1. La frittata del sarto
    Una volta c'era un sarto, tanto buono, caritatevole e timorato di Dio che tutti lo chiamavano Omobono.

     
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    Una volta c'era un sarto, tanto buono, caritatevole e timorato di Dio che tutti lo chiamavano Omobono. Egli viveva in un piccolo paesino e difficilmente gli capitava di confezionare un vestito, perché all'epoca la maggior parte delle persone aveva solo due vestiti, perché allora quello che si guadagnava bastava appena per vivere e bisognava anche risparmiare, per tempi peggiori.
    Uno dei vestiti era il più vecchio e malridotto e serviva per tutti i giorni e l'altro era il vestito buono per le andare a messa, per le cerimonie e per indossarlo da morti quando dovevano presentarsi davanti a San Pietro, per essere giudicati, credendo che vestiti bene sarebbe stati accettati dal Signore con più riguardo abbuonando qualche peccatuccio.
    Il lavoro di Omobono perciò era per lo più rammendare, mettere fondelli ai pantaloni sdruciti, adattare vestiti dai grandi ai piccini. La moglie lo aiutava a imbastire, rammendare, a fare le asole, ad applicare i bottoni, a stirare quando non era impegnata ad allevare i loro figli.
    Un giorno il signorotto del paese invitò Omobono a palazzo e gli ordinò un vestito di gala raccomandandosi di essere celere e preciso perché gli serviva per un gran ballo importante.
    Per il povero sarto era una grande occasione per guadagnare qualcosina di più, ma soprattutto di realizzare qualcosa di bello e si mise d’impegno a lavorare.
    Purtroppo più di impegno si metteva e più pensava che l'incarico era importante e non poteva sbagliare e come accade in questi casi sbagliò.
    Forse a causa della stanchezza o dal lume del petrolio che gli aveva bruciato gli occhi, ma quando provò sul manichino il vestito si accorse che era un disastro, il disegno del rigato non corrispondeva fra le due metà, le misure erano sbagliate tanto da far perdere all'abito la simmetria e i pantaloni erano troppo stretti.
    Omobono sconvolto pianse riverso sul tavolo di lavoro: - Che rovina, che rovina e il ballo è domani! Non farò mai in tempo a sistemarlo!!! - Ripeteva disperato mentre la moglie cercava di consolarlo.
    Alla fine tra un pianto e l'altro fu vinto dalla stanchezza e si addormentò profondamente. Nel sonno, sognò che gli angeli scendevano dal cielo con ago e filo si mettevano a riparare il vestito sbagliato in mezzo ai canti di gloria al Signore.
    Quando i primi raggi del sole svegliarono Omobono egli ricordò il sogno e pensò "Volesse il cielo che fosse vero!", e così fu, con sua grande meraviglia vide il vestito perfettamente cucito sul manichino e grido: - Miracolo! Moglie mia che miracolo! Il Signore altissimo ha trasformato quella frittata di vestito in un questo capolavoro! -
    Così il sarto consegnò il vestito in tempo e il signorotto soddisfatto gli pagò cinque ducati e gli regalò un pollo, una dozzina di uova e un paniere di ciliegie.
    La moglie vedendo tanto ben di Dio per festeggiare il miracolo della frittata del marito preparò una frittata di uova con la menta.

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    Edited by Xander Ares - 8/6/2021, 19:33
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