1. La lucciola pigrona
    Una sera in bel campo di cavolfiori comare Lucciola era in cerca di un posticino tranquillo per desinare e schiacciare un pisolino.

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    By Xander Ares il 21 Aug. 2020
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    Una sera in bel campo di cavolfiori comare Lucciola era in cerca di un posticino tranquillo per desinare e schiacciare un pisolino.
    D'un tratto vide un bel cavolfiore che sembrava dirle "vieni, sono profumato e croccante", comare Lucciola non poteva resistere e subito ne assaggiò un pezzetto e poi un altro e un altro ancora scavandosi una tana nell'ortaggio.
    Dopo una lunga abbuffata comare Lucciola si sa che è facile addormentarsi e così si sdraio su un letto di cavolfiore e inizio a dormire profondamente. Passano le ore e sorse l'alba e dopo una lunga giornata venne il tramonto, e la comare tranquillamente dormiva.
    La pigrona anche quando si svegliava non apriva gli occhi, dava due morsi al cavolfiore e ricominciava a dormire così i giorni iniziarono a passare anche loro mentre le foglie del cavolfiore crescevano tanto da imprigionandola.
    Alla fine comare Lucciola, dopo chissà quanto tempo, decise di aprire gli occhi.
    - Ma cosa accade, non ci vedo più! - Disse impaurita, poiché non sapeva che le foglie del cavolfiore erano diventate così alte che non entrava più la luce.
    Per fortuna aveva sempre la sua fedele luce e mosse le ali per accenderla, così vide che la strada era bloccata e cominciò a scavarsi un varco a forza di morsi.
    All'improvviso degli strani rumori si sentono provenire dal cavolfiore. Tutti gli insetti lì vicino si chiedono cosa succedeva, quando vedono comare Lucciola ruzzolare giù da un buco nelle foglie.
    Compare Lombrico vedendola spaventata e sul punto di piangere le disse: - Sciocchina, non ti sei accorta che sono cresciute le foglie mentre dormivi. Ricorda chi dorme tutto il giorno, avrà spesso danno e scorno. -
    Di Xander Ares

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    Edited by Xander Ares - 3/11/2021, 18:40
    Last Post by Xander Ares il 21 Aug. 2020
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  2. L'asinello di Felice
    C'era una volta un avaro che si chiamava Felice, egli aveva un fazzoletto di terra e ci piantava tutto ciò di cui aveva bisogno

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    By Xander Ares il 19 Aug. 2020
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    C'era una volta un avaro che si chiamava Felice, egli aveva un fazzoletto di terra e ci piantava tutto ciò di cui aveva bisogno, e secondo le stagioni vendeva il di più, ma per avere sempre più denaro finiva sempre per tenere per se solo pochissimo cibo, perciò era secco, secco e la sua cintura era stretta fino all'ultimo buco.
    Felice però non era l'unico a soffrire la fame, egli aveva un asinello che il serviva per tirare il carretto quando aveva roba da vendere. L'uomo però non gli comprava mai biada o altro ritenendoli solo soldi sprecati, così l'animale si doveva accontentare di quel poco che trovava pascolando qua e là e perciò era più magro del padrone.
    Un giorno Felice caricò il carretto e lo lego al povero asinello che ridotto peggio del solito perché non aveva trovato nulla pascolare da giorni.
    Le persone quando lo scorgevano dicevano: - Ecco Felice con il povero somaro... chi sa quando li darà da mangiare non riesce neanche a tirare il carretto. -
    Una volta arrivati quasi in piazza per la fame, il povero asinello cadde in mezzo alla via e Felice cominciò a prenderlo a scudisciate per farlo rialzare, ma niente il povero somaro non si muoveva, e il suo padrone continuava a picchiarlo, alla fine un cristiano che quando vide la scena gli disse: - Io prederei a scudisciate prima te e poi chi ti diede fiducia affidandoti da crescere questo povero animale. -
    L'uomo stacco il somaro dal carretto e se lo portò via con se.
    Felice corse subito dai carabinieri, però quelli erano i carabinieri di una volta che erano più ignoranti di quelli di oggi che conoscono bene legge, loro invece conoscevano bene gli uomini e dissero: - Quel cristiano ha fatto bene a levarti l'asinello perché non sei adatto a tenere animali, non sei buono neanche a badare a te stesso. Ora vattene se no ti sbattiamo dentro. -
    Da allora l'asinello visse tranquillo, tranquillo e contento con il nuovo patrone mentre Felice imparò a tirarsi da solo il carretto per non spendere soldi per un nuovo asino.
    Riadattato da un racconto orale salentino da Xander Ares

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    Last Post by Xander Ares il 19 Aug. 2020
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  3. I tre pesciolini
    C'era una volta una donna che voleva fare per cena del brodo con del pesce fresco, ma non aveva il pesce e così mandò suo figlio al mare per pescarlo.

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    By Xander Ares il 13 Aug. 2020
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    C'era una volta una donna che voleva fare per cena del brodo con del pesce fresco, ma non aveva il pesce e così mandò suo figlio al mare per pescarlo.
    Il ragazzo andò obbediente e si mise a pescare, quando d'un tratto prese un pesciolino piccolo piccolo.
    Il pesce per non finire in padella disse al ragazzo: - Ancora sono troppo piccolo per riuscire a fare il brodo da me; lasciami in mare ancora per qualche giorno così diverrò grande abbastanza. -
    Il ragazzo senza pensarci rigettò il pesciolino in mare e gli chiese: - Dimmi come ti chiami pesciolino, così tra tre giorni io ti chiamerò. -
    E il pesciolino rispose: - Senso è il mio nome. -
    Il ragazzo si rimise a pescare e dopo ecco che un altro pesciolino poco più grande del primo abboccò.
    Il secondo pesce disse al ragazzo: - Sono troppo piccolo per te, tolte le squame non avresti di che fare il brodo; lasciami in mare ancora per qualche giorno così diverrò grande abbastanza. -
    Il ragazzo senza pensarci rigettò anche il secondo pesciolino in mare e gli chiese: - Dimmi come ti chiami pesciolino, così tra tre giorni io ti chiamerò. -
    E il pesciolino rispose: - Giudizio è il mio nome. -
    Il ragazzo ancora una volta si rimise a pescare sperando di catturare un pesce più grosso, ma ancora una volta prese un pesciolino piccolo piccolo.
    Il terzo pesce aveva sentito gli altri due prima e allora disse - Piccolino piccolino come sono con me faresti un brodo simile ad acqua; lasciami in mare ancora per qualche giorno così diverrò grande abbastanza. -
    Il ragazzo senza pensarci rigettò anche il terzo pesciolino in mare e gli chiese: - Dimmi come ti chiami pesciolino, così tra tre giorni io ti chiamerò. -
    E il pesciolino rispose: - Sale è il mio nome. -
    Dopo di ciò il giovanotto tornò a casa e raccontò a sua madre cosa era capitato con i tre pesci.
    La donna arrabbiata gli disse che si era fatto prendere in giro e per pensare alle promesse di tre pesci quella sera erano rimasti senza pesce e senza brodo.
    Tre giorni dopo il ragazzo tornò al mare per chiamare i tre pesci pensando che oramai dovevano essere diventati belli grossi e che avrebbero mantenuto la promessa.
    Chiamo il primo pesce - Senso, Senso dove sei? -
    E la voce del pesciolino rispose da lontano - Se senso avessi avuto non mi avresti rigettato in mare! -
    Il ragazzo si sentì tradito e pensò che sicuramente il secondo pesce avrebbe mantenuto la promessa e chiamo - Giudizio, Giudizio dove sei? -
    E la voce del secondo pesciolino rispose da lontano - Se giudizio avessi avuto non mi avresti rigettato in mare! -
    Il ragazzo allora pensò che anche se il primo e il secondo pesce l'avevano buggerato il terzo avrebbe mantenuto la promessa e chiamo - Sale, Sale dove sei? -
    E la voce del terzo pesciolino rispose da lontano - Se sale in testa avessi avuto non mi avresti rigettato in mare! -
    E tutti e tre i pesci se ne andarono ridendo.
    Tornato a casa il giovanotto raccontò tutta ...

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    Last Post by Xander Ares il 13 Aug. 2020
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  4. Giannino e l'angelo
    C'era una volta un vecchio che si chiamava Giannino e credeva che quando la gente muore aveva bisogno di soldi per andare in paradiso.

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    C'era una volta un vecchio che si chiamava Giannino e credeva che quando la gente muore aveva bisogno di soldi per andare in paradiso.
    Una sera, Giannino si era vantato con gli amici di avere un baule pieno di soldi e che era pronto per andare in paradiso, non sapendo che dei ladri l'avevano sentito.
    Quella sera, quando tornò a casa sentì una voce che veniva dal camino e diceva - Giannino, Giannino, Giannino, vieni che ti vuole Gesù, ma manda prima il baule avanti e poi vieni tu! -
    E d'un tratto il vecchio Giannino vide calare giù dal camino una corda, pensando che fosse la voce di una angelo subito legò la corda al pesante baule pronto ad andare in paradiso. Il baule prese a salire in un lampo, ma la corda non scese più giù, lasciando a terra Giannino e l'angelo non si sentì più.
    Dopo un po di tempo, Giannino riuscì a riempire un altro baule pieno di soldi e se ne vantò di nuovo con gli amici.
    Quella sera sentì di nuovo una voce che diceva - Giannino, Giannino, Giannino, vieni che ti vuole Gesù, ma manda prima il baule avanti e poi vieni tu! -
    E Giannino disse - Ah angeli del cielo, dite a Gesù, che se m'avete presso per fesso una volta, mo non mi pigliate più. -
    I ladri scapparono e non tornarono più.
    Riadattato da un racconto orale salentino da Xander Ares

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    Edited by Xander Ares - 9/6/2021, 18:36
    Last Post by Xander Ares il 10 Aug. 2020
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  5. Il lupo nero
    C'erano una volta un re e una regina, nonostante essi avessero un regno bellissimo e prospero erano molto tristi perché non avevano figli.

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    By Xander Ares il 6 Aug. 2020
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    C'erano una volta un re e una regina, nonostante essi avessero un regno bellissimo e prospero erano molto tristi perché non avevano figli. Un giorno però si presentò davanti al re un vecchio che gli disse: - Vostra maestà desidera con tutto il suo cuore un figlio e perciò le prometto che entro un anno lei avrà un figlio, però la avviso se nascerà una
    bambina quando compierà sette anni la dovrà portare sulla montagna e lasciarla lì. -
    Il re presto attenzione alle parole del vecchio e non le dimenticò quando di li a poco la regina diede alla luce una splendida bambina.
    Il tempo trascorse in fretta e giunto il settimo compleanno della principessina il re a malincuore decise di obbedire alle parole del vecchio e la portò sulla montagna dove la abbandonò da sola. La piccola figlia del re però non rimase da sola a lungo, infatti dal folto della foresta comparve un grande lupo nero che prese la bambina e la portò nel suo palazzo nascosto nella selva.
    Quando il re ritornò nel suo castello la regina gli chiese cosa fosse successo a loro figlia e lo sposo gli raccontò che mentre erano sulla montagna un aquila era calata giù dal cielo e l'aveva afferrata portandola via. La regina però non gli credete e disse: - Che tu sia maledetto per la vita se presto non mi dici la verità! -
    Il re impaurito da quella maledizione tremo per un'istante, ma ripresa la sua calma cerco di accampare scuse per non far capire alla sposa che le aveva mentito, ma lei di nuovo di disse - Che tu sia maledetto per la vita se presto non mi dici la verità! -
    Per tre giorni interi ogni volta che il re cercava di parlargli lei lo guardava negli occhi e ripeteva - Che tu sia maledetto per la vita se presto non mi dici la verità! -, alla fine il re incapace di mentirle ancora le raccontò tutta la verità. La regina scoprendo la verità scoppio in un pianto disperato e per quanto tutti facessero di tutto pur di calmarla nessuno riusciva a farla smettere di piangere.
    Per sette e sette notti la regina pianse senza sosta,l'ottavo giorno stava nel giardino e passò una vecchia che mendicava un tozzo di pane, la regina stava per mandarla via quando la vecchia disse: - Per un tozzo di pane io vi aiuterò a trovare la principessa sperduta. -
    - Come puoi aiutarmi tu a trovare mia figlia? - Chiese la regina piena di speranza nel cuore.
    - Fammi portare una manciata di grano, un gomitolo e un coltello e poi seguimi. -
    La regina per la prima volta da giorni smise di piangere e si fece subito portare dalle sue ancelle tutto il richiesto. La vecchia raccolse il tutto e iniziò a camminare seguita dalla regina. Mentre le due camminavano la vecchia inizio a srotolare il cotone.
    - Perché srotoli il cotone qui in mezzo alla terra. - Chiese la regina.
    - Servirà come segno per indicarci la via. - Disse la vecchia.
    Le due camminarono, camminarono e camminarono finché non finì il cotone, allora la vecchia prese la manciata di grano e iniziò a seminarlo...

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    Last Post by Xander Ares il 6 Aug. 2020
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  6. Le lacrime di Sole del Mattino
    Quando le praterie si estendevano fin oltre dove si posava sguardo viveva Sole del Mattino, figlia prediletta di capo Piccolo Acero...

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    By Xander Ares il 4 Aug. 2020
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    Quando le praterie si estendevano fin oltre dove si posava sguardo viveva Sole del Mattino, figlia prediletta di capo Piccolo Acero e beniamina della sua tribù.
    Grazie hai suoi capelli neri, luminosi come ali di corvo, e hai grandi occhi dolci come quelli di un cerbiatto tutti i giovani si erano innamorati di lei di lei, ma solo il prode cacciatore Volpe Rossa vinse il suo amore.
    I due passavano tutto il tempo possibili insieme felici di essere uno con l'altro, erano momenti meravigliosi e Volpe Rossa e Sole del Mattino avrebbero voluto che durassero per sempre.
    Così il giovane chiese a Piccolo Acero la mano di sua figlia, il capotribù però non voleva dare in sposa la sua preferita figliola perché era troppo giovane, ma vedeva che i due si amavano e disse: - Domani andremo a caccia di bisonti e se sarai tu a prendere la preda più grande ti concederò di sposare mia figlia.
    Volpe Rossa felice dell'occasione ricevuta decise di fare l'impossibile pur di sposare la sua amata, così il giorno dopo punto il bisonte più grosso di tutti anche se era in testa alla mandria e non poteva separarlo dagli altri. Questa imprudenza però gli costò cara perché dopo averlo ucciso con la sua lancia fu travolto dal resto mandria e morì.
    Poiché il suo amato non avrebbe mai più fatto ritorno Sole del Mattino non fece che piangere, suo padre e gli altri della tribù cercavano in ogni modo di farla tornare a sorridere, ma passavano i giorni, le lune e le stagioni mentre la fanciulla continuava a piangere e dalle sue lacrime nacque un piccolo lago dalle acque salate, salate come lacrime.
    Oggi la prateria sconfinata non c'è più e al suo posto sono nate città e fattorie, ma il piccolo lago salato c'è ancora e la gente vicino ad esso sente portare dal vento il suono di Sole del Mattino che piange.
    Di Xander Ares

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    Edited by Xander Ares - 12/8/2020, 12:06
    Last Post by Xander Ares il 4 Aug. 2020
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  7. Le tre capre
    C'erano tre sorelle belle ma stupide e sgarbate come capre perciò non trovavano marito.

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    C'erano una volta tre sorelle che pur essendo di bell'aspetto non trovavano marito, perché erano tutte e tre con poco sale in zucca, di modi rozzi, sempre pronte ad urlar per niente e ad irritarsi per un nonnulla proprio come le capre e perciò in paese tutti le chiamavano scherzosamente le tre capre.
    Un giorno in paese arrivò un giovanotto e la madre delle tre capre pensò che fosse una fortuna, non essendo del paese lui non poteva sapere come fossero stolte le sue tre figlie e decise di farlo entrare in casa invitandolo a mangiare per vedere se lo convinceva a fidanzarsi con una delle tre.
    La madre prima che arrivasse il giovanotto vietò alle sue tre figlie di parlare finché c'era il loro ospite, perché se no avrebbe scoperto che erano una più capra della altra.
    Arrivata la sera il giovanotto arrivò a casa loro e si sedette davanti alle tre sorelle che lavoravano a maglia e ricamavano.
    Sul fuoco del camino si trovava un enorme pentolone pieno d'acqua che ormai stava bollendo, così una delle tre sorelle disse: - Naah, l'acqua sta bollendo cala i maccheroni! - La seconda sorella, che stava ricamando sentendola disse - In tempo, tempo! -
    La terza sorella allora la rimbeccò urlando - Stai zitta! Se no ci sente il giovanotto... Me, calali adesso! - L'altra si girò e rispose petulante - La mamma a detto di non parlare e tu l'hai fatto! -
    Il giovanotto allora pensò tra se e se "Ma guarda in mezzo a che capre sono capitato" e come il vento se ne andò via.
    Riadattato da un racconto orale salentino da Xander Ares

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    Edited by Xander Ares - 9/6/2021, 18:52
    Last Post by Xander Ares il 2 Aug. 2020
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  8. Efesto e il trono d'oro
    Hera diedero alla luce il piccolo Efesto, purtroppo il poverino non era bello come i fratelli, anzi era veramente brutto.

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    Miti Greci
    By Xander Ares il 28 July 2020
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    Ci fu un tempo in cui Zeus e sua moglie Era diedero alla luce un figlio, il piccolo Efesto, purtroppo il poverino non era bello come i fratelli, anzi a dire di molti era veramente brutto, tanto brutto che sua madre non sopportando di aver dato la vita a un bambino così brutto lo buttò giù dall'Olimpo.
    Il piccolo cadde per un giorno intero prima di finire nell'oceano, per fortuna le bellissime nereidi vedendolo cadere lo salvarono e lo portarono sull'isola di Lemno.
    A causa della brutta caduta Efesto divenne zoppo e non sarebbe mai riuscito a reggersi in piedi senza l'aiuto di un bastone, due delle nereidi di nome Teti ed Eurinome ne ebbero pietà e che gli diedero in dono una grotta come fucina.
    Da quel giorno passarono nove lunghi anni in cui Efesto studio nelle viscere fumose dell'Etna e nei fuochi nascosti di Lemno l'arte della metallurgia e della fucina dei fabbri. Nove anni in cui non fece altro che battere e plasmare il bronzo, il ferro e i metalli preziosi con l'aiuto dei mostruosi ciclopi. Un giorno però si stanco di vivere sottoterra e decise che sarebbe tornato sull'Olimpo accolto da tutti, ma per fare ciò doveva prima far vedere a Era quanto valeva.
    Allora Efesto usò tutto ciò che aveva imparato per forgiare un enorme trono, tutto d'oro e riccamente decorato che inviò in dono a sua madre, ma appena Era prese posto su di esso mille invisibili fili la immobilizzarono e nessuno tra gli dei dell'Olimpo riuscì a liberarla. Era allora fu costretta a supplicare Efesto di tornare sull'Olimpo per liberarla.
    Riadattato da un mito greco da Xander Ares

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    Edited by Xander Ares - 15/10/2021, 18:24
    Last Post by Xander Ares il 28 July 2020
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  9. Favole
    Vedi la lista completa delle favole sul blog

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    By Xander Ares il 27 July 2020
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    Il cuore del re
    Una regina scoprirà che il potere di una parola è più grande di quanto si possa pensare

    Le lacrime di Sole del Mattino
    Quando le praterie si estendevano fin oltre dove si posava sguardo viveva Sole del Mattino, figlia prediletta di capo Piccolo Acero...

    Senzachioma e altre fiabe
    Raccolta di fiabe, contiene : Senzachioma | La fortuna annunciata | L'occhio magico della regina | Thomas e il coccodrillo

    La grande corsa della fattoria e altre storie di animali
    Raccolta di storie per bambini, contiene : La grande corsa della fattoria | Il passerotto e il granturco | Il pranzo della volpe | I giorni della merla

    Strisciaciottoli e altre fiabe
    Raccolta di fiabe, contiene : ...

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    Last Post by Xander Ares il 27 July 2020
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  10. Re Mida e il tocco d'oro
    Il dio Bacco decide di esaudire un desiderio del sovrano di Frigia

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    Miti Greci
    By Xander Ares il 26 July 2020
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    Un tempo il re di Frigia era uno degli uomini più ricchi della Grecia, il suo nome era Mida ed era convinto che l'oro era la cosa più bella e importante del mondo.
    Il dio Dioniso all'epoca girava il mondo per insegnare agli uomini l'arte di fare il vino, ad accompagnarlo c'era il suo patrigno Sileno. Un giorno Mida vide un vecchio che dormiva sotto un albero e riconoscendo in lui Sileno si sentì molto onorato di avere un ospite così importante e organizzò dieci giorni e dieci notti di banchetti e festeggiamenti.
    La divinità del vino quando venne a sapere che il patrigno era stato ricevuto con una tale cortesia e delicatezza dal re Mida che andò dal sovrano di Frigia e disse: - Hai accolto mio padre in modo magnifico e ne sono soddisfatto, perciò voglio esaudire un tuo desiderio. Chiede qualunque cosa e te la darò. -
    Il sovrano che da sempre sognava di diventare il più ricco di tutti perciò il suo pensiero si rivolse all'oro, il nobile metallo era tutto ciò che lui desiderava.
    - Sommo Dioniso, fa che tutto ciò che tocchi si trasformi in oro, così che possa essere l'uomo più ricco al mondo. -
    Il dio sorrise dicendo: - E sia, che tu abbia più oro di quanto ne vorrai. -
    Mida felice toccò subito il suo trono che divenne d'oro massiccio. Il re estasiato corse per tutto il palazzo toccando tutto ciò che vedeva, non accorgendosi essere più lento, i suoi sandali e abiti erano pesanti perché divenuti del giallo metallo. Ciò nonostante tutto nel palazzo fu trasformato in oro: le colonne, le statue, le anfore.
    Il re però scoprì presto che l'avidità che aveva dimostrato era la sua rovina, infatti appena addentata una mela essa diventò d'oro e gli ruppe tutti i denti, quando cerco di bere dell'acqua per poco non si strozzava perché divenne un liquido dorato in bocca.
    - Cosa posso fare? Non posso né mangiare né bere! - Disse il sovrano prossimo a morire di fame e di sete.
    Sotto il peso dei suoi abiti d'oro, andò ai vigneti di Dioniso sul Monte Olimpo per chiedere aiuto alla divinità. Il dio del vino vedendolo sorrise e disse: - Hai già avuto abbastanza oro? Posso dartene di più se vuoi? -
    - Basta oro! – Rispose Mida disperato – Non posso mangiare, né bere a causa dell'oro! Ti prego, Dioniso, riprenditi il tuo dono. -
    Dioniso capì che Mida aveva imparato la lezione e gli disse: - Vai a lavati nel fiume Pattòlo, le sue acque ti purificheranno. -
    Il sovrano ubbidì e andò subito sciacquarsi come gli era stato detto, a poco a poco pagliuzze dorate si staccarono dalla pelle del re. Vedendo ciò Mida iniziò a gettarsi l'acqua addosso fregando vigorosamente, finché tutto l'oro lasciò il suo corpo.
    Da allora in poi le acque di quel fiume trascinano verso la foce pagliuzze d'oro, mentre re Mida tornò normale e imparò che chi troppo vuole nulla stringe.
    ...

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    Last Post by Xander Ares il 26 July 2020
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