1. I tre mandaranci d'oro
    C'era una volta un re e una regina che avevano un figlio. Un giorno una vecchia andò dalla regina e cercargli l'elemosina, la sovrana di buon cuore gli diede un'anfora d'olio...

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    By Xander Ares il 30 May 2021
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    C'era una volta un re e una regina che avevano un figlio. Un giorno una vecchia andò dalla regina e cercargli l'elemosina, la sovrana di buon cuore gli diede un'anfora d'olio, ma mentre la vecchia se stava andando, il principe urtò l'anfora mentre giocava a palla, facendola andare in frantumi. La vecchia però era una macarà e lo maledisse: - Quando arriverai a quindici anni che tu nulla ti possa mai andare bene, se non troverai i tre mandaranci d'oro. -
    Passarono gli anni e quando il principe arrivo vicino ai quindici anni chiese la benedizione dei suoi genitori e partì a cavallo in cerca dei frutti dorati. Cavalcando cavalcando arrivò in un bosco e vide lontano una luce che veniva da una casupola, così si avvicino al suo uscio e bussò, gli aprì la porta un vecchietto magro magro con una lunga barba bianca che gli arrivava al petto, era un saggio eremita che chiese: - Cosa vuoi mio bel giovane? -
    - Cerco i tre mandaranci d'oro. - Rispose il principe.
    - Ah, povero ragazzo mio, trovarli è ben difficile, ma se continui lungo il sentiero troverai un saggio più vecchio di me, egli forse saprà dirti dove sono. -
    E così il principe si rimise di nuovo in viaggio e cavalcando cavalcando arrivò a un'altra casa più piccola di quella di prima, quando bussò uscì un altro vecchietto con una barba tanto lunga che gli arrivava alla cinta che disse: - Oh che giovane valoroso, cosa cerchi tu da me? -
    - Cerco i tre mandaranci d'oro. - Rispose.
    - Ah assai difficile e trovarli, ma se continui lungo il sentiero troverai un saggio più vecchio di me, egli forse saprà dirti dove sono. -
    E il giovane andò di nuovo cavalcando cavalcando finché arrivò una casa più piccola delle precedenti da cui uscì un altro vecchietto più vecchio degli altri due, con una barba ancora più lunga che gli arrivava ai ginocchi, che vedendolo chiese: - Che vuoi tu giovane straniero? -
    - Cerco i tre mandaranci d'oro. - Disse ancora una volta il principe.
    Il vecchio allora gli indicò un vecchio sentiero e disse: - Cammina lunga la strada finché non arrivi a un portone di ferro, troverai un orco che gli fa la guardia. Sappi che quando i suoi occhi stanno chiusi esso è sveglio e quando stanno aperti esso dorme. Perciò agisci quando terrà gli occhi sempre aperti potrai attraversare il portone, ma se gli chiuderà anche solo per un'istante sbarrerà il tuo cammino. Una volta entrato troverai un giardino pieno di alberi da frutta di ogni specie, tutto quanto e di Nonnorca, se rubi qualcosa lei correrà subito per punirti, perciò non dovrai neanche sfiorare gli alberi se vuoi proseguire e solo in fondo vedrai che l'ultimo albero ha tre mandaranci d'oro. Prendili ed esci in fretta da li senza mai voltarti indietro. -
    Il principe fece esattamente come gli aveva detto l'ultimo vecchietto e tornò indietro con i tre preziosi frutti ripassando dalla casina, dove ringraziò il saggio dei suoi consigli.
    - Aspetta a ringraziare...

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  2. I tre mandaranci d'oro e altre storie
    Raccolta di storie orali nella tradizione del Salento

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    Fiabe e 'Cunti salentini
    I tre mandaranci d'oro e altre storie
    di
    Xander Ares



    Dedicato alla memoria
    di mia zia Anna



    La somma delli cunti


    - Introduzione
    - I tre mandaranci d'oro
    C'era una volta un re e una regina che avevano un figlio. Un giorno una vecchia andò dalla regina e cercargli l'elemosina, la sovrana di buon cuore gli diede un'anfora d'olio...
    - Il Principe Vecchio e il Diavolo
    Si narra che tanto tempo fa a Tricase, nel palazzo Gallone, vivesse un principe molto crudele che passava le sue giornate tra manie di grandezza e delitti efferati.
    - Comare Calandra
    C'era una volta un cacciatore che aveva un bravo cane da caccia che adorava.
    - I desideri dello scalpellino
    C'era una volta uno scalpellino che stava spaccando pietre da una montagna.
    - La Vallonea dei cento cavalieri
    Un tempo l'imperatore Federico II di Svevia si recò in terra d'Otranto, ma la sua nave fu colta da improvviso maltempo fu costretto ad approdare al porto di Tricase.
    - Pregando per il barone
    C'era una volta una donna che ogni giorno pregava Dio perché facesse stare sempre in buona salute il barone...
    - La frittata del sarto
    Una volta c'era un sarto, tanto buono, caritatevole e timorato di Dio che tutti lo chiamavano Omobono.
    - La Madonna del Gonfalone...

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  3. Il miracolo del cavallo e lo scorpione
    Non tutti sanno che il primo marchese di Matino era sposato con una mezza santa, donna Anna Maria.

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    Non tutti sanno che il primo marchese di Matino era sposato con una mezza santa, donna Anna Maria. La marchesa era una dama tutta casa e chiesa che in ogni chiesa fece fare un'altare a sue spese. Dedicò tutta la sua vita al Signore e la sua fede fu tale da convincere una serva mussulmana del palazzo a cristianesimo.
    Donna Anna Maria aveva l'abitudine di uscire in carrozza ogni sabato pomeriggio in giro per le chiese e si fermava a dire il rosario in tre chiese.
    Ormai anziana, durante uno dei suoi soliti giri in carrozza, la marchesa si fermò alla chiesetta di Santa Maria della Rosa, dove, dopo aver salutato la Madonna, si sedette vicino al pozzo per rinfrescarsi dalla calura estiva. Mentre si asciugava il sudore si accorse che a tre metri da lei il cavallo che tirava la carrozza si era pietrificato, e guardava vicino a lei con occhi di terrore. Seguendo lo sguardo dell'animale scoprì vicino a lei uno scorpione! Subito ritorno con lo sguardo al cavallo che si innervosiva scalciando, pronto a gettarsi sullo scorpione per schiacciarlo sotto i suoi zoccoli insieme a lei.
    Donna Anna tremava impaurita in cerca di aiuto: - Madonna mia, salvami tu! - Pregava disperata, quando da dentro la chiesa uscì un lampo dorato che avvolse il cavallo impietrendolo! Fu solo un attimo, ma bastò alla marchesa per alzarsi e mettersi al riparo. La luce si affievolì e il cavallo si calmò e si inginocchio di fronte alla porta della chiesa, mentre piangendo donna Anna Maria ringraziava la vergine Maria e per ricordare la grazia ricevuta fece dipingere su parete della chiesa il miracoloso evento.

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    Edited by Xander Ares - 8/6/2021, 19:37
    Last Post by Xander Ares il 29 May 2021
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  4. Comare Calandra
    C'era una volta un cacciatore che aveva un bravo cane da caccia che adorava.

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    By Xander Ares il 28 May 2021
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    C'era una volta un cacciatore che aveva un bravo cane da caccia che adorava. Quando un giorno il cane si ammalò e non poté più andare a caccia, il padrone anche se gli voleva tanto bene non poté più tenerlo e a malincuore lo scacciò.
    Il cane affamato tornò sui luoghi in cui andava a caccia per cercare una preda con cui sfamarsi, quando s'imbatté in comare Calandra; si gettò su di lei per mangiarla quando l'uccellino disse: - Ti prego non mi mangiare! Farò tutto quello che vuoi, ti basterà chiedere! -
    Il cane ci pensò un attimo e rispose: - Va bene comare voglio te tre cose. La prima cosa è un bel piatto di maccheroni da mangiare. La seconda è che mi curi la rogna perché il prurito non mi dà pace. L'ultima è più importante mi voglio fare una bella risata. -
    - D'accordo compare! - Disse subito comare Calandra. - Iniziamo dal mangiare. Quando i contadini vanno a lavorare, le loro mogli preparano tante cose buone da portare ai loro mariti: maccheroni, carne... insomma ogni ben di Dio. Domani a mezzogiorno ti farò fare una grande mangiata di maccheroni e carne, basta che ti fai trovare dalle sulla strada che porta alle campagne... a mezzogiorno, mi raccomando. -
    Il cane acconsentì contento, già pregustandosi il delizioso pranzetto. Così il giorno dopo, quando i rintocchi del campanile segnalarono il mezzogiorno, il cane era sulla strada che porta alle campagne. Quando una di quelle mogli passò per la strada, l'uccellino si mise a zampettare davanti ai piedi della donna che trasportava ogni ben di Dio, la donna vedendo tra i piedi la bella calandra, pensò che poteva acchiapparla facilmente visto com'era vicina. Così posò il cibo per terra e pian pianino si avvicinava alla calandra che era così ferma da sembrava morta. Mentre stava per prenderla la calandra riprese vita e zampettando andava a morire più in là. La donna allora non volendo rinunciare alla preda si riavvicinava pian pianino a comare Calandra per prenderla, ma ogni volta questa zampettava via e così la donna si ritrovò lontana dalla cesta delle vettovaglie. Il cane allora si avvicinò alla cesta e ne approfittò per riempirsi la pancia.
    L'uccellino vide che il cane s'era saziato e spiccò il volo allontanandosi definitivamente dalla donna che non potendolo più acchiappare tornò alla cesta pensando di aver solo perso tempo, ma apriti cielo, non aveva solo perso tempo, ma anche la roba da mangiare se suo marito l'avesse scoperto quante brutte cose gli avrebbe detto. C'era un cosa sola da fare tornare a casa e preparare qualcos'altro da mangiare per il marito. Alla fine quando il contadino la vide arrivare la subissò di parole irripetibili per il ritardo del pranzo e la povera donna poteva solo stare zitta perché era nel torto.
    Il cane ormai sazio ricordò alla calandra: - Ora devi liberarmi dalla rogna. -
    - Vieni con me! - Rispose l'uccellino che lo portò su una strada dove passava un carretto carico d'ol...

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    Last Post by Xander Ares il 28 May 2021
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  5. Il medium
    Un facoltoso possidente terriero era innamoratissimo della moglie e quando lei morì non riusciva a rassegnarsi...

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    Un facoltoso possidente terriero era innamoratissimo della moglie e quando lei morì non riusciva a rassegnarsi così alcuni suoi amici lo consigliarono di assumere a stipendio un medium piuttosto conosciuto, che con l'aiuto di tavolino a tre gambe poteva fare delle sedute spiritiche, le quali lo avrebbe messo in comunicazione con l'aldilà.
    L'uomo prese al volo la proposta e osservava alla lettera quanto gli ordinava il medium durante sedute spiritiche, convinto che fosse la volontà della defunta, in realtà i suoi amici si erano messi d'accordo col sensitivo per chiedere all'amico ciò che volevano.
    Così il medium diceva: - Vostra moglie vuole offrire a tutti i presenti vino e pagnotte perché dicano preghiere a suffragio della sua anima. -
    Il possidente prontamente pagava pane e vino in osteria agli amici per accontentare la moglie.
    La sera dopo il medium ricominciava: - Vostra moglie vuole offrire a tutti i presenti formaggio fresco, lumache e spezzatino di asino come fioretto a San Pietro, che custodisce le chiavi del paradiso. -

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    Last Post by Xander Ares il 27 May 2021
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  6. La Madonna del Gonfalone
    Tanto tempo fa tra, Lucugnano e Montesano, viveva una giovane donna che poverina era divenuta muta dieci anni prima.

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    Tanto tempo fa tra, Lucugnano e Montesano, viveva una giovane donna che poverina era divenuta muta dieci anni prima.
    Un giorno, tornando insieme con la madre da un podere, passò per una stradicciola che s'internava nei campi salendo su di un leggero rialto fino a uno spiazzo di fronte a una piccola grotta. Passando davanti alla quasi ignorata grotta, il volto della giovane s’illuminò di gioia nello scorgere tra gli sterpi, nel fondo della cavità, un rilievo luminoso.
    La fanciulla allora chiamò a gran voce la madre.
    - Guarda, mamma! -
    La madre sentendola parlare si meravigliò e si mise accanto alla figlia scrutando la cavità, ma non vide la luce. Allora la donna rivolse alcune domande alla figlia, per assicurarsi che non fosse solo un'illusione causata dal gran caldo, però vide che ella parlava senza alcuna difficoltà come se lo avesse sempre fatto, perciò la signora s'inginocchiò verso la grotta pregando.
    Tornate in paese le due raccontarono l'accaduto e tra il popolo si iniziò a gridare al miracolo. La gente del posto corse in massa nel luogo indicato dalle donne per ispezionare la grotta, calandosi giù, videro in fondo a essa una Madonna in rilievo che fu subito benedetta dal parroco. Da allora la zona venne ripristinata al culto, e sulla grotta fu innalzata per devozione una chiesetta.
    Gli anni passarono e quando la fanciulla giunse sul letto di morte, chiese con le sue ultime forze alla Santa Vergine la grazia di poter restare in eterno in quell'angolo benedetto dal cielo, per continuare a contemplare l'immagine della Madonna. Il cielo, volto a compassione della sua fede, la trasformò in lucertola affinché potesse continuare a vivere in quei luoghi dove aveva visto la luce del rilievo sacro, che fu poi chiamato dal nome della località: Madonna del Gonfalone.

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    Edited by Xander Ares - 8/6/2021, 19:35
    Last Post by Xander Ares il 26 May 2021
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  7. Il cocomero sullo stomaco
    I giovani di una volta erano semplici e non maliziosi come quelli di oggi, se li mandavano a quel paese quelli quasi quasi ci andavano, ad esempio vi racconto un fatto.

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    I giovani di una volta erano semplici e non maliziosi come quelli di oggi, se li mandavano a quel paese quelli quasi quasi ci andavano, ad esempio vi racconto un fatto.
    Una sarta aveva delle ragazzine di tredici, quattordici anni per allieve, come si usava all'epoca. Un giorno decise di fare con le sue discepole un picnic e di portarsi dietro anche un bel cocomero grande. La discepola che lo portava dopo un po si stanco a causa del peso e disse: - Portiamo l'anguria un po per ciascuno! -
    La sarta allora rispose: - Per ora portala tu, poi al ritorno facciamo un po per uno. -
    Così il discorso momentaneamente si chiuse, ma dopo aver mangiato la discepola vide che del cocomero era rimasta sola la buccia e disse: - Mi avete preso in giro, quale anguria voi porterete in dietro se ce la siamo mangiata tutta? -
    La sarta sorridendo le rispose: - Guarda che noi non ti abbiamo preso in giro! Avevamo detto che al ritorno l'avremmo portata un po per uno e la stiamo riportando un po per uno dentro i nostri stomaci! -
    Così all'andata la portò la discepola e al ritorno pure, perché il cocomero le rimase tutta sullo stomaco.

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    Edited by Xander Ares - 9/6/2021, 18:29
    Last Post by Xander Ares il 25 May 2021
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  8. La Vallonea dei cento cavalieri
    Un tempo l'imperatore Federico II di Svevia si recò in terra d'Otranto, ma la sua nave fu colta da improvviso maltempo fu costretto ad approdare al porto di Tricase.

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    Un tempo l'imperatore Federico II di Svevia si recò in terra d'Otranto con cento suoi cavalieri per risolvere alcune dispute, ma la sua nave fu colta da improvviso maltempo fu costretto ad approdare al porto di Tricase.
    Una volta a terra, il regnante con tutta la sua armata corse di gran fretta lungo la strada che collegava il paese al suo porto, nella speranza di trovare subito un alloggio prima che si mettesse a piovere. Come spesso succede neanche arrivati a metà strada scoppiò un temporale che trasformò il terreno in fango. Il gruppetto di cavalieri non riuscendo camminare nel fango con le pesanti armature fu costretto a cercare un riparo di fortuna. Fu allora che videro una maestosa e gigantesca quercia vallonea, il cui seme fu portato sulle coste salentine dai monaci basiliani che fuggivano dalle persecuzioni in Asia. Costretti a imbarcarsi in fretta i monaci per sfamarsi riempirono le bisacce solo di ghiande e quando sbarcarono a Tricase piantarono le ghiande rimaste da cui nacque quella stessa quercia e l'imperatore vedendola decise di cercare rifugio sotto la sua folta chioma. Federico capì che sotto l'albero si stava bene e disse ai suoi cavalieri: - Venite, venite anche voi qui si sta all'asciutto. -
    Purtroppo erano tantissimi cavalieri e nessuno credeva ci sarebbero stati tutti, piano piano dieci dei prodi lo raggiunsero, quando videro che c'era ancora spazio uno di loro si rivolse altri: - Venite, venite pure qui stiamo larghi. -
    Sentendo così allora altri dieci si unirono a loro e poi venti, trenta cavalieri, finché non scoprirono di essere tutti e cento comodamente all'asciutto protetti dall'ombra della quercia.
    Da quel giorno quel gigante verde fu conosciuto come la Vallonea dei cento cavalieri, in ricordò di quel temporale.

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    Edited by Xander Ares - 8/6/2021, 19:29
    Last Post by Xander Ares il 24 May 2021
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  9. I ceci
    Un contadino ormai in età da mettere su famiglia e decise di prendere moglie, così alla prima ragazza che vide chiese di sposarlo, quella era una vera cretina e subito disse si.

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    Un contadino ormai in età da mettere su famiglia e decise di prendere moglie, così alla prima ragazza che vide chiese di sposarlo, quella era una vera cretina e subito disse si.
    Così i due in quattro e quattrotto si sposarono e andarono a vivere insieme. La prima mattina della loro vita l'uomo si preparò ad andare al lavoro e le disse: - Oggi moglie mia, cucinami due ceci! -
    La giovane moglie allora mise nella pignatta due ceci contati e quando doveva controllare se erano cotti ne assaggiava uno e ne metteva un altro crudo nella pignatta. Quando tornò dalla campagna, il marito si sedette a tavola mentre la moglie lo guardava imbambolata, così l'uomo disse: - La pignatta dov'è? -
    Lei tutta orgogliosa gli porse un piatto con due dei legumi richiesti, di cui un cece crudo: - Tu mi hai detto di cucinare due ceci e io ne ho cucinato due, uno e due eccoli qui. -
    Il marito arrabbiatissimo stava per dirgliene quattro, ma poi penso che era colpa sua per non averle spiegato bene e disse: - Domani devi cucinarne tantissimi di ceci, una montagna, hai capito? -
    La donna fece cenno di si con la testa.
    L'indomani quando l'uomo tornò dalla campagna trovò la casa inondata di ceci, doveva posava lo sguardo c'erano piatti stracolmi del legume. In mezzo a questo ceciario il marito andò per sedersi, la moglie prese a urlare: - Non ti sedere li! Sulle sedie ho messo i ceci. -
    Non solo sulle sedie, anche sulla credenza, la cassapanca, i comodini, ovunque!
    - Ma quanti ceci hai cucinato? -
    - Mi hai detto di farne tanti e io ho cucinato tutti i sacchi di ceci che c'erano a casa! -
    Così il contadino capì che non bisogna chiedere alla prima ragazza che passa di sposarsi, perché si non sa mai che ti capita.

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    Edited by Xander Ares - 28/7/2021, 12:58
    Last Post by Xander Ares il 23 May 2021
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  10. La frittata del sarto
    Una volta c'era un sarto, tanto buono, caritatevole e timorato di Dio che tutti lo chiamavano Omobono.

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    Una volta c'era un sarto, tanto buono, caritatevole e timorato di Dio che tutti lo chiamavano Omobono. Egli viveva in un piccolo paesino e difficilmente gli capitava di confezionare un vestito, perché all'epoca la maggior parte delle persone aveva solo due vestiti, perché allora quello che si guadagnava bastava appena per vivere e bisognava anche risparmiare, per tempi peggiori.
    Uno dei vestiti era il più vecchio e malridotto e serviva per tutti i giorni e l'altro era il vestito buono per le andare a messa, per le cerimonie e per indossarlo da morti quando dovevano presentarsi davanti a San Pietro, per essere giudicati, credendo che vestiti bene sarebbe stati accettati dal Signore con più riguardo abbuonando qualche peccatuccio.
    Il lavoro di Omobono perciò era per lo più rammendare, mettere fondelli ai pantaloni sdruciti, adattare vestiti dai grandi ai piccini. La moglie lo aiutava a imbastire, rammendare, a fare le asole, ad applicare i bottoni, a stirare quando non era impegnata ad allevare i loro figli.
    Un giorno il signorotto del paese invitò Omobono a palazzo e gli ordinò un vestito di gala raccomandandosi di essere celere e preciso perché gli serviva per un gran ballo importante.
    Per il povero sarto era una grande occasione per guadagnare qualcosina di più, ma soprattutto di realizzare qualcosa di bello e si mise d’impegno a lavorare.
    Purtroppo più di impegno si metteva e più pensava che l'incarico era importante e non poteva sbagliare e come accade in questi casi sbagliò.
    Forse a causa della stanchezza o dal lume del petrolio che gli aveva bruciato gli occhi, ma quando provò sul manichino il vestito si accorse che era un disastro, il disegno del rigato non corrispondeva fra le due metà, le misure erano sbagliate tanto da far perdere all'abito la simmetria e i pantaloni erano troppo stretti.
    Omobono sconvolto pianse riverso sul tavolo di lavoro: - Che rovina, che rovina e il ballo è domani! Non farò mai in tempo a sistemarlo!!! - Ripeteva disperato mentre la moglie cercava di consolarlo.
    Alla fine tra un pianto e l'altro fu vinto dalla stanchezza e si addormentò profondamente. Nel sonno, sognò che gli angeli scendevano dal cielo con ago e filo si mettevano a riparare il vestito sbagliato in mezzo ai canti di gloria al Signore.
    Quando i primi raggi del sole svegliarono Omobono egli ricordò il sogno e pensò "Volesse il cielo che fosse vero!", e così fu, con sua grande meraviglia vide il vestito perfettamente cucito sul manichino e grido: - Miracolo! Moglie mia che miracolo! Il Signore altissimo ha trasformato quella frittata di vestito in un questo capolavoro! -
    Così il sarto consegnò il vestito in tempo e il signorotto soddisfatto gli pagò cinque ducati e gli regalò un pollo, una dozzina di uova e un paniere di ciliegie.
    La moglie vedendo tanto ben di Dio per festeggiare il miracolo della frittata del marito preparò una frittata di uova con la ...

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    Last Post by Xander Ares il 21 May 2021
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