1. La Zinzulosa
    Un tempo viveva il Barone di Castro, signorotto delle terre attorno al paese e famoso per il suo amore per i quattrini.

     
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    Un tempo viveva il Barone di Castro, signorotto delle terre attorno al paese e famoso per il suo amore per i quattrini, tanto che si sposò con una donna ricchissima per aumentare le sue ricchezze che ormai erano pari solo alla sua avarizia. Come se non bastasse la sua sete di denaro cresceva sempre più, giorno dopo giorno, facendolo divenire un uomo crudele e malvagio tanto che quando sua moglie dovette partorire non chiamò né medico, né levatrice per paura di spendere troppo.
    Per la sua cattiveria il Barone lasciò morire la moglie dei dolori del parto, ma nonostante questo nacque una bellissima e sanissima bambina. Il signore di Castro non si pentì dell'essersi macchiato della morte la moglie, e nonostante la grande quantità di denaro della quale era fornito, egli preferiva accumulare beni piuttosto che spendere qualche soldo per vestire la sua figliola, nella mente del Barone la bambina poteva vivere benissimo coperta di stracci, pur di ridurre le spese per il suo mantenimento tanto che sembrava che gli avessero appeso addosso degli stracchi piuttosto che vestirla e perciò tutti la chiamavano la Zinzulusa, cioè quella degli stracci appesi che si chiamano appunto zinzuli.
    L'avarizia del padre della piccola cresceva sempre, tanto da spingerlo a privarla dei giochi e perché spendere per garantirle una buona istruzione, quando si può vivere benissimo da ignoranti? Questa era la sua filosofia, ridurre al minimo le spese, anzi di più la sua figliola conduceva una vita misera e priva di ogni bene di prima necessità, la bimba però, non ebbe l'infanzia e l’adolescenza spensierata che il padre credeva, priva delle cure e dell'amore paterno e materno e il non aver mai avuto dei giochi, dei vestiti, dei libri o un pasto, la rendeva sempre più triste e cupa mentre cresceva.
    Quando si fece ormai grande il Barone iniziò a preoccuparsi che conoscesse un giovane e chiedesse la sua dote per sposarsi, la dote della figlia di un nobile non poteva essere fatta di stracci, avrebbe come minimo richiesto tutti i soldi lasciati da sua moglie in eredità. Così il crudele signorotto la rinchiuse in una remota stanza del suo palazzo, per farla morire di stenti e tenere tutta per se l’eredità della moglie. Le grida disperate di Zinzulusa un giorno furono interrotte da una colomba che entrò dalla finestra.
    - Oh Zinzulosa perché piangi? - Disse la colomba.
    - Piango perché mio padre mi ha chiusa qui a morire, e ora manda un demone a prendermi in giro? -
    - Non sono un demone piccola mia, sono la fata Colombina e ti aiuterò a fuggire qui. -
    Come disse ciò la colomba volò fuori per tornare al tramonto con uno stormo di colombe, una ad una i candidi uccelli presero i lembi degli stracci della Zinzulosa e la sollevarono in volo per farla uscire dalla finestra e posarla oltre alle mure del palazzo.
    I candidi uccelli volarono finché poterono, però le loro ali non erano forti abbastanza per portarla abbastanza lontano da essere al sicuro e la posarono a terra poco lontano dal palazzo.
    - Scappa, scappa Zinzulosa! - Disse la fata Colombina. - Tua padre ti visto scappare e ora ti insegue coi cani. Scappa il più lontano che puoi, e se ti raggiunge strappa i tuoi stracci e gettagli addosso. -
    Zinzulosa scappò via come Colombina gli aveva chiesto, ma più correva e più sentiva il rumore dei cani che si avvicinavano. Presto arrivò ad una scogliera, mentre intravedeva la figura del padre che la raggiungeva. Disperata, scese la scogliera e vide una grotta in cui infilò. Il Barone però continuò il suo inseguimento anche nel buio anfratto, ormai era a pochi passi da lei, e una volta catturata stavolta l'avrebbe rinchiusa per sempre.
    La fanciulla ricordandosi le parole della fata ridusse il suo vestito stracci in piccoli brandelli e gli gettò verso suo padre, subito un gran vento si alzò facendo volare gli stracci violentemente contro il Barone, il nobile perse l'equilibrio precipitò sul suolo calcareo sottostante alla grotta. Ed avvenne l’impensabile, dove era caduto si aprì una voragine dalla quale riemersero le acque dell’inferno formando un piccolo lago. Gli stracci volarono insieme al vento fino ad adagiarsi sulle pareti di roccia, dove si pietrificarono rendendo particolare e suggestivo l’ingresso della grotta.
    Fu allora che una colomba si posò vicino alla giovane e una nuova di piume da qui emerse la fata Colombina in fattezze di una bellissima donna che con un gesto delle mani fece volare le piume sulla fanciulla trasformandosi in un meraviglioso abito di damasco.
    - Ecco da ora in poi piccola mia non sarai più tu la Zinzulusa, ma questa grotta ornata da ciò che resta dei stracci. -
    - Ma mio padre... - Esitò la ragazza.
    - Cadendo ha aperto una porta per inferi. - Dissero i granchi vicini. - Noi che l'abbiamo visto siamo diventati ciechi a causa dell'orrore visto. -
    La fata sorrise e disse: - Non preoccupatevi anche senza il dona della vista potrete vivere nelle acque del laghetto che ora sorge e che avrà nome di Cocito.
    Così Colombina riportò la figlia del Barone al palazzo da padrona, dove non avrebbe vissuto di stenti anzi si sposo con un principe ricco e buono con cui visse una lunga e felice vita.

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    Edited by Xander Ares - 9/6/2021, 18:49
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