1. L'odore della morte
    Dopo aver trascorso mesi a lavorare in un villaggio vacanze Jerry era finalmente tornato nel suo appartamento, quando però aprì la porta d'ingresso...

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    Dopo aver trascorso mesi a lavorare in un villaggio vacanze Jerry era finalmente tornato nel suo appartamento, quando però aprì la porta d'ingresso un tanfo terribile lo avvolse. Era assai peggio di una normale puzza, un odore peggiore di quello delle fogne, qualcosa che ti entra nel naso, rimbalza in gola e continua su e giù e non vuole saperne di andarsene.
    L'istinto di Jerry gli diceva che qualcosa doveva essere morto lì dentro. Chiamò subito la polizia, che in risposta al problema dell'odore pungente arrivò ore dopo, quando non c'era niente d'insolito nella stanza. La puzza era svanita, come se non fosse successo niente.
    Gli agenti comunque perlustrarono il quartiere chiedendo in giro, alla fine se ne andarono infastiditi senza aver concluso nulla, promettendo di mandare qualcuno del comune a ispezionare le caditoie pluviali.
    Passarono alcuni giorni senza che accadesse nulla, poi la puzza tornò, anche se questa volta non era così forte come la volta precedente. Jerry sentiva l'odore passare attraverso il suo naso, ma ogni volta che pensava a chiamare qualcuno ricordava l'esasperazione dipinta sui volti dei poliziotti e dei vicini interrogati.
    Anche gli ispettori del comune avevano detto che non c'era niente di strano con le caditoie.
    Non sapendo che fare Jerry scelse di aspettare e vedere se l'odore spariva di nuovo da solo, ma con il passare dei giorni quella puzza orribile aumentava!
    Una notte mentre si rigirava nel letto, l'odore acre divenne così forte che Jerry non riusciva ad addormentarsi, ma nemmeno ad aprire gli occhi lacrimanti! Fu allora che sfiorandosi con le dita la fronte senti una sostanza viscida su di lui.
    Sforzandosi di tenere gli occhi aperti vide un liquido nero colare dal controsoffitto sopra il suo letto.
    Il giorno dopo facendo controllare trovarono un uomo morto nascosto lì. Era un ladro entrato mentre era via che probabilmente si era nascosto nel controsoffitto, quando il portiere era entrato per portare un pacco. Purtroppo per lui era rimasto incastrato morendo di stenti.
    Jerry entrando aveva arieggiato disperdendo la puzza, ma nei giorni successivi si era riaccumulato mentre i liquidi della putrefazione avevano trovato la loro strada tra i panelli del controsoffitto.
    di Xander Ares

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    Last Post by Xander Ares il 30 Oct. 2021
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  2. Jack O'Lantern
    Un tempo c'era in Irlanda un fabbro di nome Jack astutissimo che era un famoso ubriacone, ma anche un terribile taccagno ed ogni giorno sfruttava la sua astuzia per farsi offrire da bere dagli altri..

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    By Xander Ares il 29 Oct. 2021
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    Un tempo c'era in Irlanda un fabbro di nome Jack astutissimo che era un famoso ubriacone, ma anche un terribile taccagno e ogni giorno sfruttava la sua astuzia per farsi offrire da bere dagli altri.
    I suoi imbrogli truffaldini avevano però un estimatore; il diavolo in persona. Quando giunse il suo tempo di morire e di cedere la sua anima da peccatore al diavolo, il satanasso si presentò a Stingy Jack di persona, pronto a scortarlo all'inferno proprio nella notte della vigilia di Ognissanti.
    L'ubriacone non si scompose più di tanto e chiese di potere bere un'ultima pinta di birra, il diavolo non si oppose e così i due si recarono al pub più vicino.
    Bevuta però la pinta Jack si lamentò del fatto che non aveva nemmeno un soldo per pagare la consumazione, così propose al satanasso di tramutarsi in una moneta da sei pence in modo da pagare il conto gabbando l'oste.
    Il diavolo apprezzò l'idea e si trasformò in una moneta, ma appena avvenuta la metamorfosi Jack prese la moneta, la chiuse nel suo borsellino e pagò il barista con un'altra moneta che aveva in tasca.
    Nel borsello era conservato un piccolo crocefisso in argento che impediva al maligno di riprendere la sua forma, irrimediabilmente imprigionato il diavolo dovette promettere di non tornare a riscuotere l'anima Jack per dieci anni per riavere la propria libertà.
    Il tempo passò e i dieci anni trascorsero, alla vigilia di Ognissanti, mentre il fabbro camminava ritornando a casa, gli apparve il diavolo che era tornato a prendersi la sua anima.
    Jack disse di essere pronto a morire, ma vedendo lì vicino un albero carico di mele gli chiese, come ultimo desiderio prima di seguirlo di cogliere un ultimo frutto da mangiare prima di morire.
    Lo scaltro fabbro però ormai aveva una certa età e non poteva più arrampicarsi su un albero, perciò chiese al diavolo di salire lui sulla pianta a prendergli un bel frutto succulento, il satanasso, per tagliar corto, acconsentì e si arrampicò sull'albero.
    Quando Jack lo vide salire, rapidamente, incise sul tronco dell'albero una croce e che imprigionava il diavolo tra i rami.
    Beffato nuovamente il maligno era furibondo, ma l'uomo era stato più furbo di lui; non poté far altro che patteggiare ancora.
    Jack chiese che la sua anima non sarebbe mai stata reclamata dall'inferno, in cambio avrebbe cancellato la croce incisa sull'albero. Il Diavolo accettò e il fannullone libero di tornare alla sua vita da bevitore.
    Sicuro si non poter più avere la dannazione eterna il fabbro commise così tanti peccati che, quando morì al suo bussare alle porte del Paradiso venne scacciato.
    Senza un luogo dive stare a Jack non rimase altra via che dirigersi verso gli inferi. Il diavolo però ancora offeso per come era stato raggirato, gli ricordò il patto, ben felice di lasciarlo errare come anima tormentata nel limbo.
    Il fabbro cercò d'impietosirlo facendogli notare che era condannato così a vagar...

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    Last Post by Xander Ares il 29 Oct. 2021
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  3. La circolare
    Il cielo era ormai buio, e, alla fermata del autobus vicino al cavalcavia. Anita guardava i messaggi sul suo smartphone mentre aspettava la circolare...

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    Il cielo era ormai buio, e, alla fermata del autobus vicino al cavalcavia. Anita guardava i messaggi sul suo smartphone mentre aspettava la circolare.
    Alzando lo sguardo dallo schermo vide che senza che se ne accorgesse si era fermato un autobus vecchio più di trent'anni, fu allora che la ragazza si accorge come tutti i passeri avevano i loro volti pallidi incollati al vetro e la fissavano come se aspettassero solo che lei salisse. Imbarazzata allungò la gamba per salire sulla circolare, quando senti una mano afferrarla per il bavero della giacca e tirarla indietro, in quel momento l'autobus scomparve come se non ci fosse mai stato, mentre auto e moto sfrecciavano dove lei stava per mettere il piede.
    - Che cosa fai? -, disse preoccupato l'uomo anziano che l'aveva tirata indietro, - Devi stare più attenta o prima poi qualche auto ti metterà sotto. Specie qui vicino a questo cavalcavia. -
    Sentendolo dire così un brivido le attraverso la schiena mentre ricordava le tante tragiche voci di gente morta investita proprio in quel punto e capì: quel autobus l'aveva visto solo lei, perché non era la circolare che aspettava, bensì quella per l'oltretomba che attendeva chi finiva sotto l'auto all'uscita del cavalcavia.
    di Xander Ares

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    Edited by Xander Ares - 1/11/2021, 11:52
    Last Post by Xander Ares il 25 Oct. 2021
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  4. Grande festa all'alveare
    Nel piccolo alveare ai margini del bosco c'era grande fermento: tutte la api si stavano preparando ad un giorno di festa...

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    By Xander Ares il 24 Oct. 2021
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    Nel piccolo alveare ai margini del bosco c'era grande fermento: tutte le api si stavano preparando a un giorno di festa.
    La piccola ape Mara attaccava i lampioncini assieme al suo papà, felice di sentirsi importante.
    Come ogni anno, per la festa, tutte le api erano in fermento dalle prime ore del giorno.
    C'era ovunque molta allegria e da lontano si sentivano i primi suoni festosi.
    - Ecco la banda - gridavano le api vedendo i musicisti volare ronzando coi suoni più gioiosi.
    - Andiamo anche noi alla festa! - esclamava Mara ansiosa di partecipare alla gara di volo per la prima volta.
    - Mamma, vieni andiamo! - continuava a ripetere.
    - Prima bisogna preparare una bella crostata di miele. - disse la mamma.
    Mara e sentendo ciò subito indossò cappello e grembiule ed era pronta a incominciare.
    - Mamma - le disse - pensi che sarà una bella festa? -
    - Credo proprio di si - la rassicurò lei con un sorriso. - Ma stai sicura che le mie crostate non saranno meno belle. -
    Quando crostate furono cotte, l'Ape Regina dava il via ai festeggiamenti nella piazza grande dell'alveare. Le famiglie si avviarono felici con i loro cestini di polline e dolci al miele appena sfornati.
    I papà avevano lucidato i loro pungiglioni fino farli brillare e le mamme decorarono le loro ali per renderle più belle.
    I più felici erano le giovani api, che si sentivano elettrizzate per la magnifica festa che li attendeva.
    Nella grande piazza sfilavano delle buffe maschere, sotto cui si nascondono dei simpatici ragazzi che ballavano e correvano felici, portando tanta allegria.
    Le piccole larve facevano cerchio emettendo gridolini di gioia per il divertimento.
    Le maschere erano bellissime, perché ogni anno l'Ape Regina premia la maschera più bella.
    La festa iniziò con una gigantesca merenda, ogni tipo di dolce al miele era presente: pasticcini, frittelle, torte e biscotti a volontà!
    Era per tutti i golosi una gran pacchia. La festa era molto ben riuscita e tutti mangiavano e si divertivano.
    Ma per le giovani api non era finita, c'era ancora l'entusiasmante gara di volo all'indietro.
    Ricordate la piccola Mara che aiutava la mamma a preparare la torta? Ebbene, si era allenata così tanto che in gara volava sfrecciando, era così veloce che vedeva tutti gli altri che non riuscivano a raggiungerla, e fu proprio lei a vincere la gara. Il suo papà e la sua mamma la festeggiarono per primi con un caloroso abbraccio.
    Quando scese la notte, i più piccoli erano già stanchi, ma c'è ancora lo spettacolo più bello e affascinante da vedere, la danza delle lucciole! Che meravigliosi disegni scintillanti formavano! Il cielo, sopra l'alveare, all'improvviso si riempì di scie colorate e il silenzio della notte è rotto dagli urli di ammirazione delle api.
    E così si concluse una gran bel giorno di festa.
    Last Post by Xander Ares il 24 Oct. 2021
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  5. La formica fornaia
    Mentre girava qua e là in cerca di cibo, una formichetta trovò un chicco di grano...

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    By Xander Ares il 23 Oct. 2021
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    Mentre girava qua e là in cerca di cibo, una formichetta trovò un chicco di grano.
    - Che fortuna! Lo seminerò e così avrò delle belle spighe! - disse tutta allegra, ma il lavoro era tanto e andò a chiamare i suoi amici perché l’aiutassero a scavare un buco profondo nel terreno.
    - Grillo, amico mio! Potresti aiutarmi a seminare questi chicchi di grano? – chiese la formichetta.
    - Non posso, mi fanno male i piedi devo a curarli! – rispose il grillo.
    Allora la formichetta seminò i suoi chicchi tutta sola. Con le zampette preparò la terra, ci posò il chicco e lo coprì ben bene.
    Ogni giorno lo innaffiava, finché spuntò una piantina che cresceva mentre i suoi amici si divertivano e correvano su e giù per i prati.
    Il tempo passò e spuntarono delle belle spighe, e quando furono mature bisognava raccoglierle
    - Cavalletta, amica mia! Potresti aiutarmi a raccogliere queste spighe di grano? – chiese la formichetta.
    - Ahi, ahi, scusa, mi fa male la schiena! - si lamentò la cavalletta, e andò via.
    Allora la formichetta raccolse il grano tutta sola e lo mise in un bel sacco e pensò: - Se macino questo grano ne posso fare della farina. -
    Così decise di portare il sacco al mulino, ma era pesante e la formichetta era piccina.
    - Cicala mia! Potresti aiutarmi a portare questo sacco di grano al mulino? – chiese la formichetta.
    - Non posso, ho un sonno terribile! – rispose la cicala e se ne andò.
    - Chi mi aiuta a portare il grano al mulino? - Chiedeva a destra a manca e sentiva solo: - Io no! Io no! -
    Allora la formichetta portò con gran fatica il suo sacco di grano al mulino, tutta sola! Poi chiese chi la aiutava a macinare il grano sentì solo: - Io no! Io no! -
    E così macinò il grano tutta da sola e da sola lo portò a casa.
    - Con tutta questa farina, ora posso fare delle belle focacce. - pensò la formichetta industriosa.
    Chi mi aiuta a i impastare le focacce il pane con questa farina? - Chiese a tutti gli amici, ma in risposta sentì: - Io no! Io no! -
    La formichetta allora si a impastare tutta da sola le focacce, perché nessuno voleva aiutarla.
    Quando però dal forno venne il profumino delle focacce calde tutti si presentarono a casa sua, c'era il grillo, la cavalletta, la cicala e tanti altri. Tutti avevano l'acquolina in bocca e gli chiedevano: - Ma quante focacce hai fatto! Ti serve una mano a mangiarle? -
    La formichetta rifletté a lungo prima di rispondere: - Da sola ho seminato il grano, da sola l'ho raccolto e l'ho portato al mulino, da sola lo ho macinato e da sola ho fatto le focacce, perciò da sola le mangerò. -
    E tutti i suoi amici impararono che le focacce, e tutte le cose buone, spettano solo a chi ha lavorato, non ai fannulloni come loro.

    Edited by Xander Ares - 24/10/2021, 12:20
    Last Post by Xander Ares il 23 Oct. 2021
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  6. Il pic-nic di Lunetta e altre storie
    Raccolta di storie per bambini

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    By Xander Ares il 23 Oct. 2021
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    Il pic-nic di Lunetta
    e altre storie

    di
    Xander Ares



    Il pic-nic di Lunetta
    C'era una volta una ragazza povera di Lunetta che per guadagnarsi da vivere andò a lavorare come domestica per la perfida signora Grisolda...

    I chicchi d'uva
    Un tempo la vite non produceva alcun frutto, e il suo unico scopo nei campi era di dare un po' d'ombra ai contadini...

    L'alchimista
    Ingegner Marchingegni era un inventore , sempre nuovi meravigliosi aggeggi spuntavano dal suo garage: aquiloni teleguidati, palloni autosegnanti...

    Lista delle favole | Biblioteca

    Last Post by Xander Ares il 23 Oct. 2021
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  7. Il pic-nic di Lunetta
    C'era una volta una ragazza povera di Lunetta che per guadagnarsi da vivere andò a lavorare come domestica per la perfida signora Grisolda...

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    By Xander Ares il 22 Oct. 2021
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    C'era una volta una ragazza povera di Lunetta che per guadagnarsi da vivere andò a lavorare come domestica per la perfida signora Grisolda e le sue terribili figlie Gritilde e Griolga, che la facevano lavorare duramente tutta la giornata.
    Ogni giorno Lunetta era indaffaratissima dall'alba al tramonto. Di primo mattino accendeva il fuoco nel caminetto. Nel pomeriggio accomodava gli abiti delle figlie della padrona. Non un giorno di vacanza.
    La giovane domestica però aveva un gran segreto, era in grado di vedere gli spiritelli invisibili agli umani che ci circondano, e così fatine e folletti erano i suoi unici amici. Essi andavano spesso a far visita a Lunetta nella sua cameretta sotto il tetto. Lassù si sentivano al sicuro perché Belzedeo, il grosso cane di Gritilde e Griolga, non saliva mai in soffitta, infatti il mastino, come tutti gli animali, poteva vederli e smaniava di catturarli.
    Lunetta invece trattata bene gli spiritelli, trovava sempre delle briciole di torta per sfamare le fatine. Raccoglieva anche gli avanzi dei pasti per darli ai folletti.
    Quando aggiustava i vestiti della padrona e delle figlie, conservava pezzetti di tessuto con cui poi confezionava indumenti per i suoi piccoli amici.
    Al suo preferito, un folletto di nome Muschietto, regalava spesso delle graziose magliette perché lo tenessero caldo.
    - Padrona, ormai è da un anno che lavoro qui, - disse una mattina Lunetta alla signora Grisolda, - potrei avere una domenica libera per andare a fare un picnic? -
    - Se avrai finito le faccende domestiche. - rispose la padrona.
    Presto arrivò il sabato e la signora ricordò alla domestica: - Finisci il bucato, e domani avrai il tuo giorno libero. -
    Lunetta cantava allegramente mentre stendeva i panni lavati, ma, mentre la ragazza lavorava, le figlie della padrona complottavano.
    - Quelle stupida crede davvero che la mamma la lascerà libera domani - disse Gritilde.
    - Ma la mamma non vorrà certo - esclamò Griolga.
    - E noi nemmeno! -
    Il giorno dopo Lunetta si svegliò presto e di ottimo umore.
    - Buon compleanno, Lunetta! - urlarono i folletti.
    - Felice giornata! - aggiunse Muschietto, saltellando sul letto.
    - Mi sento davvero così felice, oggi! - esclamò la fanciulla guardandosi allo specchio.
    - Indosserò il mio abito più bello per il picnic - soggiunse.
    Una volta vestita si affrettò a scendere: doveva solo preparare il cesto con la merenda e poi sarebbe stata pronta per uscire.
    - Aspetta un minuto - disse Gritilde entrando in salotto.
    - Ci sono parecchie cose che devi ancora fare prima di uscire - aggiunse Griolga.
    Belzedeo ghignò soddisfatto: non gli piaceva Lunetta, perché proteggeva i folletti.
    - Queste posate d'argento, per esempio, devono essere lucidate - esclamò Gritilde.
    Con un sospiro Lunetta indossò fazzoletto e grembiule e si mise al lavoro.
    - E la libreria - gracchio Grisolda. - Guarda è pieno di polvere! -
    Poi Belzedeo abbai...

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    Last Post by Xander Ares il 22 Oct. 2021
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  8. Il messaggio di Kathy
    Sheyla guardava il suo cellulare sorpresa, aveva ricevuto un messaggio da Kathy, ma Kathy era morta settimane fa...

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    Sheyla guardava il suo cellulare sorpresa, aveva ricevuto un messaggio da Kathy, ma Kathy era morta settimane fa. Era una ragazza odiata da tutti a scuola, anche senza un vero perché. Tutti la bullizzavano ridendo di lei, e la ignoravano anche nei messaggi sui social. Alla fine un giorno decise di suicidarsi e saltò fuori dalla finestra. Come poteva averle inviato quel messaggio?

    Che ti piaccia o no, ormai hai iniziato a leggere perciò devi finire, altrimenti ciò che è scritto nel messaggio succederà lo stesso e tu non lo saprai.
    Se non inoltrerai questo messaggio io verro da te alle 23:59 con un coltello, e ti ucciderò.
    Per ogni amico che coinvolgerai rinvierai la mia visita di un giorno, a 20 tuoi amici ti salverai.

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    Last Post by Xander Ares il 21 Oct. 2021
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  9. L'alchimista
    Ingegner Marchingegni era un inventore , sempre nuovi meravigliosi aggeggi spuntavano dal suo garage: aquiloni teleguidati, palloni autosegnanti...

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    By Xander Ares il 20 Oct. 2021
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    Ingegner Marchingegni era un inventore, sempre nuovi meravigliosi aggeggi spuntavano dal suo garage: aquiloni teleguidati, palloni autosegnanti, auto a vela e mille altre magnifiche trovate. Fulmicino, il suo vicino, però non era impressionato dalle sue geniali trovate.
    - Pinzillacchere, - diceva sempre, - stupidi trucchetti dell'elettronica, l'idraulica o quant'altro, l'unica vera scienza è l'alchimia. -
    Poiché il critico Fulmicino credeva di essere un grande alchimista che avrebbe riscoperto il modo di fabbricare l'oro, divenendo così ricco e famoso.
    Un giorno guarda caso riuscì a scovare un antico libro con la ricetta per creare l'aurea ricchezza, subito cercò gli ingredienti, ma ahimè gli mancava il più importante: cinque chili di farina.
    Che fare, i supermercati erano chiusi, causa uno sciopero generale. Fu allor che vide la famiglia Marchingegni tutta sulla veranda di casa a chiacchierare tranquillamente.
    Furbo allora quatto quatto, dal retro gli entrava in casa, e sgraffignava la farina dalla loro cucina.
    Corse a casa di gran fiato, e, tra alambicchi e serpentine inizia un gran impasto a fare, ma per l'oro ottenere, bisognava lavorarlo bene, a Fulmicino però presto il braccio si stancò per il rigirare, e solo una poltiglia ne aveva ricavato.
    Pensa e ripensa Fulmicino non sa sapeva che fare quando ode l'ingegner Marchingegni parlare, aveva quasi finito una nuova super-rapida impastatrice automatica.
    Sentendo ciò l'alchimista si illuminò e corse rapido all'officina del vicino per vedere la magnifica invenzione. Ohibò, ma era pronta, non sembrava mancar niente e subito la rubò.
    In un lampo la portò a casa e la riempì dell'impasto, appena l'invenzione fu azionata la poltiglia mutò colore, di bellissimo dorato, più girava e più compatta diventava, ma la macchina rallentava, Fulmicinò la mise al massimo e la pasta in aria iniziò a volare.
    In un attimo l'alchimista si trovò tutto coperti da capo a piedi di quello che non era oro, ma una splendida melassa.
    Tutto appiccicoso Fulmicino imparò che se vuoi l'oro te lo devi guadagnare.

    Edited by Xander Ares - 22/10/2021, 11:47
    Last Post by Xander Ares il 20 Oct. 2021
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  10. Lo spaventapasseri
    C'erano in Arizona due fratelli di nome Enos e Cletus che gestivano una fattoria...

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    By Xander Ares il 19 Oct. 2021
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    C'erano in Arizona due fratelli di nome Enos e Cletus che gestivano una fattoria lasciatagli in eredità. Erano pigri e non lavoravano d'impegno nel coltivare la loro terra, perciò avevano sempre a un cattivo raccolto.
    Il loro vicino era un vecchio contadino di nome Clint, che possedeva la migliore fattoria della zona. Tutti dicevano che i suoi raccolti erano i migliori e la gente veniva da ogni parte per comprare i loro prodotti da lui.
    I due fratelli erano gelosi del successo del vecchio contadino e se l'avessero mandato in rovina i suoi affari avrebbero potuto rilevare la sua fattoria e fare più soldi.
    Ogni volta che la gente chiedeva a Clint come fosse in grado di coltivare raccolti di così buona qualità, il vecchio contadino rispondeva che era tutto merito del suo spaventapasseri.
    - Devo ringraziare quel vecchio spaventapasseri -, diceva tutto serio. - Si assicura che nessun corvo o animale sgradito si avvicini ai miei raccolti. -
    Clint aveva costruito lui stesso lo spaventapasseri, sapeva quanto fosse importante tenere lontani i parassiti dai suoi raccolti, trascorse mesi a lavorarci sopra per renderlo il più spaventoso possibile. Così gli diede enormi braccia di paglia che si estendevano per circa due metri e gambe lunghe e grandi che lo rendevano alto come un albero. La cosa più spaventosa di questo spaventapasseri era la sua testa, che Clint aveva intagliato da un'enorme zucca. La faccia e la testa dello spaventapasseri erano così grottesche e brutte che persino lui a volte aveva paura di guardarle, perciò era molto efficace, spaventava ogni roditore e uccello che si avventurasse vicino.
    I fratelli decisero una notte d'intrufolarsi nella terra del vecchio contadino, per rubare il prezioso spaventapasseri. Così lo presero e lo portarono a casa loro, dove lo nascosero in un vecchio armadio in modo che nessuno lo trovasse.
    Il giorno dopo Clint scoprì che il suo orribile spaventapasseri era scomparso e che tutti i suoi raccolti venivano divorati da ratti e corvi, di quel passo la sua fattoria sarebbe presto fallita. Nel frattempo, i fratelli, Enos e Cletus guardando dalla loro proprietà non poterono fare a meno di ridere a crepapelle vedendo il vecchio disperato.
    Sentendo le risate Clint si avvicinò e chiese loro se sapevano cosa fosse successo al suo spaventapasseri. I fratelli lo guardarono dritto negli occhi e dissero che non avevano idea di dove potesse essere lo spaventapasseri.
    - Lo sapete che fallirò e dovrò vendere la mia fattoria se non riesco a trovare il mio spaventapasseri? - Chiese il contadino.
    Enos gli rise in faccia, dicendo: - Non è un nostro problema! -
    - Fa schifo essere te -, ridacchiò Cletus.
    Clint tornò lentamente a casa sua guardandogli storti.
    Quella notte, Enos e Cletus non riuscirono a dormire, non perché provassero rimorso, ma perché non riuscivano a togliersi dalla mente la mostruosa faccia contorta dello spaventapasseri. Capirono che non sarebbero mai ...

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    Last Post by Xander Ares il 19 Oct. 2021
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