1. Introduzione - Come nasce il pane e altre storie
    Siamo arrivati al terzo volume di questa raccolta delle tradizioni orali del Salento.

    Siamo arrivati al terzo volume di questa raccolta delle tradizioni orali del Salento. La prima storia è fiaba, "Come nasce il pane", che è una variante locale della più nota di "Boffin Boffetta", più snella e lineare ricorda la canzone "Ci vuole un fiore" di Sergio Endrigo nel suo spiegare ai bambini il lavoro della filiera necessario per ottenere del pane, una cosa che oggi diventa sempre più importante visto che molti bambini, e qualche adolescente, credono che il cibo sia creato nei supermercati. Altra variante è "Occhi di Sole" che riprende le tematiche di "Biancaneve" eliminando tutto ciò che c'è di soprannaturale, aggiungendo invece una differenza di classe sociale che il duro lavoro porterà ad azzerare, tematica molto presente nel mondo della tradizione contadina del Salento. "Comare Volpe e il pozzo" invece è una variante locale di "Il lupo e la volpe" di Jean de la Fontaine in cui si loda l'astuzia. Di contro nelle fiabe "Il diavolo e i carrettieri" e "Gli stolti e i furbi" si insegna che la troppa furbizia non serve a nulla se non si hanno buoni propositi. Di queste due storie la prima è raccontata nella Grecia Salentina ed molto simile a "I due compari mulattieri" una fiaba popolare di Ragusa che Italo Calvino ha raccolto nel suo volume "Fiabe italiane", invece la seconda è raccontata nella zona di Neviano.
    Invece per i 'Cunti in questo volume si è fare qualcosa di un po' diverso, a parte "L'asinello di Felice" raccontato vicino Lecce e il divertente "I volponi e il coniglio" che è un racconto gallipolino, tutte le altre storie hanno un unico punto fondamentale: il Santissimo Crocifisso di Galatone. Per la ricorrenza dei quattrocento dal miracolo della santa immagine del 2 luglio 1621, si è raccolto alcuni dei racconti più famosi riguardati il miracoloso affresco, come quello di Maria Manca del 21 ottobre 1618.

    Vi saluto augurandovi buona lettura.

    « Precedente | Indice | Prossimo »
    Fiabe e 'Cunti salentini | Biblioteca



    Edited by Xander Ares - 28/7/2021, 12:19
    Last Post by Xander Ares il 28 July 2021
    .
  2. Il casello per San Lorenzo
    In una notte molto nebbiosa, un uomo stava guidando su un'autostrada argentina...

    Like       0 Comments   142 Views
    .
    In una notte molto nebbiosa, un uomo stava guidando su un'autostrada argentina. Da anni era emigrato dall'Italia per lavorare lì e da qualche mese suo cugino si era trasferito anche lui in Argentina vicino a Santa Fe, impegnati col lavoro i due non si erano potuti ancora incontrare, e l'uomo solo dopo molto era potuto mettersi in viaggio per andarlo a trovare per qualche giorno.
    Mentre stava raggiungendo il casello per il piccolo centro di San Lorenzo vide al centro della carreggiata una figura umana che si agitava, sembrava saltare e bracciarsi per richiamare la sua attenzione. Pensando fosse qualcuno in cerca di aiuto perché aveva avuto un incidente, l'uomo rallentò superandolo appena mentre si accostava alla strada. Una volta sceso dell'auto però vide che non c'era più nulla, come se quella persona fosse stata inghiottita dall'oscurità.
    Non capendo cosa era successo decise titubante di tornare in auto, visto che non c'era nessuno, ma neanche un paio di minuti dopo essersi rimesso in viaggio vide nello specchietto retrovisore di nuovo quella persona che rincorreva a piedi l'auto, e si stava avvicinando nonostante la velocità del veicolo, l'uomo guardò il contachilometri per assicurarsi che l'auto funzionasse e vide che andava a oltre 100 km/h.
    In quel momento la persona a piedi si trasformò in una luce sorpassando il veicolo e proseguì nella notte fino a perdersi nel buio.
    L'uomo al volante rimasi così stupefatto che rischiò di finire fuori strada.

    Read the whole post...

    Last Post by Xander Ares il 22 July 2021
    .
  3. Sogni e realtà

    Like       0 Comments   38 Views
    .
    Jerry si era trasferito da un piccolo paesino del sud a Milano per studiare, ma in realtà era perché affascinato dalla vita che vedeva vivere sui social dagli influencer è voleva anche lui fare parte.
    In capo ad una settimana però si trovò ad affrontare la dura realtà, il mondo a cui aspirava era nato dalla Milano da bere, un mondo che rimbalza chi non ha una certa immagine e conto in banca.
    Un sera dopo aver passato ore in coda davanti a un locale di moda, Jerry decise di ritornare alla suo alloggio stanco di vedere i buttafuori far entrare solo idioti con indosso abiti pagati più dell'auto di suo padre.
    Camminando lunghe le vie che diventavano sempre più solitarie passò vicino a un androne buio da cui sbucò fuori un ragazzo con in mano una pistola che gli intimò: - Fuori i soldi o ti faccio saltare il cervello! -
    - Spara pure! - Rispose Jerry. - Ho scoperto che in questa città senza cervello si può vivere, senza soldi no. -
    Last Post by Xander Ares il 10 June 2021
    .
  4. Il frate di Avetrana
    Un tempo viveva un giovane frate, poiché non sapeva scrivere ne far di conto o coltivare l'orto, e neanche cucinare, il priore lo incaricò di fare la questua per il convento.

    Like       0 Comments   124 Views
    .
    Un tempo viveva un giovane frate, poiché non sapeva scrivere ne far di conto o coltivare l'orto, e neanche cucinare, il priore lo incaricò di fare la questua per il convento. Ogni giorno all'alba lasciava il monastero e nei paesi vicini andava di casa in casa, con il caldo e con il freddo, con il bello e con il cattivo tempo.
    Un giorno di primavera il frate girando per il paese di Avetrana, bussando ad una porta vide apparire una bellissima fanciulla e si stranì. Il volto gli si avvampo e si sentì la testa così leggera da non spiccicare parola.
    La giovane donna vedendolo gli diede un giara piena di olio nuovo che aveva messo da parte per il convento.
    Il frate meccanicamente accettò l'offerta come ogni altra volta, ma invece di benedire prese e corse via col viso tutto rosso, senza più fermarsi davanti a nessuna casa, finché non giunse ai confini del paese. Rimase li per ore prima che il suo cuore si placasse per tornare al convento.
    Da quel giorno ripassò spesso da Avetrana, perdendo tempo vicino alla casa della fanciulla sperando di vederla attraverso le finestre aperte o affacciarsi all'uscio.
    Ogni volta la vedeva il frate sentiva crescere in se l'amore perché finché un giorno decise di confessarle i propri sentimenti e chiederla in sposa.
    Così un giorno dopo la questa decise di andare da per parlarle, ma mancandogli il coraggio faceva avanti e indietro per le strade di Avetrana. Alla fine il sole calò e le porte del convento furono chiuse, il giovane frate si fece coraggio pensando che se fosse tornato nel santo ritiro avrebbe dovuto spiegare il suo ritardo, e bussò alla porta dell'amata.
    - Buon frate perché bussate alla mia porta a si tarda ora? - Chiese la fanciulla vedendolo.
    - Mia signora, sono qui per confessarvi li sentimenti che provo per voi. -
    Sentendo così la giovane donna lo trascinò dentro casa perché nessuno lo sentisse.
    - Cosa dite mai buon Frate? -
    - Dico che lo core mio è vostro, volete divenire la mia sposa? -
    Sentendo ciò un grosso peso si posò sul cuore della fanciulla, aveva non volendo spinto un uomo consacrato al signore a voler venire meno ai suoi voti.
    - Buon frate, non potete rinunciare al vostro santo uffizio specie per me, così voi aggiungete una grave sulla mia anima. Poi se anche rinunciaste a voi doni che mestiere sapreste fare? -
    L'uomo capì allora che non sapendo far niente l'unico modo in cui poteva vivere era di elemosina, quale donna avrebbe accettato di sposare un medicante ed essere malvista dalla gente perché gli aveva fatto togliere il saio. No tra loro non ci poteva mai essere niente.
    Preso dalla disperazione il frate corse nel cuor della notte fino a raggiungere una palude a sud-est del paese. Impazzito per il suo cuore infranto si gettò a capo fitto nelle acque melmose per sparirvi per sempre.
    Da quella notte in poi si sente, specialmente in tempo di burrasca, un misterioso lamento venire dalla palude, è la voce dell'in...

    Read the whole post...

    Last Post by Xander Ares il 5 June 2021
    .
  5. I volponi e il coniglio
    C'era una combriccola di compari che si incontravano ogni sera alla taverna per farsi un quartino di vino in allegria.

    Like       0 Comments   118 Views
    .
    E' proprio vero che agli antichi gli prudeva l'anima; sentite cosa combinarono due compari. C'era una combriccola di compari che si incontravano ogni sera alla taverna per farsi un quartino di vino in allegria.
    Un giorno uno di loro comprò un coniglio, che era una vera prelibatezza per quei tempi, e invitò gli altri amici a mangiarlo tutti insieme al solito posto. Uno di loro ebbe un'idea si mise d'accordo con un compare su come potevano mangiare il coniglio senza condividerlo con tutti.
    Prima della riunione prese un fazzoletto, lo riempì con il bianco di un uovo e se lo mise in tasca.
    Quando tutti si erano seduti alla taverna, con un odore che non li faceva vedeva l'ora dalla voglia di papparselo, si prepararono a spartirsi il coniglio, ma il malandrino fece finta di starnutire e mentre si asciugava il naso con il fazzoletto colò il bianco d'uovo sul coniglio, come se fosse muco. Non vi dico che successe: chi vomitava da una parte, chi dall'altra! Mentre il furbacchione faceva finta di dispiacersi chiedendo pure scusa ai compari, ma alla fine disse: - Io il coniglio me lo mangio lo stesso; è un peccato buttarlo, dopo tutto è il mio stesso muco. - Tutti gli sentendo così gli veniva ancora più da vomitare, solo il compare del volpone era tranquillo e disse: - Anche io! Melo lo pulisco bene bene e lo me lo mangio, tanto sapete che non sono schizzinoso. -
    Gli altri dallo schifo non vollero neanche guardare. Così i due si spartirono il coniglio tra loro e lasciarono gli altri a bocca asciutta.

    « Precedente | Indice | Prossimo »
    Fiabe e 'Cunti salentini | Biblioteca



    Edited by Xander Ares - 28/7/2021, 12:48
    Last Post by Xander Ares il 4 June 2021
    .
  6. Fiabe e 'Cunti salentini
    Raccolta delle storie orali nella tradizione del Salento

  7. Pregando per il barone
    C'era una volta una donna che ogni giorno pregava dio perché facesse stare sempre in buona salute il barone...

    Like       0 Comments   133 Views
    .
    C'era una volta una donna che ogni giorno pregava dio perché facesse stare sempre in buona salute il barone, un giorno la sentirono alcune persone che lavoravano al palazzo del barone e glielo riferirono per lusingarlo.
    Il barone fu incuriosito, da che si ricordava la gente lo malediceva e volendone sapere di più, perché pensava che costei era l'unica sui suddita mossa da amore per lui, così la mandò a chiamare per ringraziarla di ciò.
    Così la donna fu portata dalle guardie dinanzi al signorotto che le chiese: - Ora che sei davanti a me, spiegami perché ogni giorno preghi per me, affinché io stia sempre in buona salute. -
    La donna lo guardò calma dicendo: - Io prego Dio ogni giorno che ti mantenga sempre in buona salute, perché tu ci hai tartassi quando salisti al potere, se malauguratamente dovessi morire, al tuo posto ne arriverà un altro che ci tartasserà di nuovo, per dimostrare di essere superiore a te. -
    Il barone arrossendo, annuì con la testa.

    « Precedente | Indice | Prossimo »
    Fiabe e 'Cunti salentini | Biblioteca



    Edited by Xander Ares - 8/6/2021, 19:32
    Last Post by Xander Ares il 1 June 2021
    .
  8. Il miracolo del cavallo e lo scorpione
    Non tutti sanno che il primo marchese di Matino era sposato con una mezza santa, donna Anna Maria.

    Like       0 Comments   129 Views
    .
    Non tutti sanno che il primo marchese di Matino era sposato con una mezza santa, donna Anna Maria. La marchesa era una dama tutta casa e chiesa che in ogni chiesa fece fare un'altare a sue spese. Dedicò tutta la sua vita al Signore e la sua fede fu tale da convincere una serva mussulmana del palazzo a cristianesimo.
    Donna Anna Maria aveva l'abitudine di uscire in carrozza ogni sabato pomeriggio in giro per le chiese e si fermava a dire il rosario in tre chiese.
    Ormai anziana, durante uno dei suoi soliti giri in carrozza, la marchesa si fermò alla chiesetta di Santa Maria della Rosa, dove, dopo aver salutato la Madonna, si sedette vicino al pozzo per rinfrescarsi dalla calura estiva. Mentre si asciugava il sudore si accorse che a tre metri da lei il cavallo che tirava la carrozza si era pietrificato, e guardava vicino a lei con occhi di terrore. Seguendo lo sguardo dell'animale scoprì vicino a lei uno scorpione! Subito ritorno con lo sguardo al cavallo che si innervosiva scalciando, pronto a gettarsi sullo scorpione per schiacciarlo sotto i suoi zoccoli insieme a lei.
    Donna Anna tremava impaurita in cerca di aiuto: - Madonna mia, salvami tu! - Pregava disperata, quando da dentro la chiesa uscì un lampo dorato che avvolse il cavallo impietrendolo! Fu solo un attimo, ma bastò alla marchesa per alzarsi e mettersi al riparo. La luce si affievolì e il cavallo si calmò e si inginocchio di fronte alla porta della chiesa, mentre piangendo donna Anna Maria ringraziava la vergine Maria e per ricordare la grazia ricevuta fece dipingere su parete della chiesa il miracoloso evento.

    « Precedente | Indice | Prossimo »
    Fiabe e 'Cunti salentini | Biblioteca



    Edited by Xander Ares - 8/6/2021, 19:37
    Last Post by Xander Ares il 29 May 2021
    .
  9. Il medium
    Un facoltoso possidente terriero era innamoratissimo della moglie e quando lei morì non riusciva a rassegnarsi...

    Like       0 Comments   133 Views
    .
    Un facoltoso possidente terriero era innamoratissimo della moglie e quando lei morì non riusciva a rassegnarsi così alcuni suoi amici lo consigliarono di assumere a stipendio un medium piuttosto conosciuto, che con l'aiuto di tavolino a tre gambe poteva fare delle sedute spiritiche, le quali lo avrebbe messo in comunicazione con l'aldilà.
    L'uomo prese al volo la proposta e osservava alla lettera quanto gli ordinava il medium durante sedute spiritiche, convinto che fosse la volontà della defunta, in realtà i suoi amici si erano messi d'accordo col sensitivo per chiedere all'amico ciò che volevano.
    Così il medium diceva: - Vostra moglie vuole offrire a tutti i presenti vino e pagnotte perché dicano preghiere a suffragio della sua anima. -
    Il possidente prontamente pagava pane e vino in osteria agli amici per accontentare la moglie.
    La sera dopo il medium ricominciava: - Vostra moglie vuole offrire a tutti i presenti formaggio fresco, lumache e spezzatino di asino come fioretto a San Pietro, che custodisce le chiavi del paradiso. -

    Read the whole post...

    Last Post by Xander Ares il 27 May 2021
    .
  10. La Madonna del Gonfalone
    Tanto tempo fa tra, Lucugnano e Montesano, viveva una giovane donna che poverina era divenuta muta dieci anni prima.

    Like       0 Comments   121 Views
    .
    Tanto tempo fa tra, Lucugnano e Montesano, viveva una giovane donna che poverina era divenuta muta dieci anni prima.
    Un giorno, tornando insieme con la madre da un podere, passò per una stradicciola che s'internava nei campi salendo su di un leggero rialto fino a uno spiazzo di fronte a una piccola grotta. Passando davanti alla quasi ignorata grotta, il volto della giovane s’illuminò di gioia nello scorgere tra gli sterpi, nel fondo della cavità, un rilievo luminoso.
    La fanciulla allora chiamò a gran voce la madre.
    - Guarda, mamma! -
    La madre sentendola parlare si meravigliò e si mise accanto alla figlia scrutando la cavità, ma non vide la luce. Allora la donna rivolse alcune domande alla figlia, per assicurarsi che non fosse solo un'illusione causata dal gran caldo, però vide che ella parlava senza alcuna difficoltà come se lo avesse sempre fatto, perciò la signora s'inginocchiò verso la grotta pregando.
    Tornate in paese le due raccontarono l'accaduto e tra il popolo si iniziò a gridare al miracolo. La gente del posto corse in massa nel luogo indicato dalle donne per ispezionare la grotta, calandosi giù, videro in fondo a essa una Madonna in rilievo che fu subito benedetta dal parroco. Da allora la zona venne ripristinata al culto, e sulla grotta fu innalzata per devozione una chiesetta.
    Gli anni passarono e quando la fanciulla giunse sul letto di morte, chiese con le sue ultime forze alla Santa Vergine la grazia di poter restare in eterno in quell'angolo benedetto dal cielo, per continuare a contemplare l'immagine della Madonna. Il cielo, volto a compassione della sua fede, la trasformò in lucertola affinché potesse continuare a vivere in quei luoghi dove aveva visto la luce del rilievo sacro, che fu poi chiamato dal nome della località: Madonna del Gonfalone.

    « Precedente | Indice | Prossimo »
    Fiabe e 'Cunti salentini | Biblioteca



    Edited by Xander Ares - 8/6/2021, 19:35
    Last Post by Xander Ares il 26 May 2021
    .