C'era una volta una devota formichella che ogni domenica andava a sentire messa. Una domenica mentre usciva dalla chiesa trovò un soldo è pensò: -
- Che mi compro con questa moneta? Mi compro una noce? No! Ha il guscio e se mi resta in gola e mi fa soffocare. Mi compro una ciliegia? No! Ha il seme grosso, se mi resta in gola e mi fa soffocare. Mi compro un nastro colorato, mi lego i capelli, m'affaccio alla finestra e cerco marito. -
Così pensò e così fece, e mentre stava affacciata alla finestra passò compare asino.
- Comare formichella che fai alla finestrella? -
- Mi voglio maritare! -
- Per caso vuoi me? -
- E tu come fai di notte? -
- Iiihooo...Iiihooo...Iiihooo! -
- Che suono brutto! Io mi spavento, non ti voglio. -
Di li a poco passò compare cane.
- Comare formichella che fai alla finestrella? -
- Mi voglio maritare! -
- Per caso vuoi me? -
- E tu come fai di notte? -
- Bauh ... bauh ... bauh! -
- Che suono brutto! Io mi spavento, non ti voglio. -
Passò qualche minuto e di un compare micio:
- Comare formichella che fai alla finestrella? -
- Mi voglio maritare! -
- Per caso vuoi me? -
- E tu come fai di notte? -
- Miaooo ... miaooo ... miaooo! -
- Che suono brutto! Io mi spavento, non ti voglio. -
Passò compare sorcetto:
- Comare formichella che fai alla finestrella? -
- Mi voglio maritare! -
- Per caso vuoi me? -
- E tu come fai di notte? -
- Zìuzìu ... zìuzìu ... zìuzìu! -
- Come sei carino, si voglio te. -
Così pensò e così fece e si sposarono.
Gli sposi erano felici e contenti. La domenica comare formichella andando in chiesa disse a compare sorcetto: - Stai tranquillo che ho cucinato, ora che torno mangiamo. -
Rimasto solo compare sorcetto sentì un profumino che veniva dalla cucina, così un po' per fame, un po' per golosità, si arrampicò sulla pentola, cadde dentro e morì.
Quando la formichella tornò a casa si accorse che compare sorcetto non c'era e pensò che fosse uscito.
L'aspettò per un pò e poi pensò: - Bhè! Io mangio. Quando tornerà a casa mangierà anche lui. -
Mentre apparecchiava, vide compare sorcetto morto nella pentola e si mise a piangere e disperasi - Sorcetto, sorcetto mio, sei morto cucinato! Mi hai lasciata vedova per la golosità della pentola! -
Comare formichella pianse così tanto il marito che alla fine lo raggiunse in paradiso.
Riadattato da un racconto orale salentino da Xander Ares« Precedente | Indice | ...
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