1. Rossa come un peperone
    Un tempo il Munaceddhu prese in simpatia una ragazza di Nardò e ogni notte si infilava in camera portandogli in donò dei soldi...

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    Un tempo il Munaceddhu prese in simpatia una ragazza di Nardò e ogni notte si infilava in camera portandogli in donò dei soldi, raccomandandosi sempre di non dire niente a nessuno.
    La madre della ragazza però, vedendo la figlia che aveva tanto denaro, si insospettì e temendo che stesse facendo qualcosa di male iniziò a chiedergli con insistenza da dove provenivano tutti quei soldi.
    La ragazza inizialmente tenne a mente il monito dello spiritello, ma pressata dalle domande dalla madre abbassò la testa, per nascondere il viso rosso come un peperone, e raccontò che il Munaceddhu ogni notte la veniva a trovare.
    Beh, non l'avesse mai detto, lo spiritello indispettito non solo le portò mai più i suoi regali, ma per punirla gli fece mille dispetti non dandole mai pace. Le tirava giù la gonna mentre camminava, la solleticava fra le gambe quando era in mezzo alla gente, e quando diceva il rosario in famiglia le strappava dalle mani il rosario. Ormai tutto vicinato raccontava incredibile dicerie per spiegare il suo comportamento, così il Munaceddhu la fece diventare tutta rossa dalla vergogna ogni volta che usciva di casa.

    Edited by Xander Ares - 15/10/2021, 17:15
    Last Post by Xander Ares il 20 Aug. 2021
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  2. Le gatte macare
    C'era una volta un contadino che tutti giorni andava in campagna a cavallo del suo asinello con la zappa in spalla...

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    Storie salentine
    By Xander Ares il 19 Aug. 2021
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    C'era una volta un contadino che tutti giorni andava in campagna a cavallo del suo asinello con la zappa in spalla. Una sera mentre ritornava a casa, fu travolto dal maltempo. Vento, fulmini e gocce di pioggia grandi come olive gli impedivano di proseguire, perciò si mise a cercare in rifugio lì in campagna e così si trovò una vecchia pagghiara. Tutto infreddolito accese un gran bel fuoco e si sedette a scaldarsi.
    Il calore del focolare gli stava ridando forza quando notò entrare un gatto nero che zitto zitto si mise accanto al contadino a riscaldarsi, poco dopo ne entrò un altro, poi un altro ancora e così continuarono finché furono sette i gatti intorno al fuoco.
    Presto l'uomo si accorse che il tempo si era rasserenato, e così si preparò a correre per tornare in paese, prima che il tempo potesse cambiare di nuovo.
    Mentre si stava girando per andarsene vide che i gatti si erano trasformati in sette macare dai capelli scarmigliati e le vestiti sbrindellate, erano le figlie della notte e seguaci diavolo che danzavano quando il diluvia e c'è temporale. Il pover uomo riconoscendole si impaurì molto e voleva scapparsene a casa sua, ma le megere gli strinsero intorno bloccandogli ogni via fuga.
    Fu allora che la più vecchia, con un sorriso che aveva un solo dente, gli disse: - Vuoi fare un ballo con me? -
    - No, non posso devo tornare a casa, - rispose l'uomo, - e poi anche volendo non so ballare. -
    - Oh, che vergogna, così grande e non sa ballare. - disse una macarà con solo un occhio.
    - Non ti preoccupare, ti insegniamo noi a ballare. - ribatte un altra che aveva in capo solo tre ciocche di capelli.
    - Su non farti pregare, - riprese la più vecchia, - facci ballare un po' e poi potrai tornare a casa. -
    Insomma tanto fecero e tanto dissero che il contadino non sapeva più come rifiutare e iniziò a ballare con quella che aveva solo un dente. Ballarono come ossessi che quasi l'uomo non riusciva a respirare e quando la macarà su stanca, quella con un occhio solo si fece avanti: - Ora tocca a me ballare una pizzica. -
    Senza dare all'uomo il tempo di risponderle subito continuarono a ballare e quando anche lei fu stanca si fece avanti la macarà con tre ciocche di capelli dicendo: - Adesso è il mio turno. -
    Così una dopo l'altra tutte e sette si fecero avanti per ballare, ma quando arrivò il turno dell'ultima, che era la più giovane, il contadino era stanco è infuriato dall'insistenza delle sette, ma la macarà disse: - Se hai ballato con le altre è giusto che balli anche con me. -
    Il poverello però era esausto e sapeva che le sette non lo avrebbero mai lasciato andare via e decise di agire. Ballando si avvicinò alla sella dell'asinello, e in un battito di ciglia prese lo scudiscio, subito incominciò a frustarle tutte e sette con una tale forza, che staccò due dita della mano destra della più giovane.
    Le macare fuggirono via mentre il contadino saltò a cavallo dell'asinello e...

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    Last Post by Xander Ares il 19 Aug. 2021
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  3. Storie di Munaceddhi
    Raccolta di racconti

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    Le code intrecciate
    C'era un uomo che viveva con la moglie e la figlia a Leverano, ed aveva una stalla grandissima, piena di tantissimi meravigliosi cavalli.

    Stiamo cambiando casa!
    Un tempo viveva una vedova massara, il marito infatti era morto molti anni prima e lei viveva da sola...

    Gli sposini e il Munaceddhu
    Un giovanotto neretino appena sposato andò a vivere in una casa in contrada Pantalei speranzoso di iniziare una felice vita matrimoniale...

    Il ladro Munaceddhu
    Molti anni fa c'era una famiglia a cui continuamente sparivano soldi da dentro casa...

    Le monete sulla strada
    C'era una giovane maritata molto bella, che, come tutte le ragazze dei dintorni, era stata assunta come bracciante per la raccolta delle olive.

    La masseria spiritata
    Un massaro fece un contratto di affitto per dieci anni di una grande e stupenda masseria...

    I carabinieri e il Munaceddhu
    C'era una tessitrice che il Munaceddhu aveva cominciato a perseguitare...

    Il vaso da notte
    Una volta il Munaceddhu iniziò a tormentare una povera donna facendole ogni sorta di dispetti...

    L'olio del prete
    A Matino viveva un uomo che lavorava come guardiano in un frantoio, quel giorno avevano portato a macinare le olive un contadino e suo fratello...

    Là non possiamo stare più
    Si racconta che moltissimi anni fa, una famiglia era perseguitata dal Munaceddhu il quale faceva...

    Rossa come un peperone
    Un tempo il Munaceddhu prese in simpatia una ragazza di Nardò e ogni notte si infilava in camera portandogli in donò dei soldi...

    La pascolata notturna
    Dovete sapere la dimora preferita del Munaceddhu era la stalla, infatti molto spesso prendeva in simpatia una cavalla o un asinello...

    I passi sul terrazzo
    Tempo fa una famiglia si trasferì in una casa antica del '800 a Sannicola, presti i bambini di casa cominciarono a sentire la notte il rumore di passi...

    Le visite all'acquaio
    Un tempo una bella ragazza si era da poco maritata, quando un giorno mentre lavava le stoviglie nell'acquaio vide comparire il Munaceddhu...

    Che schifo!
    Un tempo un uomo era vittima degli scherzi del Munaceddhu, gli appariva come una lucetta bianca, ma nessun altro..

    Non vi preoccupate, l'ho pres...

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    Last Post by Xander Ares il 19 Aug. 2021
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  4. Là non possiamo stare più
    Si racconta che moltissimi anni fa, una famiglia era perseguitata dal Munaceddhu il quale faceva...

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    Si racconta che moltissimi anni fa, una famiglia era perseguitata dal Munaceddhu, il quale faceva il solletico sotto i piedi agli uomini addormentati, rovesciava i bicchieri pieni di vino, toglieva le sedie di sotto alle donne sedute, dava pizzicotti, tirava i capelli, insomma era un vero calvario.
    Così il capofamiglia, approfittando del giungere della scadenza del contratto d'affitto, decise di traslocare per sottrarsi ai disagi che lo spiritello procurava loro.
    Il giorno in cui scadeva era ferragosto, e, nonostante il sole che spaccava le pietre, la famiglia iniziò a fare avanti e indietro dalla nuova casa sul traino caricò con le povere cose, i vecchi mobili e quant'altro. Quando arrivarono all'ultimo carico di roba anche la moglie, la suocera e i loro figli montarono su con la caldaia piccola con la roba da mangiare già pronta per quando arrivavano e qualche caldaia e pignata vuote.
    Poco lontano dalla casa nuova incontrarono un conoscente che vedendoli tutto sul traino chiese: - Ehi compari, dove ve ne state andando di bello? -
    Prima che avessero modo di rispondere, come per incanto si alzò il coperchio della caldaia e videro per la prima volta la testa del Munaceddhu, che rispose - Stiamo traslocando che là non possiamo stare più. -

    Edited by Xander Ares - 15/10/2021, 17:14
    Last Post by Xander Ares il 18 Aug. 2021
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  5. Senzachioma e altre fiabe
    Raccolta di fiabe

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    By Xander Ares il 18 Aug. 2021
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    Senzachioma e altre fiabe
    di
    Xander Ares



    Senzachioma
    C'era una volta una principessa, tutti credono che le principesse abbiano lunghi capelli dorati e profondi occhi, azzurri come il cielo...

    La fortuna annunciata
    C'era una volta in un paese lontano ai confini tra Asia ed Europa un povero contadino, le uniche fortune dell'uomo erano...

    L'occhio magico della regina
    Tanto tempo fa c'era un pastore che aveva tredici figli, tra tutti questi il più piccolo era conosciuto per il suo buon cuore...

    Thomas e il coccodrillo
    Il piccolo Kol uscì dal guscio del suo uovo e iniziò a camminare lungo le sponde del fiume...

    Lista delle favole | Biblioteca



    Edited by Xander Ares - 5/11/2021, 15:44
    Last Post by Xander Ares il 18 Aug. 2021
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  6. Thomas e il coccodrillo
    Il piccolo Kol uscì dal guscio del suo uovo e iniziò a camminare lungo le sponde del fiume...

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    By Xander Ares il 17 Aug. 2021
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    Il piccolo Kol uscì dal guscio del suo uovo e iniziò a camminare lungo le sponde del fiume, quando incontrò Thomas, un biondo bambino che incuriosito da Kol lo afferrò per la coda trascinandolo via dai suoi fratelli e da sua madre. Thomas chiese a sua madre che animale fosse Kol e se poteva tenerlo, la donna gli spiegò che era un cucciolo di coccodrillo e che poteva tenerlo solo se prometteva di occuparsene lui, il bambino rassicurò la madre ed ottenne il permesso. Così Kol iniziò a piangere per la separazione dai suoi cari, mentre, rinchiuso in una vaschetta per pesci, veniva trasportato a New York.
    Nonostante la sua angusta prigione e i pasti saltati, a causa delle dimenticanze di Thomas, Kol cresceva forte e veloce e presto fu abbastanza grande da riuscire ad uscire dalla vaschetta. Il coccodrillo sperava di fuggire e tornare nella terra natia, ma Thomas lo ritrovò subito dietro il divano, la madre del bambino si infuriò e gli ordinò di sbarazzarsi di Kol. Il coccodrillo, sentendo ciò, pensò che il bambino gli avrebbe ridato la libertà, ma Thomas invece lo gettò nel water e tirò lo sciacquone, così il povero Kol fu trascinato dal gorgo generato dall'acqua cadente nelle tubature dove sparì.
    Gli anni si susseguirono e Thomas divenne grande, per lavoro era incaricato di sorvegliare lo stato delle fogne, un giorno Thomas percorrendo una grande tubatura si trovò davanti due scintillanti occhi che lo guardavano con odio.
    L'uomo puntò la sua torcia elettrica contro gli occhi mostruosi e vide che appartenevano ad un enorme coccodrillo bianco, era Kol che divorò in un solo boccone Thomas. Così il coccodrillo ebbe la sua vendetta sul responsabile delle sue disgrazie, colui che l'aveva strappato ai suoi cari, che l'aveva rinchiuso in una vaschetta, portato in una terra lontana, costretto alla fame e gettato nelle fogne dove non aveva più potuto vedere la luce del sole, e perciò il suo corpo divenne bianco, nelle fogne dove doveva nuotare in acque fetide e mangiare rifiuti.
    Ora Kol aveva avuto la vendetta per tutto il dolore provato, ma non poteva che piangere, perché ciò non aveva cancellato nè cambiato nulla.

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    Edited by Xander Ares - 18/8/2021, 15:44
    Last Post by Xander Ares il 17 Aug. 2021
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  7. Il ciocco di legno
    Nei boschi di Calalzo si dice che il Munaceddhu aspettava le donne che andavano in montagna a raccogliere legna.

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    Leggende
    Munaceddhu
    Racconti
    By Xander Ares il 16 Aug. 2021
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    Nei boschi di Calalzo si dice che il Munaceddhu aspettava le donne che andavano in montagna a raccogliere legna. Il dispettoso spiritello quando vedeva qualcuna, che non gli era simpatica, si trasformava subito in un bel ciocco di legno secco e si metteva nel bel mezzo della strada in attesa che la donna lo prendesse e lo mettesse nella cesta che lei si caricava in spalla per portarselo a casa.
    Quando la povera donna era vicina a casa, il Munaceddhu si trasformava nuovamente in spiritello, e con una gran risata scompariva fra le siepi, lasciando di stucco la malcapitata, che con tanta fatica e tanto sudore l'aveva portava giù dalla montagna.

    Edited by Xander Ares - 15/10/2021, 17:20
    Last Post by Xander Ares il 16 Aug. 2021
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  8. I chiodi
    C'era contadino che adorava riempirsi di vino e una mattina camminava per una strada soprannominata Via del Cristo...

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    C'era contadino che adorava riempirsi di vino e una mattina camminava per una strada soprannominata Via del Cristo, perché proprio al suo inizio c'è una parete con dipinto un grande Crocifisso in mezzo ai Santi Paolo e Vito, la sua particolarità che il pittore lo dipinse con quattro chiodi invece di tre come tutte le altre immagine del Crocifisso nel mondo.
    Volle il caso che il contadino si fermò proprio davanti a questo dipinto, si fece il segno della croce e stava per rimettersi in cammino quando si accorse che c'erano quattro chiodi e credette di vedere male e si incamminò per andare a lavorare. Quella sera quando rientro in paese si fermò di nuovo davanti all'immagine e di nuovo vide quattro chiodi, la cosa lo preoccupò perché credeva di aver visto male di nuovo, di essere malato e perciò andò dal suo dottore. Il medico conoscendolo bene gli disse: - Se uno la sera si ubriaca è logico l'indomani non vede bene, smetti di bere e ne vedrai tre. -
    L'uomo però non credeva troppo alla teoria del dottore, ma quella sera non toccò un goccio di vino, e il giorno tornò in Via del Cristo per contare di nuovo i chiodi, vedendo che erano sempre quattro torno arrabbiato dal medico, che per tenerlo contento lo mando dall'oculista.
    Quando lo specialista degli occhi sentì la storia dei quattro chiodi invece di visitarlo gli disse: - Non è che hai fatto confusione, quelli erano sicuramente tre e tu te ne ricordi quattro, se vai a controllare di nuovo vedrai che troverai tre di chiodi. -
    Di nuovo armandosi di santa pazienza il contadino torno a vedere il Crocifisso, arrivando a contare con le dita i chiodi uno a uno per essere sicuro, ma sempre quattro rimanevano. Con il fumo che gli usciva dalle orecchie ritorno di nuovo dal suo medico e gli chiese: - Senti dottore, il Cristo quanti mani e quanti piedi ha? -
    - Due e due. - rispose.
    - E se li sommi quanto fanno? -
    - Quattro! -
    - E se sono quattro non servono quattro chiodi? -
    Il medico fu preso in contropiede dal ragionamento disse: - Si, hai ragione. -
    - Lo vedi? Dottore tu mi puoi prendere in giro con la vista, ma non con i conti. - E tutto felice il contadino se ne andò.

    Edited by Xander Ares - 15/8/2021, 11:17
    Last Post by Xander Ares il 15 Aug. 2021
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  9. I due innamorati del Fiume Celeste
    Nei tempi dei tempi che furono, l'imperatore del cielo, Tentei, adorava i bellissimi vestiti tessuti sulle rive del Fiume Celeste da sua figlia...

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    By Xander Ares il 14 Aug. 2021
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    Nei tempi dei tempi che furono, l'imperatore del cielo, Tentei, adorava i bellissimi vestiti tessuti sulle rive del Fiume Celeste da sua figlia Orihime.
    La principessa sapeva quanto suo padre amasse le sue creazioni e per compiacerlo si impegnava ogni giorno duramente nell'arte della tessitura, ma Orihime era anche molto triste perché, a causa di tutto il tempo che dedicava al suo fuso, non poteva incontrare dei giovanotti e innamorarsi.
    Suo padre vedendo la grande solitudine e malinconia della giovane si mosse a pietà, e pensò di trovarle un marito. Presto la sua attenzione fu colta da un giovane mandriano che abitava sull'altra sponda del Fiume Celeste, il suo nome era Hikoboshi, e chiunque lo conosceva come un gran lavoratore che passava le sue giornate facendo pascolare i buoi.
    La dedizione alla sua occupazione ricordava all'imperatore sua figlia. Subito organizzò tra i due giovani che caddero vittime dell'amore a prima vista, giurandosi a vicenda eterno amore ed eterna dedizione.
    In breve la coppia si sposò, ma presi dal grande amore, finirono per trascurare i loro doveri, Orihime quasi non tesseva più e Hikoboshi non sorvegliava i suoi buoi lasciandogli vagare incontrollati attraverso la volta celeste.
    Per questo comportamento Tentei si adirò molto e decise di separare gli sposi, costringendoli a vivere su sponde opposte del Fiume Celeste e proibì ai due di incontrarsi ancora.
    La principessa, separata dal suo amato, piombò nella tristezza più profonda piangendo notte e giorno, tanto che alla fine suo padre sentì il cuore stringersi dal dispiacere e decise di permettere alla figlia di andare dallo sposo una volta l'anno, a patto che per il resto dell'anno lavorasse duramente e finisse ciò che stava tessendo.
    Quando, però, la principessa andò da Hikoboshi per la prima volta, si accorse che non poteva attraversare il Fiume Celeste, perché non c'erano ponti, e si rimise a piangere così tanto che uno stormo di gazze si commosse.
    Gli uccelli per permettergli di attraversare il fiume salirono in cielo con un rametto nel becco e intrecciano per loro un grande ponte sul bianco fiume di stelle.
    Così ogni anno i due sposi si riuniranno nel Fiume Celeste che oggi chiamiamo Via Lattea, a meno che Orihime non faccia in tempo a finire di tessere, in tal caso l'imperatore del cielo non le darà di permesso di raggiungere Hikoboshi e dal cielo pioveranno le lacrime della principessa.
    Last Post by Xander Ares il 14 Aug. 2021
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  10. L'olio del prete
    A Matino viveva un uomo che lavorava come guardiano in un frantoio, quel giorno avevano portato a macinare le olive un contadino e suo fratello...

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    A Matino viveva un uomo che lavorava come guardiano in un frantoio, quel giorno avevano portato a macinare le olive un contadino e suo fratello, un prete che si diceva fosse in simpatia al Munaceddhu.
    Quella notte il guardino avvistò una figura che trasportava l'olio dal bidone zincato dell'agricoltore a quello del prete.
    Il sorvegliante si avvicinò per vedere meglio chi fosse, non l'avesse mai fatto. Il sangue gli raggelò alla visione e dal bagliore che emanavano gli occhi della figura, era lo spiritello che si fermò un attimo e lo guardò, l'uomo era talmente atterrito che si ammalò di una febbre altissima. Quando gli chiedevano del furto dell'olio lui non riusciva a spiegare chi ne fosse l'autore, poiché veniva colto da intensi brividi ogni volta che stava per pronunciare Munaceddhu.
    Alla fine il poveraccio guarì solo quando il prete restituì al fratello la quantità d'olio che lo spiritello aveva sottratto, e la guardia finalmente potè raccontare il fatto.

    Edited by Xander Ares - 15/10/2021, 17:14
    Last Post by Xander Ares il 13 Aug. 2021
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