1. L'agenda smarrita
    In una calda ma piovosa serata di fine estate un ragazzo si trovava in un locale, il Rio Bo di Gallipoli...

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    In una calda ma piovosa serata di fine estate un ragazzo si trovava in un locale, il Rio Bo di Gallipoli. Giunto l'orario di chiusura, a notte fonda, il giovane si mise in auto per tornare a casa a Nardò, scoppiò improvviso un violentissimo temporale. La pioggia batteva intensamente e più passava il tempo più aumentava la sua intensità rendendo ancor più difficile vedere la strada, tanto che solo quando era a pochi metri da lei vide una ragazza ferma sul ciglio della strada, sotto la pioggia, completamente bagnata. Fermò l'auto e abbassò il finestrino per chiederle se andava tutto bene.
    Lei risponde che la sua macchina si era rotta, allora lui le chiese se avesse bisogno di un passaggio per tornare a casa.
    La ragazza accettò molto volentieri l'invito e montò in auto tirandosi in dietro i capelli bagnati, fu allora che il giovane si accorse che era davvero carina, nonostante il trucco che colava.
    – Dove eri diretta? – le chiese il ragazzo.
    – A casa, a Nardò. –
    – Che coincidenza, anch'io sono di Nardò. Ti posso accompagnare fino a casa, dove abiti? -
    – Grazie, abito nelle vicinanze del cimitero. -
    I due non parlarono molto poiché il ragazzo cercava di concentrarsi sulla guida, aguzzando gli occhi per vedere meglio la strada battuta da una pioggia incessante e violenta.
    Giunti a Nardò, mentre passavano di fronte al cimitero, lei disse: - Ferma qui, sono arrivata. -
    Il giovane notò che le villette sparse intorno al cimitero erano ormai visibili, ma un po' distanti. – Qual'è casa tua che ti ci lascio proprio davanti, così eviti ti bagnarti ancora. -
    – Non preoccuparti, casa mia è proprio qui accanto. -
    - Sicura ? -
    – Si non preoccuparti tanto è qui e poi sono già tutta zuppa. -
    Il ragazzo si arrese e fermò la macchina lasciando scendere la ragazza che lo salutò ringraziandolo in maniera molto educata. Non appena chiuse lo sportello e il giovane si accorse che lei aveva dimenticato sul sedile un'agenda.
    Subito scese dalla macchina per chiamarla, ma di lei nemmeno la traccia era letteralmente sparita nel nulla, pur essendo uscita solo da qualche secondo.
    Il giovane tornò in macchina e guardando l'agenda vide che sulla prima pagina erano segnato l'indirizzo della proprietaria, poiché aveva voglia di rivedere quella bella ragazza, pensò di compiere un gesto gentile andare a casa di lei per restituire l'oggetto smarrito, visto che era ormai molto tardi preferì andare l'indomani, per non rischiare di svegliare la famiglia di lei.
    Il mattino seguente si alzò di buon ora e andò all'indirizzo, una casa situata ben lontano dal cimitero, il giovane pensò che la ragazza si era fatta lasciare lì perché magari lì abitava qualche parente, o qualche amica.
    All'indirizzo c'era una modesta abitazione, a cui suonò al campanello. Ad aprirgli la porta fu un'anziana signora.
    – Buongiorno signora, – disse il giovane – ieri sera credo di aver dato un passaggio a ...

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    Last Post by Xander Ares il 12 Aug. 2021
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  2. L'occhio magico della regina
    Tanto tempo fa c'era un pastore che aveva tredici figli, tra tutti questi il più piccolo era conosciuto per il suo buon cuore...

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    By Xander Ares il 11 Aug. 2021
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    Tanto tempo fa c'era un pastore che aveva tredici figli, tra tutti questi il più piccolo era conosciuto per il suo buon cuore, il suo nome era Fioraldo.
    Quando il ragazzo raggiunse l'età in cui si pensa al futuro, capì che se fosse rimasto in famiglia tutto il gregge del padre sarebbe andato ai suoi tanti fratelli maggiori e a lui che era l'ultimo non sarebbe toccato nulla. Così decise di partire per cercar fortuna e andare nella città di Stradadoro. Camminando luogo la riva del fiume vide una tartaruga che si era capovolta sul guscio che non riusciva a rimettersi dritta, allora gli si avvicinò e delicatamente la raddrizzò.
    - Grazie, bel giovane - disse la tartaruga - se un giorno avrai bisogno di aiuto ti basterà sussurrare sulla superficie dell'acqua "tartaruga, tartarughina vieni prima che si mattina", e io verrò subito da te. -
    Il giovane non fece in tempo a ringraziarla, che la tartaruga era già scomparsa sott'acqua. Proseguì lungo il suo viaggio, finché entrò in un bosco dove fu quasi travolto da una lepre che correva terrorizzata: - Sono inseguita dai cacciatori -, gli disse, - ti prego nascondimi! -
    Fioraldo la nascose allora nella sua giacca, e quando apparvero i cacciatori, disse loro di aver visto la lepre risalire lungo il fiume, così si allontanarono.
    - Grazie! - Disse l'animaletto uscendo dal suo nascondiglio, - Se mai avessi bisogno d'aiuto sussurra all'erba: "Ciuffetto, ciuffettino arriva in un minutino", e io verrò subito da te. -
    Detto la lepre saltellò via, mentre Fioraldo riprese il cammino quando, a un certo punto, vide uno scoiattolo che stava per essere ghermito da un'aquila; afferrò un sasso e lo scagliò contro il predatore che volò subito via. Lo scoiattolo cadde dal ramo impaurito, ma il giovane lo afferrò prima che cadesse a terra.
    - Per avermi salvato ti ringrazio. - disse lo scoiattolo - Se un giorno avrai bisogno di una mano sussurra agli alberi: "Ramo, rametto si qui in secondetto", e io verrò ad aiutarti. -
    Fioraldo salutò lo scoiattolo e raggiunse la città dove trovò subito lavoro come manovale.
    Nel palazzo di Stradedoro viveva la regina Rosilde a cui una fata alla nascita aveva donato un occhio fatato, la sovrana poteva vedere tutto ciò che voleva a patto di guardare nella direzione dove la cosa desiderata si trovava.
    Grazie al suo dono Rosilde sapeva tutto quello che accadeva nel suo regno, vedeva chi non faceva il suo lavoro e chi si comportava male prendendo provvedimenti, in questo modo il suo territorio prosperava e tutti erano contenti. Solo i consiglieri della sovrana si lamentavano: - Sua, maestà si deve sposare. Non sta bene che una regina sia senza un re. -
    Ogni giorno ripetevano le stesse cose e alla fine Rosilde stanca di sentirli decise di fare un proclama: chi sarebbe riuscito a nascondersi alla sua vista poteva averla in sposa. La regina sapeva bene che nessuno era a conoscenza di come nascond...

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    Last Post by Xander Ares il 11 Aug. 2021
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  3. Storie intorno al falò
    Raccolta di racconti horror e del mistero

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    Leggende
    Racconti
    By Xander Ares il 10 Aug. 2021
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    Quando ero piccolo non aspettavamo di andare in campeggio per raccontare storie di fantasmi, ne ci nascondevamo sotto le coperte con una torcia in mano. Durante le torride estati non ci chiudevamo in casa intorno a un condizionatore, cercavamo refrigerio nei vicoli del paese divertendoci con gli amici, ma quando giungeva una certa le persone che dovevano alzarsi presto si ritiravano e gli adulti ci ammonivano da fare rumore. Così privati della possibilità di correre urlando, cantare e quantaltro ci sedevamo sugli scalini di una casa disabita e iniziavamo a raccontare storie. Man mano che la nottata avanzava e i più piccoli andavano a letto il tenore delle storie diventava più cupo. Erano racconti che ci affascinavano mentre facevano venirci brividi lungo la schiena, tanto che anni dopo crescendo quelle stesse storie riaffioravano durante i falò sulla spiaggia quando nessuno portava una radio o una chitarra.
    Così per San Lorenzo ecco una piccola collezione di storie adatte ad essere raccontate intorno il fuoco per una serata diversa.

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    Last Post by Xander Ares il 10 Aug. 2021
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  4. Il vaso da notte
    Una volta il Munaceddhu iniziò a tormentare una povera donna facendole ogni sorta di dispetti...

    Una volta il Munaceddhu iniziò a tormentare una povera donna facendole ogni sorta di dispetti, per esempio si divertiva a intrecciare le fettuccine di stoffa che servivano legare i grembiuli da cucina, oppure scambiava il vino con l’aceto o prendeva i maccheroni freschi fatti in casa e gli impastava di nuovo rendendoli una massa informe.
    La povera donna disperata implorava il marito di cambiare casa, ma l'uomo era scettico su questi eventi paranormali, una notte però anche dovette ammettere che il Munaceddhu esisteva. Mentre la moglie dormiva pesantemente lui andò in cucina a prendersi un poco d'acqua e tutte le pentole che erano appese iniziarono a sbattere senza motivo, naturalmente tacque alla moglie sull'accaduto e acconsentì a cambiare casa.
    I compari sentendo che voleva traslocare a casa dello spiritello lo sconsigliarono, perché il Munaceddhu sicuramente avrebbe seguito la coppia nella nuova dimora. Per liberarsi del seccatore, secondo loro, doveva fare leva sul suo odio per le cose disgustose, mettendo al centro della camera da letto un bel vaso da notte ricolmò di cacca puzzolente, lo avrebbe costretto ad andar via sfruttando quell'odore terribile.
    La coppia, nonostante lo schifo da far vomitare, seguì il consiglio e andò a dormire sperando che il vaso da notte avrebbe fatto allontanare lo spiritello e i suoi dispetti. Tanta era l'agitazione che non chiusero occhio, tanto da essere ben svegli a mezzanotte, quando sentirono i tegami della cucina cominciare a sbatterle; il Munaceddhu era tornato puntualmente per tormentarli. Tutta era come al solito finché lo spiritello entrò nella camera da letto e vide il vaso dal contenuto asfissiante, subito stava per fiondarsi via come la coppia sperava, ma prima di sparire si avvicinò al letto e sputò in faccia a moglie e marito.

    Edited by Xander Ares - 15/10/2021, 17:14
    Last Post by Xander Ares il 9 Aug. 2021
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  5. La foto misteriosa
    In una tranquilla cittadina c'è un'associazione che tiene ogni anno una cena di gala in un antico monastero...

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    Racconti
    Short stories
    By Xander Ares il 8 Aug. 2021
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    In una tranquilla cittadina c'è un'associazione che tiene ogni anno una cena di gala in un antico monastero, un anno vi parteciparono anche il sindaco e la moglie per festeggiare la fine dei restauri ad un'ala da tempo temuta chiusa, e come consuetudine, prima del pasto vennero dette le preghiere. Il fotografo chiamato per immortalare l'evento, pensò di catturare il momento, quando però andò a rivede bene l'immagine notò una figura agghiacciante vestita da monaco in piedi all'estremità di un dei tavoli.
    Chiese un po' in giro, ma sembrava che nessuno dei presenti aveva visto l'uomo misterioso durante le preghiere, e nessuno alla cene era vestito da frate. Anche il fotografo non l'aveva visto mentre scattava la foto.
    Solo quando fu mostrata la foto a uno dei soci più anziani questo lo riconobbe dicendo: - Oh è solo il vecchio fantasma del frate, gli piace essere immortalato nelle foto, così ogni tanto appare quando fotografano questa sala. Ormai erano trentacinque anni che non si poteva accedere qui, immagino fosse impaziente di essere ripreso. -
    di Xander Ares

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    Edited by Xander Ares - 2/11/2021, 17:51
    Last Post by Xander Ares il 8 Aug. 2021
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  6. Il campanaro
    Un barbiere aveva un apprendista che faceva il sacrestano e quando arrivava l'ora che doveva andare in chiesa a suonare le campane...

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    Un barbiere aveva un'apprendista che faceva il sacrestano e quando arrivava l'ora che doveva andare in chiesa a suonare le campane mollava tutto in asso e scappava via.
    Il maestro non poteva farci molto a riguardo, perché se gli avesse detto di non andare a suonare le campane avrebbe dovuto litigare con il prete e tutte le eminenze della chiesa su, su fino al papa. Per questo il barbiere lo insultava sempre e l'apprendista si arrabbiava. Un giorno, dentro al salone, un po' prima che il sacrestano scappasse in chiese, il maestro chiamò i suoi nipoti e gli disse: - Venite che vi racconto una storia! -
    E iniziò a raccontare.
    C'era una volta un ragazzino che tornò a casa piangendo, chissà perché; andò dal padre e gli disse: - Papà mio, sai come hanno chiamato? -
    I padre disse: - Dimmi figlio mio, come ti hanno chiamato? - Ma la parola usata era brutta che il piccolo si vergognava anche di dirla. Il padre allora intuendo l'imbarazzo del fanciullo cercò di indovinare: - Per caso ti hanno chiamato ladro? -
    E il figlio rispose: - Magari mi avessero chiamato ladro! -
    Il padre allora riprovò ancora: - Per caso ti hanno chiamato farabutto? -
    E lui rispose ancora: - Magari mi avessero chiamato farabutto! -
    Il padre tento ancora: - Per caso ti hanno chiamato morto di fame? -
    E il figlio, sempre piangendo, rispose: - Magari mi avessero chiamato morto di fame! -
    Così il padre gli menzionò tutti i peggiori insulti che si potessero sentire a questo mondo e il ragazzo rispondeva sempre: - Magari mi avessero chiamato così! -
    All'ultimo il padre disse seccato: - Ma insomma, si può sapere come ti hanno chiamato? -
    Il figlio, singhiozzando dal gran pianto, rispose: - Papà mio, che vergogna! Mi hanno chiamato suonacampane! -
    Il discepolo sentendo così si irrigidì cercando di non far vedere che gli stavano venendo i vermi dalla rabbia; ma i bambini invece capirono tutto si misero a ridere. Quando venne l'ora e corse a suonare la campane, tanta era la rabbia che... poco ci mancò che le rompesse!
    Last Post by Xander Ares il 7 Aug. 2021
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  7. I carabinieri e il Munaceddhu
    C'era una tessitrice che il Munaceddhu aveva cominciato a perseguitare...

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    C'era una tessitrice che il Munaceddhu aveva cominciato a perseguitare, forse per il rumore prodotto dal telaio o perché la trovava antipatica fatto sta non si sapeva bene perché le facesse dispetti a non finire. Se una notte le arruffava il ritorto, un'altra le rovesciava il lume ad olia a terra, un'altra ancora le spezzava l'ordito o le sporcava la cisterna.
    Alla fine povera donna non sapendo più che fare denunciò i fatti carabinieri, le guardie pensando che fosse qualche malandrino a divertirsi ai danni della signora andarono a casa sua ad indagare, però furono presi a sassate senza vedere neanche l'ombra dell'autore dei misfatti.
    Quella stessa notte però il Munaceddhu si presentò a casa loro e ad uno ad uno gli saltò sullo stomaco mentre dormivano non facendogli chiudere occhio.
    Last Post by Xander Ares il 6 Aug. 2021
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  8. Il pretendente di Bianca
    Tra chi visita il castello di Oria c'è chi giura di avvertire una spettrale presenza femminile tra le stanze del maniero...

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    Tra chi visita il castello di Oria c'è chi giura di avvertire una spettrale presenza femminile tra le stanze del maniero. In vita si chiamava Bianca Guiscardi, pare che nel XIII secolo fosse una fanciulla dal carattere buono e gentile, dai modi sempre garbati e signorili, ma sopra ogni cosa così bella ed attraente da destare le invidie di molti.
    Purtroppo un potente nobile signore del posto si invaghì della ragazza, era diventata un chiodo fisso lui, una vera e propria ossessione, tanto che il nobile voleva a tutti i costi farla sua.
    Lui non era proprio un gentiluomo e non contento dei continui rifiuti da parte della ragazza, decise che l'avrebbe avuta ad ogni costo, anche attraverso l'uso della forza.
    Radunò un manipolo di mercenari senza scrupoli e le tese una trappola per rapirla in strada. Bianca quando li vide da lontano capì tutto corse verso il castello per cercare il riparo.
    Il nobile si mise a inseguirla, e la vide entrare nella fortificazione, questo non fece che alimentare la rabbia del signore, che ormai fuori di sé che decise di uccidere chiunque tentasse di ostacolare il suo scellerato intento. Così fece irruzione nel maniero con il suo drappello di scagnozzi.
    La giovane Bianca vedendosi in trappola decise di togliersi la vita piuttosto che cadere nelle braccia del pretendente. Mentre si trafiggeva il cuore con una lama maledisse la sua bellezza, causa della morte di coloro caduti per l'ira del nobile, e quel castello che doveva essere il suo riparo si rivelò la sua tomba.
    Da allora, il fantasma di Bianca si aggirerebbe bellissima per le stanze del castello con aria tranquilla per poi svanire in pochi istanti dopo.
    di Xander Ares

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    Edited by Xander Ares - 2/11/2021, 17:46
    Last Post by Xander Ares il 5 Aug. 2021
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  9. La predica della trippa
    C’era una volta un prete che era stato chiamato per officiare la serie di prediche che si tengono durante la quaresima...

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    C’era una volta un prete che era stato chiamato per officiare la serie di prediche che si tengono durante la quaresima. Una sera cominciò una predica che parlava del lavoro.
    - Lavorate solo per mangiare! – Diceva. – Fate di tutto per la vostra ingordigia, pensate solo alla vostra pancia, schiavi della vostra trippa. Voi lavorate solo per la vostra trippa... -
    Mentre il prete si sgolava, un poveraccio tornato esausto dal lavoro, era passato dalla piazza e vide nella bottega del macellaio tanta trippa rimasta invenduta e ne approfittò comprandone un bel po a buon prezzo. Per evitare che i cani in piazza l'addocchiassero la mise sotto il cappotto.
    Passando davanti alla Chiesa sentì la predica e incuriosito entrò. Appena entrato,
    sentì: - Lavorate per la trippa! – E di nuovo. – Lavorate per la trippa! -
    Il predicatore lo disse quattro, cinque volte che si lavora per la trippa, che si fa tutto per la trippa, il poveraccio sentendo così cominciò a seccarsi credendo che il prete stesse riprendendo solo lui, allora afferrò la trippa che aveva nascosto sotto il cappotto e gliela lanciò urlando: - Eccola, vatti a fottere! Non comprato mai più trippa in vita mia! -
    E se ne uscì infuriato, mentre tutti gli altri guardavano stupiti la trippa per terra di fronte all'altare.
    Last Post by Xander Ares il 4 Aug. 2021
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  10. Il figlio del becchino
    Qualche anno fa, un becchino si era costruito casa sopra la sua azienda, in modo da essere più comodo nello spostarsi da casa a lavoro...

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    Qualche anno fa, un becchino si era costruito casa sopra la sua azienda, in modo da essere più comodo nello spostarsi da casa a lavoro, specie per le veglie da tenere nella sua camera ardente.
    Così a causa della particolare situazione il suo figlioletto passava ore nell'impresa paterna di pompe funebri, crescendo senza temere i defunti.
    Un giorno, mentre suo padre stava facendo le pulizie, dopo un lungo turno di esposizione delle bare, il bambino annoiato andò nella camera ardente per vedere se c'era gente.
    Nella stanza non c'era alcuna bara, ma nonostante ciò un anziano signore era in piedi là.
    L'uomo vedendo il piccolo sorrise e fece un cenno di saluto con la mano, così il bambino pensò che fosse qualcuno che si era perso e gli chiese imitando suo padre: - Serve qualcosa? -
    - Oh, no. Sto solo aspettando per dare l'ultimo saluto. -
    Il piccolo aveva già sentito dire così da chi veniva nella camera ardente e pensò che forse doveva ancora arrivare la bara per la veglia.
    Sentendo le chiacchiere il padre andò a vedere che succedeva e chiese al bambino con chi stava parlando, il figlioletto subito gli raccontò tutto. Il becchino sentendo il racconto si ricordò che una veglia era prevista, ma solo tra molte ore e pensò di andare ad avvisare l'ospite per non farlo attendere in vano. Nella camera ardente però non c'era nessuno.
    Quando si avvicinò l'ora della veglia, il becchino preparò il piedistallo e portò la bara aperta nella stanza, il figlio vedendo il volto dell'uomo urlò: - Papà è lui? -
    Il padre confuso chiese: - Lui chi? -
    - E' l'uomo con cui ho parlato nella camera ardente. -
    di Xander Ares

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    Edited by Xander Ares - 2/11/2021, 17:45
    Last Post by Xander Ares il 3 Aug. 2021
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