Era una fredda mattina di novembre. La nebbia avvolgeva la campagna e la terra era indurita dal gelo, il vento spazzava le strade così forte che penetrava nelle ossa dei viandanti.
Un giovane cavaliere di nome Martino era stato assegnato con una missione che lo avrebbe fatto viaggiare per tre giorni. Avvicinandosi alle mura vide decine di poveri che chiedevano la carità e ogni volta che uno di loro si avvicinava gli donava una moneta pensando: - Ne più bisogno loro di me, quando arriverò a destinazione mi pagheranno perciò ne posso fare a meno. -
Così Martino donò tutti i suoi soldi e quando li fini prese a dare ai poveri le provviste per il suo viaggio pensando: - Ne più bisogno loro di me, quando arriverò a destinazione mi daranno da mangiare, posso resistere tre giorni senza cibo. - E così senza soldi e cibo abbandonò la città.
Il giovane guardò verso il cielo coperto mentre usciva da una delle porte della città - Fa molto freddo, nevicherà -, pensò avvolgendosi nel suo pesante mantello di lana di pecora.
Cavalcando lungo la strada giunse a un incrocio, dove seduto per terra c'era un povero vecchietto mezzo nudo e tremante per il freddo, coperto soltanto di pochi stracci, che chiedeva l’elemosina.
- Pietà di me, signore. Ho freddo e fame. -
Martino avrebbe voluto aiutarlo, ma non aveva con sé né cibo né denaro. Allora ebbe un’idea: scese dal cavallo e con un colpo secco trasse la spada del fodero e tagliò in due il suo bel mantello.
-Prendi la metà del mio mantello! Non ho altro da darti. -
Il mendicante non sapeva come ringraziarlo; i suoi occhi erano pieni di lacrime di gratitudine.
Martino, contento di avere l'uomo, sprona il cavallo e se ne va mentre un vento rabbioso pare che voglia portargli via anche la parte di mantello che lo ricopre a malapena. Ma fatti pochi passi ecco che incontrò un secondo mendicante, ancor più malvestito e infreddolito del primo. Il cavaliere lo guardò e sentì una stretta al cuore. - Poveretto, morirà per il gelo se nessuno lo aiuta. -, disse fra se.
Nonostante avesse egli stesso freddo senza alcuna esitazione decise di regalare la seconda parte del mantello, rimanendo egli stesso senza una copertura sentendo il vento gelido su di se. Non fece però in tempo a risalire a cavallo che le nubi si diradano, il vento si calmò la nebbia si dissolse e apparve un fulgido sole autunnale; cominciò a riscaldare la terra.
Il giovane cavaliere volse lo sguardo al cielo e vide nella luce Gesù avvolto nei due mezzi mantelli che aveva donato ai poveri.
- Martino ti sei privato del tuo mantello per donarlo a chi aveva freddo, è come se l'avessi donato a me e perciò ora sarà la luce del creato a scaldare te. -
Le parole di Gesù giunsero al cuore del giovane e per tre giorni fece caldo come fosse estate e così si ripetete l'anno dopo e tutti quelli avvenire, e quei tre giorni di novembre vengono ancora ricordati come l'Estate di San Martino.
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