1. La masseria spiritata
    Un massaro fece un contratto di affitto per dieci anni di una grande e stupenda masseria...

    Like       0 Comments   169 Views
    .
    Un massaro fece un contratto di affitto per dieci anni di una grande e stupenda masseria.
    Dopo qualche settimana che si era trasferito con tutta la famiglia e gli animali nella nuova dimora iniziò a notare che quando si recava nella stalla per governare le sue bestie di buon mattino, quando non era ancora giorno, le code dei cavalli erano abilmente intrecciate o annodate.
    Nei giorni seguenti trovò i secchi con la biada capovolti e rovesciati per terra, le mangiatoie dei cavalli svuotate per farli morir di fame, tutte cose che con la sua semplice ragione non sapeva giustificare.
    I compari iniziarono pensare che fosse il Munaceddhu e gli suggerirono di mettere vari quadri di San Cristoforo nella stalla, ma lo spiritello non dovette averla prese bene perché iniziò a legargli le stringhe delle scarpe legate in maniera intricata ed ogni notte il berretto da notte di qualcuno in casa per essere trovato solo il giorno dopo.
    Chiese consiglio ai compari che stavolta gli suggerirono la disinfestazione di tutti i locali con polvere di calce viva, quando però lo fece lo spiritello buttò giù dalla culla mentre dormiva il figlioletto del massaro.
    L'uomo allora chiamò l'arciprete a esorcizzare l'intera masseria e il Munaceddhu rigettò il bambino il bambino giù dalla culla. Tutti in famiglia erano esasperati ed arrabbiati tanto da rimproverare violentemente il proprietario della masseria, per aver taciuto dell’esistenza del malevolo spirito alla firma del contratto di affitto.
    Alla fine il massaro e i suoi famigliari furono costretti ad abbandonarono la tenuta nonostante tutte le colture in corso, che erano costate loro fior di quattrini e di lavoro.

    Edited by Xander Ares - 2/8/2021, 15:31
    Last Post by Xander Ares il 2 Aug. 2021
    .
  2. La montagna delle due fortune
    Un tempo nella parte più antica della città di Nardò aveva la bottega un danaroso commerciante di nome don Gregorio.

    Tags
    Favole
    Storie salentine
    By Xander Ares il 1 Aug. 2021
    Like       0 Comments   153 Views
    .
    Un tempo nella parte più antica della città di Nardò aveva la bottega un danaroso commerciante di nome don Gregorio. La fortuna favoriva particolarmente don Gregorio, quanta più merce usciva dalla bottega, tanta e di più miracolosamente ne entrava, i depositi si riempivano di grano, fave, olio, e di ogni ben di Dio.
    E ogni volta che non c'era più posto negli immensi magazzini si portava portava qualcosa a casa per fare posto al nuovo che arrivava, e così accumulava ricchezze e possedimenti, colmando scaffali, depositi e ripostigli.
    La casa di don Gregorio però sembrava diventare sempre più piccola, anche le più piccole stanze erano ricolme, sotto al tavolo da pranzo c'erano i bidoni dell'olio, si sedeva sulle del vino novello. Se camminava per le stanze doveva stare piegato per sbattere la testa contro i salami e i cosciotti appesi a stagionare. Quando dormiva si coricava sui sacchi dei legumi, perché il suo letto era pieno di forme di formaggio.
    Finché don Gregorio fu stanco della situazione e cercò di donare un po' di roba per liberare la casa da qualcosina, ma appena dava qualcosa via ritornava moltiplicata per tre. Il commerciante si sentì perseguitato, assediato e oppresso dalla sua stessa fortuna, se almeno ci fosse stato un metodo per farla smettere. Fu allora che ricordò che gli antichi dicevano che nelle notti di Luna piena, andando a mezzanotte alla Montagna Spaccata si poteva invocare la fortuna.
    Però don Gregorio pensò tra sé e sé: - La notte però è umida e io ho i reumatismi, inoltre se vado lì così tardi domani non potrò lavorare e poi ci vuole qualcuno giovane per la scalata. -
    Allora chiamo il fedele Ginetto, il più povero tra i suoi servitori, morto di fame da sempre, gli abiti a brandelli, i piedi nudi pure d’inverno e una famiglia numerosa sulle spalle.
    Due monete d'argento, due bei carlini promise a Ginetto per andare a mezzanotte alla Montagna Spaccata e invocare la fortuna di don Gregorio, alla quale avrebbe dovuto riferire che il suo padrone non voleva che gli mandasse più niente.
    Ginetto, allettato dalla ricompensa di questa ambasciata, andò inerpicandosi sul punto più alto della Montagna Spaccata.
    Il servo pensò che fortuna si trovasse lontana, forse al di là del mare e per farsi sentire gridò ad alta voce: - Fortuna di don Gregorio, fortuna di don Gregorio... vieni qui. -
    Nella calma notte di mezza estate la fortuna del mercante non tardò a comparire, era una brutta vecchia che non smetteva mai di filare con la conocchia.
    - Cosa vuoi? - chiese con tono irritato la fortuna.
    Pronto Ginetto le riferì l'ambasciata: - Il mio padrone don Gregorio, mi ha incaricato di dire, che per carità si scordasse di lui almeno per un poco, e di non fargli più doni, perché lui non sa più che farsene della roba, ormai i magazzini sono ricolmi e anche le stanze più piccole della casa. -
    Sotto la luna bianca come calce la vecchia ascoltò in silenzio l'ambasciata per poi rispondere...

    Read the whole post...

    Last Post by Xander Ares il 1 Aug. 2021
    .
  3. La Casa della Morte
    Un tempo a Brindisi c'era un palazzo posto nelle immediate vicinanze della stazione ferroviaria...

    Like       0 Comments   150 Views
    .
    Un tempo a Brindisi c'era un palazzo posto nelle immediate vicinanze della stazione ferroviaria, dalla parte sinistra per che dalla città si dirige verso la stazione. Era un palazzo strano ormai sconosciuto a quasi tutti i brindisini.
    Quando si costruì la ferrovia in città, si pensò di creare un'asse stradale di collegamento tra il porto e la stazione ferroviaria. Naturalmente chi era in carica dei progetti ragionò con i piedi, come avviene anche oggi, e per fare spazio alla costruzione si demolì il cinquecentesco Torrione di San Giorgio, anche se non coincideva topograficamente con il progetto.
    Un faccendiere forestiero, tale Oronzo Cappelli, pensò di costruire sulla scarpata un palazzo sfruttando le fondamenta del baluardo distrutto. Quando fu ultimato nel 1865 i brindisini che vi passavano davanti furono presi dal terrore che incuteva la sua lugubre struttura, camere senz'aria ne luce, senza cucine e senza bagni, quasi che le sue labirintiche forme architettoniche fosse state pensate per essere delle catacombe.
    La gente fu così portata a chiamarla l'edificio la Casa della Morte, dove secondo la gente tutti gli spiriti di chi era morto nell'antico bastione si erano trasferiti, vagavano di notte sotto gli archi delle sue strette finestre dei sui lugubri interni.
    Dalla sua costruzione, per trentadue anni, la casa continuò a rimanere deserta ed abbandonata, perché tutti si rifiutavano di occuparla. Alla fine il lugubre palazzo fu per anni adibito a private abitazioni dove solo i più poveri andavano a vivere sfidando le voci.
    Nonostante si trovasse immediatamente davanti agli occhi dei viaggiatori giungevano a Brindisi per ferrovia, fu vergognosamente mantenuto in piedi, dietro lo sdegno degli intellettuali che spingerono per la sua demolizione nel corso delle generazioni.
    Alla fine nel 1931, dopo era rimasta in piedi per ben 66 anni la Casa della Morte fu demolita per far posto alla casa della GIL1, ma come una maledizione anche questo edificio fu vittima della sfortuna. Esattamente dieci anni dopo anche fu distrutto, raso al suolo dai bombardamenti degli aerei inglesi nel novembre 1941.
    Per tredici anni nessuno ebbe il coraggio di costruire qualcosa su quel lotto di terreno maledetto su cui oggi sorge Palazzo Virgilio.
    di Xander Ares

    1 Gioventù italiana del Littorio

    « Precedente | ...

    Read the whole post...

    Last Post by Xander Ares il 31 July 2021
    .
  4. Le monete sulla strada
    C'era una giovane maritata molto bella, che, come tutte le ragazze dei dintorni, era stata assunta come bracciante per la raccolta delle olive.

    Like       0 Comments   149 Views
    .
    C'era una giovane maritata molto bella, che, come tutte le ragazze dei dintorni, era stata assunta come bracciante per la raccolta delle olive.
    Fu proprio andando in campagna che il Munaceddhu la vide e si invaghì di lei e temeva che potesse non andare più a lavorare in campagna, perché non l'avrebbe vista più.
    Si sa che lo spiritello di solito è invisibile ed appare solo a chi prende in simpatia, così un giorno apparve alla giovane, e le disse: - Ogni mattina che andrai a lavorare in campagna io farò in modo che tu trovi una moneta d'oro in mezzo alla strada. Mi raccomando però bada bene di non dir nulla a nessuno, nemmeno a tuo marito. -
    E così ogni giorno andava in campagna e ogni giorno trovava una moneta d'oro lunga la strada, il marito vedendo la moglie spendere soldi di cui lui non sapeva la provenienza si insospettì e decise di accompagnarla quando andava in campagna. Quando arrivarono al solito posto, dove il Munaceddhu le lasciava il suo dono, la donna si chinò a raccogliere la moneta, il marito se ne accorse chiese sospettoso: - Che hai trovato?-
    - Un bottone. - rispose la moglie.
    L'uomo però ben capiva che era una bugia e la frugò nel corpetto, da dove uscì la moneta d'oro. Arrabbiato il marito arrivò a minacciare di picchiarla se non avesse detto la verità, la giovane impaurita dovette dire tutto del folletto cascamorto e di come le faceva trovare tutte le mattine una moneta.
    Il Munaceddhu si arrabbiò tantissimo perché aveva raccontato tutto al marito e non solo da allora in poi non mise più le monete d'oro sulla strada, ma quella per vendetta lo spiritello si sedeva sul suo seno mentre dormiva rendendole difficile respirare, e non contento le fece una tale calcata saltellando su e giù che poco ci mancò che le schiacciasse anche l'anima.

    Edited by Xander Ares - 15/10/2021, 17:13
    Last Post by Xander Ares il 30 July 2021
    .
  5. La ragazza della Costa Morena
    Erano da poco passate le ventitre di una fredda serata invernale, due giovani di Brindisi andavano in auto nella zona della Costa Morena...

    Like       0 Comments   180 Views
    .
    Erano da poco passate le ventitre di una fredda serata invernale, due giovani di Brindisi andavano in auto nella zona della Costa Morena, quando notarono sul ciglio della strada la presenza di una bella ragazza bruna dai lunghi e lisci capelli. Con la sua figura alta e slanciata sembrava una di quelle modelle che escono in televisione.
    I due rallentarono l'auto avvicinandosi alla ragazza e lei vedendoli chiese loro di accompagnarla in città poiché, a seguito di un litigio, il suo ragazzo l'avrebbe abbandonata in quel posto.
    Al ragazzo che guidava la giovane sembrava familiare, ma durante il tragitto non riuscì a sapere nulla di più di quello che aveva già detto, e che suonava sempre di più come una bugia. Giunti in città le chiese dove avrebbero dovuto lasciarla.
    - Vicino al cimitero. - rispose lei con un tono che non lasciava spazio a nessun altra domanda.
    Arrivati a destinazione, la ragazza scese dall'auto, dirigendosi senza esitazione verso il piazzale antistante il camposanto.
    Le abitazioni distavano un po' dal luogo in cui si era fatta lasciare, perciò i due sul mezzo si soffermarono qualche minuto per sincerarsi sulla sicurezza della ragazza. Fu allora che la ragazza invece di dirigersi verso le case andò verso l'ingresso del cimitero, ed aver attraversato il cancello perfettamente chiuso come se fosse aria, entrando nel campo santo.
    Fu in quel momento che ai due giovani ritornò in mente la tragedia avvenuta due anni prima, una storia che era stata sulla bocca di tutti, una splendida ventenne di nome Paola era morta assieme alla madre. Le due donne si trovavano nel piazzale antistante la banchina di Costa Morena in un'auto, poco distante da dove avevano fatto salire sull'auto la ragazza.
    La madre si esercitava lì per riprendere dimestichezza con la guida dopo anni in cui non aveva toccato un volante, Paola al suo fianco ad aiutarla spigandogli, ciò che non ricordava, poi un attimo di distrazione, una manovra errata e l'auto finì nelle acque del porto con le due donne che morirono annegate.
    Da tempo si era sparsa la voce che ogni notte a Costa Morena aggirava una bella ragazza, simile a Paola, che compariva e spariva all'improvviso.
    I due collegando tutto insieme capirono che la ragazza era il fantasma di Paola.
    di Xander Ares

    « Precedente | Storie intorno al falò | Prossimo »...

    Read the whole post...

    Last Post by Xander Ares il 29 July 2021
    .
  6. La gallina sparita
    Tanti anni fa un compare aveva perso una gallina, e in mezzo alla strada si mise a discutere con una comare che viveva davanti a casa sua...

    Like       0 Comments   165 Views
    .
    Tanti anni fa un compare aveva perso una gallina, e in mezzo alla strada si mise a discutere con una comare che viveva davanti a casa sua. La donna aveva una gallina che il giorno prima non aveva, il vicino sospettò che la comare avesse preso lei la sua chioccia e decise di affrontarla.
    La donna accusata di essere una ladra subito ribatté che in casa non c'era una gallina che non era sua, e il compare di suo ribatteva... insomma stavano quasi per litigare, nel frattempo tutto il vicinato si era riunito tutto per assistere alla discussione fissandogli con tanto di occhi neanche fossero a teatro.
    Alla la comare disse: - La gallina è mia, vuoi che non riconosca una gallina spennata e vecchia da una gallina giovane. -
    Quando il compare sentì così guardò bene la gallina e si rese conto che era un animale ancora giovane, mentre la sua era prossima ad essere buona solo per il brodo. Guardandosi attorno vide tutti lo guardava e divenne rosso poiché doveva ammettere di essersi sbagliato, quindi si rivolse verso di loro e disse: - Signori e signore, scusate... non era la mia gallina! -
    Last Post by Xander Ares il 28 July 2021
    .
  7. Introduzione - Come nasce il pane e altre storie
    Siamo arrivati al terzo volume di questa raccolta delle tradizioni orali del Salento.

    Siamo arrivati al terzo volume di questa raccolta delle tradizioni orali del Salento. La prima storia è fiaba, "Come nasce il pane", che è una variante locale della più nota di "Boffin Boffetta", più snella e lineare ricorda la canzone "Ci vuole un fiore" di Sergio Endrigo nel suo spiegare ai bambini il lavoro della filiera necessario per ottenere del pane, una cosa che oggi diventa sempre più importante visto che molti bambini, e qualche adolescente, credono che il cibo sia creato nei supermercati. Altra variante è "Occhi di Sole" che riprende le tematiche di "Biancaneve" eliminando tutto ciò che c'è di soprannaturale, aggiungendo invece una differenza di classe sociale che il duro lavoro porterà ad azzerare, tematica molto presente nel mondo della tradizione contadina del Salento. "Comare Volpe e il pozzo" invece è una variante locale di "Il lupo e la volpe" di Jean de la Fontaine in cui si loda l'astuzia. Di contro nelle fiabe "Il diavolo e i carrettieri" e "Gli stolti e i furbi" si insegna che la troppa furbizia non serve a nulla se non si hanno buoni propositi. Di queste due storie la prima è raccontata nella Grecia Salentina ed molto simile a "I due compari mulattieri" una fiaba popolare di Ragusa che Italo Calvino ha raccolto nel suo volume "Fiabe italiane", invece la seconda è raccontata nella zona di Neviano.
    Invece per i 'Cunti in questo volume si è fare qualcosa di un po' diverso, a parte "L'asinello di Felice" raccontato vicino Lecce e il divertente "I volponi e il coniglio" che è un racconto gallipolino, tutte le altre storie hanno un unico punto fondamentale: il Santissimo Crocifisso di Galatone. Per la ricorrenza dei quattrocento dal miracolo della santa immagine del 2 luglio 1621, si è raccolto alcuni dei racconti più famosi riguardati il miracoloso affresco, come quello di Maria Manca del 21 ottobre 1618.

    Vi saluto augurandovi buona lettura.

    « Precedente | Indice | Prossimo »
    Fiabe e 'Cunti salentini | Biblioteca



    Edited by Xander Ares - 28/7/2021, 12:19
    Last Post by Xander Ares il 28 July 2021
    .
  8. Il diavolo e i carrettieri
    C'era una volta un diavolaccio che camminava un po' zoppicate e perciò tutti gli altri diavoli dell'inferno lo chiamavano il Diavolo Zoppo...

    Tags
    Favole
    Storie salentine
    By Xander Ares il 27 July 2021
    Like       0 Comments   137 Views
    .
    C'era una volta un diavolaccio che camminava un po' zoppicate e perciò tutti gli altri diavoli dell'inferno lo chiamavano il Diavolo Zoppo. Un giorno il satanasso venne a sapere che la figlia del Re era bella come il sole, ma superba e voleva sposare solo un principe con i capelli d'oro e i denti di bianca perla.
    Il Diavolo Zoppo subito si trasformò in un principe vestito di raso e con un nave carica di oro e gioielli partì per il castello del Re.
    Vedendo arrivare con tante ricchezze e i capelli d'oro e i denti di bianca perla, la principessa lo invitò a palazzo a prendere il tè. Quando i due furono vicini il diavolo disse di voler bisbigliare una cosa segreta alla fanciulla, appena lei si accostò le mise sette spiriti nelle orecchio che parlavano sempre.
    Alla ragazza sembrò di ammattire mentre il diavolo svanì in una nuvola di fumo.
    Mentre il satanasso tornava negli inferi vide due carrettieri che discutevano, uno di loro si era arricchito con trucchi e menzogne e perciò sosteneva che chi fa il male trova il bene. L'altro era un uomo onesto e timorato di Dio perciò diceva che chi fa il bene trova il bene, e chi fa il male trova il male.
    I due non riuscivano a mettersi d'accordo, perché ognuno difendeva a spada tratta la propria opinione, allora il carrettiere arricchito disse: – Chiediamo alla prima persona che incontreremo che faccia lui da giudice. -
    Il Diavolo Zoppo sentendo così si trasformò in vecchietto e si avvicinò ai due che vedendolo dissero: - Saggio vecchio, dicci secondo te chi fa il male trova il bene o troverà il male? Perché noi non riusciamo a metterci d'accordo. -
    Il satanasso travestito rispose: – Io so per la mia esperienza che chi fa il male trova il bene. -
    Sentita la risposta l'arricchito disse: – Abbiamo avuto la risposta. Ammetti di avere torto? -
    Il carrettiere onesto non era convinto e disse: - Può essere solo un caso, chiediamo a tre persone e vediamo a chi più gente da ragione. -
    - D'accordo. - rispose l'altro. - Ma se daranno ragione a me, tu mi darai i cavalli e il carretto con tutto l'olio; se daranno ragione a te sarò io che li darò a te. -
    Quando l'onesto uomo accettò il diavolo riapparve travestito da cavaliere e i due carrettieri si avvicinarono dicendo: - Messere ascoltateci per favore. Noi due non ci mettiamo d'accordo; io dico che chi fa il male trova il bene e chi fa il bene trova il male. Lui invece dice che chi fa il bene trova il bene, e chi fa il male trova il male. Chi ha torto e chi ragione? -
    Il diavolo sorridente rispose: – Io so che chi fa il male trova il bene e chi fa il bene trova il male. –
    L'arricchito disse allora all'onesto: - Ora son due, vuoi ammettere di essere nel torto o dobbiamo continuare. -
    Il carrettiere timorato di Dio non voleva dargli ragione e si mise a cercare il terzo giudice. Il satanasso allora riapparve vestito da nobiluomo.
    - Nobil signore! - dissero i due. - V...

    Read the whole post...

    Last Post by Xander Ares il 27 July 2021
    .
  9. La scorreggia della morte
    Un contadino andò, a cavallo del suo asinello, in campagna a potare gli alberi di olive...

    Like       0 Comments   129 Views
    .
    Un contadino andò, a cavallo del suo asinello, in campagna a potare gli alberi di olive. Mentre stava in cima a un albero un altro contadino di passaggio si accorse che stava tagliando proprio il ramo su cui era e gli urlò: - Compare fermati o cadrai giù. -
    Neanche a farlo appena lo disse il ramo si spezzò cadendo con tutto il contadino, per fortuna nonostante la caduta quello non si fece niente, ma incuriosito dall'accaduto disse: - Compare come facevi a sapere che sarei caduto, sai leggere il futuro? -
    L'altro capendo che il compare non era molto intelligente rispose: - Si come no, leggo il futuro. -
    - Allora sai dirmi quando morirò? Dai dimmelo, dimmelo! -
    L'altro tutto divertito disse: - Sì, tu morirai quando sentirai il tuo asino scorreggerà tre volte. -
    Il contadino udendo ciò decise di correre subito a casa per evitare di sentire l'animale scorreggiare. Saltò in groppa al povero asinello, ma la povera bestia era pur sempre parente del mulo e non voleva saperne di muoversi. L'uomo prese allora a spronarla dandogli calci nello stomaco, così stimolato al povero animale scappò una bello peto fragoroso, di quelli che neanche se avesse mangiato fagioli per settimane.
    Il contadino sentendo il boato pensò: - Mamma mia, il primo è già andato! Però ne ho ancora due posso ancora arrivare a casa salvandomi. -
    Lungo la strada però un'altra volta strombazzando l'asinello si liberò di tutta l'aria che aveva in stomaco. L'uomo sempre più preoccupato diceva fra sé e sé: - Oh Dio! Ancora uno è sarò morto, se mi sbrigo forse riuscirò a salvarmi. -
    Così prese di nuovo a spronare come poteva la sua cavalcatura, ma tutta quella agitazione smosse ancora di lo stomaco dell'animale, e in breve tuonò una terza scorreggia.
    Il contadino sentendola pensò che era ormai morto e scese dall'asinello per sdraiarsi a terra, attendendo che qualche anima buona lo seppellisse.
    Presto fu l'ora in cui i contadini terminano il loro lavoro nei campi e si misero sulla via che portava in paese, quando si videro davanti un uomo sdraiato per terrà ad occhi chiusi con l'asino accanto pensarono che fosse morto, quindi lo caricarono a pancia sotto sull'animale, legandolo bene perché non cadesse.
    Arrivati in paese con la "salma", sorgeva il problema di a chi consegnarla, nessuno di loro conosceva il contadino e non sapevano chi erano i suoi parenti, fu allora che uno propose di portarlo nella piazza principale del paese, lì prima o poi sarebbe passato qualcuno che lo conosceva.
    Quando arrivarono a un bivio il "morto" si accorse che lo stavano portando per la via più lunga, e si voltò verso gli altri indicando un'altra strada mentre diceva: - Ehhh! Quando ero vivo io, prendevo sempre da quella parte per fare più in fretta. -
    E tutti capirono che era vivo e stolto.
    Last Post by Xander Ares il 26 July 2021
    .
  10. Il ladro Munaceddhu
    Molti anni fa c'era una famiglia a cui continuamente sparivano soldi da dentro casa...

    Like       0 Comments   156 Views
    .
    Molti anni fa c'era una famiglia a cui continuamente sparivano soldi da dentro casa, poiché l'evento era troppo frequente perché fosse qualche estraneo la padrona di casa iniziò a credere che fosse opera del Munaceddhu.
    Qualcuno consiglio alla donna di appendere in casa un quadro di sant'Anastasio, santo protettore di chi veniva derubato dei suoi averi, certamente lo spiritello sarebbe stato scacciato dal santo nemico dei ladri.
    Subito nella casa fece la comparsa dell'immagine sacra, ma non ci fu niente da fare, i soldi continuavano a sparire. La donna non capiva perché il quadro del santo non riusciva a scacciare il Munaceddhu, perciò mise dei soldi in bella vista e si nascose in attesa per vedere che succedeva. Sorpresa delle sorprese a rubare il danaro era uno dei figli, interrogandolo scoprì che il ragazzo si intascava i soldi sperando di comprarsi un grammofono, tanto era sicuro che la colpa dei furti sarebbe allo spiritello.
    La madre allibita non riusciva a credere di essersi fatta infinocchiare così e chiese cosa al figlio cosa avrebbe fatto per giustificare la comparsa del grammofono in casa.
    - E' facile, - rispose il ragazzo - avrai detto che era regalo del Munaceddhu. -

    Edited by Xander Ares - 15/10/2021, 17:12
    Last Post by Xander Ares il 25 July 2021
    .