duca.
    Vedendo che il contadino aveva mantenuto la parola data, portandogli la prelibatezza, il nobiluomo fu molto contento e regalò all'agricoltore un sacchetto di monete d'argento.
    Il buon contadino fu molto sorpreso del dono e ringraziò più e più volte il Duca, e con quel denaro comprò per sé e per i suoi familiari dei bellissimi vestiti per i giorni di festa.
    Quando venne la domenica, il suo vicino, vedendolo con quel bellissimo vestito addosso, gli chiese: - Dove hai trovato i soldi per comprarti questo bel vestito? -
    - Me gli a dati il Duca. -
    - Il Duca? - ripeté incredulo il vicino.
    - Gli portato un panaro e lui mi ha regalato un sacchetto pieno di monete d'argento. - gli spiegò il buon contadino.
    Il vicino sentendo così cominciò a pensare: - Al Duca devono proprio piacere tanto i fichi, se per un panaro ha pagato così tanto chissà quanto mi pagherà se gliene porto una carrettata? -
    Così l'uomo iniziò a raccogliere tutti i fichi dei suoi alberi senza toccarli, ma non bastavano è aspettò che dessero il secondo frutto. Quando anche quelli giunsero ad essere maturi i primi erano ormai tutti squagliati, ma al contadino vicino non importava, pensava sempre: - Se gli porto un carretta piena piena, per la felicità il Duca mi darà delle monete d'oro, no forse un rubino o smeraldo. -
    Così continuava a stipare fichi uno sull'altro dentro al carretto finché non ne rimase più neanche sugli alberi.
    Quando portò il carretto al palazzo Ducale ora c'erano così tanti fichi in giro, il signore del feudo ne era stufo, e quando si vide davanti tutti quei fichi schiacciati l'uno sull'altro, con le mosche che ci ronzavano sopra, quasi gli venne da vomitare.
    - Per chi mi ha preso costui? Per un maiale? - pensò il Duca, ma dovette ammettere con se stesso che neanche un porco avrebbe mangiato quello schifo.
    L'avido contadino con gran faccia tosta alla disse: - Visto che ben di Dio vi ho portato mio signore? Non merito una bella ricompensa? -
    Il Duca sentendolo dire così decise di dargli ragione e gli donò un bel calcio nel sedere. Così l'uomo imparò a non farsi trascinare da sogni di ricchezza.
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