1. Comare Calandra
    C'era una volta un cacciatore che aveva un bravo cane da caccia che adorava.

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    By Xander Ares il 28 May 2021
     
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    C'era una volta un cacciatore che aveva un bravo cane da caccia che adorava. Quando un giorno il cane si ammalò e non poté più andare a caccia, il padrone anche se gli voleva tanto bene non poté più tenerlo e a malincuore lo scacciò.
    Il cane affamato tornò sui luoghi in cui andava a caccia per cercare una preda con cui sfamarsi, quando s'imbatté in comare Calandra; si gettò su di lei per mangiarla quando l'uccellino disse: - Ti prego non mi mangiare! Farò tutto quello che vuoi, ti basterà chiedere! -
    Il cane ci pensò un attimo e rispose: - Va bene comare voglio te tre cose. La prima cosa è un bel piatto di maccheroni da mangiare. La seconda è che mi curi la rogna perché il prurito non mi dà pace. L'ultima è più importante mi voglio fare una bella risata. -
    - D'accordo compare! - Disse subito comare Calandra. - Iniziamo dal mangiare. Quando i contadini vanno a lavorare, le loro mogli preparano tante cose buone da portare ai loro mariti: maccheroni, carne... insomma ogni ben di Dio. Domani a mezzogiorno ti farò fare una grande mangiata di maccheroni e carne, basta che ti fai trovare dalle sulla strada che porta alle campagne... a mezzogiorno, mi raccomando. -
    Il cane acconsentì contento, già pregustandosi il delizioso pranzetto. Così il giorno dopo, quando i rintocchi del campanile segnalarono il mezzogiorno, il cane era sulla strada che porta alle campagne. Quando una di quelle mogli passò per la strada, l'uccellino si mise a zampettare davanti ai piedi della donna che trasportava ogni ben di Dio, la donna vedendo tra i piedi la bella calandra, pensò che poteva acchiapparla facilmente visto com'era vicina. Così posò il cibo per terra e pian pianino si avvicinava alla calandra che era così ferma da sembrava morta. Mentre stava per prenderla la calandra riprese vita e zampettando andava a morire più in là. La donna allora non volendo rinunciare alla preda si riavvicinava pian pianino a comare Calandra per prenderla, ma ogni volta questa zampettava via e così la donna si ritrovò lontana dalla cesta delle vettovaglie. Il cane allora si avvicinò alla cesta e ne approfittò per riempirsi la pancia.
    L'uccellino vide che il cane s'era saziato e spiccò il volo allontanandosi definitivamente dalla donna che non potendolo più acchiappare tornò alla cesta pensando di aver solo perso tempo, ma apriti cielo, non aveva solo perso tempo, ma anche la roba da mangiare se suo marito l'avesse scoperto quante brutte cose gli avrebbe detto. C'era un cosa sola da fare tornare a casa e preparare qualcos'altro da mangiare per il marito. Alla fine quando il contadino la vide arrivare la subissò di parole irripetibili per il ritardo del pranzo e la povera donna poteva solo stare zitta perché era nel torto.
    Il cane ormai sazio ricordò alla calandra: - Ora devi liberarmi dalla rogna. -
    - Vieni con me! - Rispose l'uccellino che lo portò su una strada dove passava un carretto carico d'olio. la calandra si stese sulla strada fingendosi ferita. Il carrettiere appena la vide pensò di catturarla e metterla sul carro e detto fatto, comare Calandra fu a bordo e zampettando zampettando, raggiunse una pelle di capra che conteneva l'olio e l'aprì rovesciandone tutto il contenuto.
    Quando il carrettiere se ne accorse il carrettiere fermò subito il carretto per fermare l'uccellino, quello velocissimo aprì un'altra pelle e poi un'altra mentre dal carro sembrava che diluviasse olio, il cane si mise come con una doccia miracolosa l'olio si portava via la rogna.Sano e senza prurito il cane andò da comare Calandra e disse: - Ora basta che tu mi faccia fare una bella risata. -
    - Benissimo! Seguimi! - Rispose la comare mentre spiccò in volo. Il cane la segui a una via doveva passava un carro carico di persone che viaggiavano da un paese all'altro, allora l'uccellino andò a posarsi sulla chierica di quel frate che vedendolo tentò di acchiapparlo, catturando l'attenzione degli altri viaggiatori che a loro tentarono di catturarlo mentre comare Calandra saltellava da una parte all'altra. Lo scompiglio che si verificò su quel carro fu assai grande, specie quando il vicino del monaco stanco della confusione prese la cinghia del carrettiere per sferzarla sulla chierica del frate facendo urlare.Il cane si godete la scena trattenendo la pancia che sobbalzava dalle gran risate.
    Così il patto era stato rispettato e comare Calandra se ne andò per la sua strada e il cane per un'altra.

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    Edited by Xander Ares - 8/6/2021, 19:23
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