1. Il vasaio
    C'era un vasaio che aveva un crocefisso appeso nella sua bottega e ogni sera prima di andarsene si raccomandava a lui...

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    C'era un vasaio che aveva un crocefisso appeso nella sua bottega e ogni sera prima di andarsene si raccomandava a lui perché guardasse le terracotte che lasciava a cuocere nel forno la notte, certo che l'immagine santa avrebbe protetto le sue creazioni.
    Un mattino nell'aprire il forno vide che tutte le terracotte che aveva messo a cuocere si erano andate in malora, questa si era crepato, quella lesionato, quell'altra del tutto rotta e così via.
    Il vasaio tutto arrabbiato e nervoso, iniziò a squadrare con gli occhi rossi il povero crocefisso. Perché non le hai guardate, pensava tra se e se, io ti tengo lassù e ti prego sempre perché tu mi assista ma tu non mi hai fatto venire neanche intuire di cosa stava succedendo, vorrei proprio sapere che cosa ti tengo a fare in bottega. Mentre pensava cresceva in lui la rabbia e incominciò a pensare ad alta voce, alla gente in piazza che ascoltava sembrava che volesse litigare con Gesù in croce.
    - Scendi! - Urlava al crocifisso. - Scendi un po che ti faccio vedere, io ti tengo qui e tu, ingrato, non mi aiuti, scendi, scendi un po che voglio proprio cantartele. -
    Tutti coloro che assistettero alla scena si mi misero a ridere e da quel giorno chiamarono il vasaio col soprannome di Scendiunpo.

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    Edited by Xander Ares - 8/6/2021, 19:39
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  2. I desideri dello scalpellino
    C'era una volta uno scalpellino che stava spaccando pietre da una montagna.

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    Storie salentine
    By Xander Ares il 18 May 2021
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    C'era una volta uno scalpellino che stava spaccando pietre da una montagna. Stanco del caldo e della fatica, lasciò lo scalpello e il martello per riposarsi e vide un'aquila che volava nel cielo maestosa, e disse: - Quanto vorrei essere aquila per poter volere libero nei cieli. -
    Come per magia il suo desiderio fu esaudito e lui divenne una splendida aquila che spiccò il volo felice della libertà che provava, ma mentre volava, vide lontano un castello imponente, e disse: - Quanto vorrei essere Re per vivere in un maniero come quello. -
    Detto fatto il suo desiderio fu esaudito, egli divenne subito un Re servito e riverito che poteva comandare su tutti i suoi sudditi.
    Contento iniziò a esplorare tutto il castello, e ogni stanza che visitava cresceva in lui la soddisfazione di possedere simili magnificenze, finché non salì sulla torre più alta e sentì la forza del vento, fu allora che disse: - Anche il Re maggiormente potente è nulla rispetto al vento incontrastato, quando vorrei essere il vento per viaggiare in ovunque nel mondo e raggiungere qualsiasi luogo! -
    Subito si trasformò in vento, e viaggiò, andando dove voleva, raggiungendo i posti più remoti del mondo, ma ogni volta che sul suo cammino incontrava un'altura, si infrangeva sopra i massi, e fu così che disse: - Anche il vento si ferma davanti a una montagna, perché essa è maggiormente forte dei venti, quando vorrei essere un massiccio! -
    Ancora una volta si trasformò, stavolta in un'altissima montagna. Era compiaciuto di essere più forte di qualsiasi altro elemento della natura, immutabile nel tempo, almeno così credeva finché sentì un dolore ai piedi, fu allora che si accorse di uno scalpellino che stava rompendo le sue pietre con martello e scalpello.
    Alla vista dell'artigiano disse: - Quello scalpellino è più forte di me, spacca le mie pietre e io non posso fare niente... Quanto vorrei essere di nuovo uno scalpellino. -
    Così ritornò a essere uno scalpellino e non desiderò più di essere qualcos'altro.

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    Edited by Xander Ares - 8/6/2021, 19:28
    Last Post by Xander Ares il 18 May 2021
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  3. La Zinzulosa
    Un tempo viveva il Barone di Castro, signorotto delle terre attorno al paese e famoso per il suo amore per i quattrini.

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    Un tempo viveva il Barone di Castro, signorotto delle terre attorno al paese e famoso per il suo amore per i quattrini, tanto che si sposò con una donna ricchissima per aumentare le sue ricchezze che ormai erano pari solo alla sua avarizia. Come se non bastasse la sua sete di denaro cresceva sempre più, giorno dopo giorno, facendolo divenire un uomo crudele e malvagio tanto che quando sua moglie dovette partorire non chiamò né medico, né levatrice per paura di spendere troppo.
    Per la sua cattiveria il Barone lasciò morire la moglie dei dolori del parto, ma nonostante questo nacque una bellissima e sanissima bambina. Il signore di Castro non si pentì dell'essersi macchiato della morte la moglie, e nonostante la grande quantità di denaro della quale era fornito, egli preferiva accumulare beni piuttosto che spendere qualche soldo per vestire la sua figliola, nella mente del Barone la bambina poteva vivere benissimo coperta di stracci, pur di ridurre le spese per il suo mantenimento tanto che sembrava che gli avessero appeso addosso degli stracchi piuttosto che vestirla e perciò tutti la chiamavano la Zinzulusa, cioè quella degli stracci appesi che si chiamano appunto zinzuli.
    L'avarizia del padre della piccola cresceva sempre, tanto da spingerlo a privarla dei giochi e perché spendere per garantirle una buona istruzione, quando si può vivere benissimo da ignoranti? Questa era la sua filosofia, ridurre al minimo le spese, anzi di più la sua figliola conduceva una vita misera e priva di ogni bene di prima necessità, la bimba però, non ebbe l'infanzia e l’adolescenza spensierata che il padre credeva, priva delle cure e dell'amore paterno e materno e il non aver mai avuto dei giochi, dei vestiti, dei libri o un pasto, la rendeva sempre più triste e cupa mentre cresceva.
    Quando si fece ormai grande il Barone iniziò a preoccuparsi che conoscesse un giovane e chiedesse la sua dote per sposarsi, la dote della figlia di un nobile non poteva essere fatta di stracci, avrebbe come minimo richiesto tutti i soldi lasciati da sua moglie in eredità. Così il crudele signorotto la rinchiuse in una remota stanza del suo palazzo, per farla morire di stenti e tenere tutta per se l’eredità della moglie. Le grida disperate di Zinzulusa un giorno furono interrotte da una colomba che entrò dalla finestra.
    - Oh Zinzulosa perché piangi? - Disse la colomba.
    - Piango perché mio padre mi ha chiusa qui a morire, e ora manda un demone a prendermi in giro? -
    - Non sono un demone piccola mia, sono la fata Colombina e ti aiuterò a fuggire qui. -
    Come disse ciò la colomba volò fuori per tornare al tramonto con uno stormo di colombe, una ad una i candidi uccelli presero i lembi degli stracci della Zinzulosa e la sollevarono in volo per farla uscire dalla finestra e posarla oltre alle mure del palazzo.
    I candidi uccelli volarono finché poterono, però le loro ali non erano forti abbastanza per portarla abbastanza lontano da essere al sicuro e la po...

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    Last Post by Xander Ares il 14 May 2021
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  4. Comare Formichella e altre storie
    Raccolta di storie orali nella tradizione del Salento

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    Fiabe e 'Cunti salentini
    Comare Formichella e altre storie
    di
    Xander Ares



    Dedicato alla memoria
    di mia nonna Pippi che
    da bambino raccontava a
    me i miei cugini la favola
    di Cumare Furmiculicchia



    La somma delli cunti


    - Comare Formichella
    Questa è una vecchia favola (quasi filastrocca) salentina che mia nonna mi raccontava da bambino, qui lo riadattata in lingua italiana.
    - I tre pesciolini
    C'era una volta una donna che voleva fare per cena del brodo con del pesce fresco, ma non aveva il pesce e così mandò suo figlio al mare per pescarlo.
    - La Zinzulosa
    Un tempo viveva il Barone di Castro, signorotto delle terre attorno al paese e famoso per il suo amore per i quattrini.
    - Il lupo nero
    C'erano una volta un re e una regina, nonostante essi avessero un regno bellissimo e prospero erano molto tristi perché non avevano figli.
    - I sette principi cardellini
    C’era una volta un regno in cui la regina era in attesa del suo primo figlio, il silenzio del castello fu rotto dal vagito non di un bimbo, ma otto.
    - Le due pecore di comare Volpe
    C'era una volta comare Volpe che se ne tornava a casa col carretto dopo aver rubato due belle pecore, di nome Cefalo e Palombo, che aveva legato dietro al mezzo.
    - Giannino e l'angelo
    C'era una volta un vecchio che si chiamava Giannino e credeva che quando la gente muore aveva bisogno di soldi per andare in paradiso.
    - Il flauto di sorbo
    C'era una volta un p...

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    Last Post by Xander Ares il 13 May 2021
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  5. Il flauto di sorbo
    C'era una volta un pecoraio che si era costruito un flauto di corteccia di sorbo, un flauto dal suono così dolce e sottile che chiunque lo sentiva era obbligato a ballare.

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    C'era una volta un pecoraio che si era costruito un flauto di corteccia di sorbo, un flauto dal suono così dolce e sottile che chiunque lo sentiva era obbligato a ballare. Ogni giorno il pecoraio portava le sue greggi al pascolo allegramente suonando, e tutti quelli vedevano le pecore e le capre danzare saltando allegramente sapevano che il pecoraio suonava il suo magico flauto.
    Un giorno mentre guardava le pecore vide passare un tale con un asino carico di vasi di creta. Il pastore riconobbe in lui un noto mariolo e sembrava scendere dal sentiero di una grotta con un frantoio e capì, il lestofante aveva rubato l'olio nascondendolo nei vasi di creta e decise di dargli una lezione.
    Il pecoraio suonò il suo flauto e l'asino cominciò a ballare saltando come un indemoniato mentre il mariolo gli correva dietro cercando di calmarlo. Ma il somaro era di solito calmo e il ladruncolo capì che le lunghe orecchie del ciuccio sentivano il flauto del pecoraio che chissà dov'era e incominciò a urlare supplicante: – Pecoraio non suonare il flauto, per favore sta zitto, altrimenti tutti i vasi mi romperai. -
    Il pastore però fece orecchie da mercante e i vasi finirono tutti in frantumi e l'olio rubato per terra.
    Il mariolo se legò al dito e il giorno dopo raccolse tutti i cocci rotti che trovava con cui riempi i resti dei vasi, ma poiché non ci entravano tutti prese anche il suo vaso da notte e lo riempì. Col somaro carico di cocci andò in tribunale e sporse querela al pecoraio dicendo che aveva rotto il suo carico vasi.
    Il giudice fu costretto a chiamare il pecoraio.
    – Che cosa hai fatto ieri a quest'uomo? – Chiese.
    – Nulla, mentre stavo a guardar le pecore ieri l'ho visto solo passare a cento braccia da me. -
    - E allora perché il suo asino si è messo a ballare? -
    - Gli sarà stato morso da un ragno taranta e si sarà messo a ballare la tarantella. -
    - Non è vero! - Urlò il mariolo. - Ha usato il suo flauto di sorbo per far ballare il mio asinello! -
    – E va bene. – Disse il giudice irritato dalle sue risposte. – Domani presentarti vicino al ruscello e vedremo se hai fatto qualcosa!
    Il giorno dopo il pecoraio si presentò al ruscello con le sue pecore e le capre.
    Il giudice era con il mariolo e l'asino carico di cocci, vedendolo gli disse: - Vai a cento braccia di distanza e suona il tuo piffero, se il somarello ballerà sei colpevole, se no sei innocente. -
    Il magistrato vide il pastore allontanarsi e mettersi a suonare il flauto così piano che solo le pecore e le capre vicino sentirono la musica e si misero a ballare. Il giudice osservava attento il pecoraio suonare il flauto e capre e pecore danzare, mentre l'asino rimaneva più fermo di una statua.
    - Basta così! Torna qui! - Ordinò il magistrato, e quando il pecoraio tornò il giudice domandò al mariolo: – Come hai detto che è andata la faccenda dei vasi rotti? Suonava il flauto mentre vicino a te? –
    – Era lontan...

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    Last Post by Xander Ares il 12 May 2021
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  6. La rapina
    Un carretto andava verso la campagna con a bordo marito e moglie, quando da dietro alcune sterpaglie sul bordo della strada, sbucarono fuori due brutti ceffi armati.

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    Un carretto tirato da un asinello andava verso la campagna con a bordo due persone, marito e moglie, quando da dietro alcune sterpaglie sul bordo della strada, sbucarono fuori due brutti ceffi armati che fermarono i viaggiatori. Erano dei famosi briganti che puntando le armi verso i due dissero: - O la borsa o la vita! -
    Il marito, inizialmente era sbiancato a vedere i due, ma sentendo le loro parole si calmò e disse sottovoce alla moglie: - Vita mia che spavento mi son preso, meno male! Come ci è venuta, credevo peggio: vogliono te e io temevo volessero i soldi, beh scendi! -

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    Edited by Xander Ares - 9/6/2021, 18:31
    Last Post by Xander Ares il 10 May 2021
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  7. La potatura
    Anni fa un bracciante venne incaricato di potare la vigna di un ricco signore. Poiché il lavoro era tanto chiamò a dargli una mano il suo compare sempre in cerca di lavoro.

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    Anni fa un bracciante venne incaricato di potare la vigna di un ricco signore. Poiché il lavoro era tanto chiamò a dargli una mano il suo compare sempre in cerca di lavoro.
    Il compare era titubante di prendere un simile incarico senza mettersi prima d'accordo con il proprietario dello vigna, ma il bracciante lo convinse affermando sicuro che il padrone della vigna non avrebbe certo negato di pagargli il giusta per la giornata di lavoro, perché molto ricco.
    Così i due si misero di gran lena al lavoro e sudando sette camicie presto potarono più di metà della vigna, ma mentre stavano ancora potando arrivo un uomo urlando: - Che cosa state facendo alla mia vigna? -
    Sorpresi dall'arrivo l'uomo scoprirono che avevano sbagliato campagna e stavano potando la vigna di qualcun altro. Capendo il pasticcio il compare guardò il bracciante e disse: - E ora chi mi paga la giornata? -

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    Edited by Xander Ares - 9/6/2021, 18:34
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  8. La preghiera al cielo
    C'era una bambina di una decina d'anni che era nata cieca. La piccola era una santa bambina e la madre ogni giorno la portava a pregare nella chiesa li vicino

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    C'era una bambina di una decina d'anni che era nata cieca. La piccola era una santa bambina e la madre ogni giorno la portava a pregare nella chiesa li vicino.
    Della festa di Santa Lucia però sua madre si ammalò e così una vecchiarella, che abitava li accanto, si offrì di accompagnare la piccina in chiesa. Il tempo era grigio e si piovigginare proprio mentre erano sulla via della chiesa. Alzarono il passo, ma un certo punto la vecchiarella inciampò e cadde. La bambina sentì il grido della donna e gli chiese cosa si era fatta, ma lei non rispose impaurendo la giovinetta che si chinò per cercare di aiutarla, ma cieca come era, non poté fare nulla. Gridò, cercò aiuto, ma nessuno la senti e piangendo sotto la pioggia pregò Santa Lucia. L'acqua della pioggia gli finì negli e lei usò le mani per toglierà quando tutto di un tratto si accorse che vedeva.
    Saltando e piangendo di mise ad urlare mentre correva li attorno: - Miracolo! Miracolo!!! -
    Tutta la gente usci di casa e, dopo aver aiutato la vecchiarella, si misero a pregare rivolti al cielo chiedendo la grazia a Dio e alla Madonna.
    La voce del prodigio si sparse in tutto il paese e tutti corsero a vedere il miracolo. La folla entrò in chiesa ringraziando Santa Lucia e un parente della bambina devozione, fece poi dipingere su un muro della casa della piccola un immagine della santa padrona della vista che è ancora li a ricordo dell'evento miracoloso.

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    Edited by Xander Ares - 9/6/2021, 18:30
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  9. I fioroni
    C'era una volta un fruttivendolo che aveva un negozietto sulla via principale del paese, era un uomo semplice che non era mai andato a scuola e non sapeva neanche leggere.

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    C'era una volta un fruttivendolo che aveva un negozietto sulla via principale del paese, era un uomo semplice che non era mai andato a scuola e non sapeva neanche leggere.
    Spesso i bambini andavano da lui a sbrigare commissioni per le loro mamme, ma quando si vedeva tirare fuori i fogli con la lista delle cose da comprare incominciava ad arrovellarsi il cervello, perché non voleva far vedere che un ignorante. Allora imbrogliava il bambino di turno dicendo: - Che vuoi con questa carta? Non vedi che devo sbrigarmi che è pieno di gente? Invece di ingombrarmi le mani leggimela tu mentre io scelgo la roba! -
    Un giorno però entrò una straniera vestita da gran signora che chiese: - Buon'uomo desidero acquistare un chilo di fioroni. -
    Poiché parlava solo in dialetto, il fruttivendolo non conosceva bene l'italiano e non aveva mai sentito il termine fioroni, non sapendo che erano i fichi si fermò un momento per cercare di capire cosa voleva, poi con fare risoluto si armò di pazienza e si mise a staccare i fiori di zucca uno a uno per metterli sulla bilancia.
    Quando la donna vide che l'uomo invece di servirla si era messo a fare altre cose e iniziò a lamentarsi che andava di fretta.
    - Un po di pazienza signora, queste sono cose fastidiose. - Rispose lui senza smettere di lavorare. Quando arrivò a un chilo, mise i fiori di zucca in una busta di carta e glieli porse.
    La signora allora lo guardò meravigliata e giustamente disse: - Io però non volevo questi fiori di zucca, le avevo chiesto un chilo di fioroni! -
    Allora lui domandò: - Non sono questi i fioroni? E che sono? -
    La donna allora indicò la cassetta dei fichi che erano proprio davanti al fruttivendolo, lui li guardò come volesse tirarseli a dosso da solo e arrossendo come un peperone dall'imbarazzo disse: - Allora signora mia, la prossima volta, dica fracazzani! -

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    Edited by Xander Ares - 31/10/2021, 17:14
    Last Post by Xander Ares il 3 May 2021
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  10. I sette principi cardellini
    C’era una volta un regno in cui la regina era in attesa del suo primo figlio, il silenzio del castello fu rotto dal vagito non di un bimbo, ma otto.

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    Storie salentine
    By Xander Ares il 2 May 2021
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    C’era una volta un regno in cui la regina era in attesa del suo primo figlio, in una limpida notte, in cui moltitudine stelle scintillavano in cielo e tutta la natura taceva come se attendesse qualcosa, che il silenzio del castello fu rotto dal vagito non di un bimbo, ma otto. La sovrana infatti partorì sette figli maschi e una principessina, ma a causa del gran sforzo del parto volò in cielo con gli angeli.
    Passarono e gli anni e il re iniziò a pensare di risposarsi per dare ai figli una nuova madre, allora risposò con la donna più bella del regno, una fanciulla dalle labbra rosse come il sangue e i capelli neri come l'ebano, ma anche se bellissima era fredda e cattiva come nessun un’altra.
    La nuova regina non sopportava i figli del re e cercava ogni mezzo per fargli soffrire, per questo quando il re partì per un viaggio rivelò ai giovani la verità era lei una macàra, subito maledisse i sette principini trasformandoli in sette cardellini e addormentò la povera principessina per vestirla di stracci e scompigliarle in modo da renderla irriconoscibile.
    La regina macàra poi chiamò il guardiano dei porci e gli disse: - Porta questa mendicante nella casa più lontana e più povera del regno e chiudila perché muoia di fame lontano dalla mia vista. -
    I sette cardellini inseguire il guardiano dei porci piangendo sperando di farsi capire, ma l'uomo li trovò solo noiosi e gettò la piccola in tugurio con un giaciglio di paglia vecchia umida e fango e la rinchiuse come gli era stato ordinato.
    I sette cardellini, vista la triste sorte della loro sorellina, con il becco e con le ali ruppero il vetro del vecchio finestrone, liberarono la principessina vedendo i fratelli si arrampica scappando dalla su prigione.
    Per giorni i sette fratelli la guidano portandola vicino ad alberi dai frutti maturi quando a fame e vicino a ruscelli e pozzi quando a sete. Dopo un mese di questa vita la principessa arriva nel giardino del re del regno vicino dove si addormenta sotto un albero di gelsi.
    Il giovane principe di quel castello stava passeggiando nel giardino quando vide la principessa sopita all'ombra dell'albero e si avvicinò svegliandola, quando i loro sguardi si incontrarono fu rapito dagli occhi turchini come il cielo e dalla pelle candida come il latte della giovane, nonostante fosse vestita di stracci si innamorò e volle sposarla.
    La madre del principe non era molto convinta di dare sua figlio in sposa a una stracciona, anche perché erano molto giovani, ma vedendo quanto il principe era innamorato acconsentì e organizzò il matrimonio in quattro e quattr'otto.
    La prima notte di nozze venne in sogno alla principessa una bella fata, che le disse: - Se vuoi spezzare il maleficio della macàra sui tuoi fratellini, devi tessere sette metri di tela d’ortica cardata in silenzio per sette anni, un metro ogni anno, e poi avvolgerli tutti insieme nella tela. Attenta però se parlerai anche solo una volta la tela perderà il suo magico ...

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    Last Post by Xander Ares il 2 May 2021
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